7 poeti trezzanesi

di

Valentina Bufano


Valentina Bufano - 7 poeti trezzanesi
Collana "I Gelsi" - I libri di Poesia e Narrativa
14x20,5 - pp. 176 - Euro 12,50
ISBN 978-88-6037-7227

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Antologia di 7 poeti trezzanesi, contiene opere di Valentina Bufano, Enzo Concardi, Nadir Tedeschi, Alfredo Panetta, Adam Vaccaro, Marcello Restelli, Walter Moneta


Mi chiamo Valentina Bufano e la poesia è la mia vita, all’anagrafe ho 31 anni, ma la mia età mentale varia dagli 11 ai 50 anni. La poesia è la mia vita e ho trovato queste persone che la pensano come me.
Avevo una manciata di poesie che volevo far conoscere, allora ho pensato di cercare altri poeti trezzanesi, tutti maschietti, e di pubblicare insieme a loro, perché facendo le cose insieme c’è più gusto. Così mi sono data da fare per realizzare questo progetto e ho chiesto al mio amico Fabio Sardo che di mestiere fa l’illustratore, di disegnarmi la copertina che secondo me è bellissima. Anche Fabbis risiede a Trezzano sul Naviglio, il paese più bello del mondo. Tutti noi abbiamo dato il meglio per i nostri lettori.
Magari fra qualche tempo ci sarà una seconda antologia, perciò non si offendano le persone che si sono sentite tagliate fuori da questa, anzi ho già in mente almeno tre poeti e un artista per la copertina. Credo che la poesia sia la cosa più bella del mondo e sono orgogliosa di essere Trezzanese. Quindi ho messo insieme le mie due passioni.
Chiudo ringraziando la mia amica Cristina per il suo sostegno morale ormai più che decennale, ringraziando il mio amico Fabio per il suo affetto e tutti quelli che mi vogliono bene. E Nadir, Adam, Enzo, Marcello, Alfredo, Fabbis, Walter, che hanno creduto in me. Vi voglio bene ragazzi.

Valentina Bufano


7 poeti trezzanesi


ENZO CONCARDI


SOGNI

Liberamente ispirati dall’omonimo film del regista giapponese Akira Kurosawa


VILLAGGIO DEI MULINI

Saranno cieli adamantini
ruggiti di leoni spietati
saggi che leggono libri antichi
allegri funerali orientali
epoche inaudite di sogni
insegne di caffè cittadini.

Saranno volti pieni di luna
pugni aperti al cosmo
murales e mattoni rossi
ponti di pietra levigata
canali tra salici e sambuchi
Gandhi oltre vita e morte.

Leggerò nei tuoi occhi il mistero.
Sarò tra immense folle,
andrò alle sorgenti dell’anima
per dissetarmi profondamente
all’acqua della chiara fontana.


SOLE ATTRAVERSO LA PIOGGIA

Betulle immacolate
appaiono nel bosco
sotto il mantello della pioggia.
Nelle notti senza luna
le volpi corrono impazzite
ai pozzi del deserto.
Improvvisi arcobaleni
Ricamano cieli contrastati.
In attesa dei sogni.

Prendo per mano il destino
incontrato per caso un giorno
lungo il viale della speranza
e a testa alta m’incammino
al tenero incontro.

Forse tutto sarà ricapitolato
se non saremo nell’oblìo.


PESCHETO

L’anima degli alberi
vaga nelle notti di nebbia
e svanisce nel nulla
che sovrasta città deserte.
Un pesco fiorito
rallegra di rosa
le impalcature del dubbio.

L’anima degli alberi
sosta impietrita
sulle strade del tedio
dove serpeggiano amuleti.
Rami di pesco rosa
perforano cieli grigi
di mute metropoli.

Siamo al bivio
tra dolore e sonno.



VALENTINA BUFANO


Nel 2005 pubblico il mio primo libro “Caramelle” In aprile esce una recensione di Donatello Bellomo su “L’Arena” di Verona, “Il giornale di Vicenza” e “Bresciaoggi”. Per promuovere il libro “Caramelle” rilascio interviste su giornali locali, a Radio Meneghina e Radio Hinterland Binasco.
Nel 2006 comincio la collaborazione con “L’Eco della Città”, nel 2007 con “Il Corriere del Sudovest” di Mernone e nel 2008 con “L’Incontro” di Cesano Boscone a Maggio sono tra i vincitori di “Subway” e compaio in un articolo su “Il Giorno”. Vincerò di nuovo nel 2008, rilasciando interviste a Radio Montecarlo e Odeon-tv. Nel Giugno 2006 intervisto Andrea Pinketts. In seguito intervisterò anche Ignazio La Russa, Prosperini, la contessa Pinina Garavaglia, Katia di Katiarredamenti, il cantante Dennis di “Amici”, Ghyblj e i Pali e Dispari, Ivana Spagna, Silvie Lubamba, Dan Harrow, Enrico Beruschi, Stefano Tacconi, Beppe Convertini, Jo Squillo, Francesco Baccini. Una mia foto e due articoli vengono inseriti nel sito del cantante Alberto Fortis.


GLI ANIMALETTI DOMESTICI

Dormirà dentro una scatola di cartone.
Hai sigillato bene la scatola di cartone
di nascosto dalla piccola che dorme.
Hai scavato con gli occhi pieni di sonno,
hai sollevato il corpo dalla cuccia
e l’hai deposto nell’eternità.
Ora scava. Guardandoti intorno
e sulla tomba non piantare fiori
perché la differenza non si noti.


IL PRATO DIETRO CASA

Percorrendo la solita strada, cercando il nome di piante sconosciute, pensavo la meraviglia quotidiana delle nuvole; mi immaginavo mosca dall’occhio composto, per cui vedevo un’immagine più volte inquadrata tra le dita delle zampe. Il ronzio delle ali: la macchina da presa è in funzione.

(Subway Letteratura 2006)


PAURA DI ESSERE NUVOLA

Non è forse la pallina rimbalzina a palpitare col suo cuore azzurro, rompere vetro trasparente, sparire in un cuscino
finché io non ho più paura di essere nuvola se devo presentare il Sole dopo due giorni interi di pioggia pieni.

(Premio Città di Trezzano)



NADIR TEDESCHI


L’Infinito

Non quello di Leopardi
fatto di spazio e di tempo;
ma quel bisogno
d’Amore.
Colpisce nell’infanzia
si attenua nella maturità
diventa immenso
nella vecchiaia.
Quando chi ti amava senza calcoli
non ci sono più
quando i dubbi diventano
fantasmi
quando le illusioni
spariscono come la neve
a Primavera.
Amore o egoismo?
io non lo so più
non ho più certezze
Lui è lontano.

Il Lui è quello che cerchi sempre


Il mio Secolo

Sei mio secolo ventesimo
quando suonavano le sirene
per l’Abissinia, non ti vedevo ancora
non capivo il tuo dramma
le tue preoccupazioni.
Poi la guerra e Hiroschima
i turbinii veementi del nuovo,
della tecnologia e dell’economia,
l’affannosa corsa contro il tempo.
Un miliardo all’inizio
quasi sette alla fine
crescita, energia, buco nell’ozono
inquinamento, effetto serra
abbiamo cambiato le stagioni?
Credo di sì o forse poco.
Anche molti millenni fa
o qualche secolo indietro
impazzirono le temperature
eventi immaginati ma sconosciuti
tintinnare di uragani
diluvi universali
fini del mondo
morte delle razze.
Eri tu pallina impazzita nello spazio
con le tue elissi programmate
il sole che sognavi
incurante delle tue case
delle tue foreste
delle bestie e degli umani.
Pallina meravigliosa
come il paradiso terrestre
capricciosa come l’ambizione
di una diva.
Eri tu e sarai ancora tu
a segnare il destino
dei secoli che verranno.

La Terra e il Tempo, immaginati in un istante.


L’Europa

Una per la Geografia
dagli Urali alle colonne d’Ercole!
Piccola se osservi l’Asia
oppure l’immensità dell’Africa
le Americhe infinite.
Non una per la Storia
ma grande! Unica
quasi sola dentro all’universo.
Corrono popoli diversi
Latini e Barbari
colti e incolti.
L’Europa assorbe
con fatica, con sangue
ma assorbe e compone
tenta di unire
lingue e culture
grandezze e modestie.
Quando sarai una Patria?
Una Patria Europa, una patria
per tanti, per tutti.
Fede o illusione?
Oggi non lo so.
Ma sarà.

Il nuovo che verrà!



ALFREDO PANETTA

Alfredo Panetta è nato nel 1962 a Locri, in Calabria dove è vissuto fino al 1981. Da allora risiede a Milano dove svolge l’attività di artigiano nel settore infissi in alluminio. Da sette anni scrive nel dialetto materno. Ha partecipato a diversi concorsi di poesia, vincendo, per opere inedite, alcuni premi tra cui il Montale Europa nel 2004, il Premio “Città di Galbiate” nel 2006, il premio “Città di Trezzano sul Naviglio” e il premio “Laurentum” nel 2007. Sue poesie sono state pubblicate su varie riviste letterarie, tra le quali Nuovi Argomenti, Il Segnale, Tratti, Capoverso, La Mosca di Milano, Le Voci delle Luna, La Clessidra, Gradiva. Nel 2005 ha pubblicato il suo primo libro Petri ‘i limiti con la casa editrice Moretti & Vitali di Bergamo (Vincitore del Premio “Il Tripode” a Crotone, del Premio “Albino Pierro” a Tursi e del Premio Speciale della Giuria “Delta POesia”, presidente Franco Loi).
Il libro Petri ‘i Limiti ha avuto segnalazioni e recensioni su riviste specializzate, su quotidiani e settimanali, tra cui Poesia, L’Espresso, Famiglia Cristiana, Riza Psicosomatica, Il Quotidiano della Calabria, La Provincia KR, Calabria Letteraria, Si&No Magazine, Il Corriere del Sud-Ovest, Che Libri L’Eco della Città, ecc. ecc.


‘U HJIATU DU SIGNURI

Se pe’ casu mi tumbassi ‘u cielu
all’intrasattu sup’a testa, Madonna
mia ‘i Farri, jestimarìa tutti i Santi
du Calandariu ad unu ad unu, e puru a tìa
ti smaladiciarrìa pe’ tutti i cristi
chi non sapisti u menti sutta a fadda
nta ogni angulu du mundu
cu tutti i preghieri chi ti dinnu
d’i singazzi d’a terra ogni sira.

Ma doppu, doppu chi nci ndavarrìa
penzatu supa ‘n bellu pocu
venarrìa u mi ndinocchjiu nnanzi
è minni tò chjini ‘i profumu
e t’accendarìa unu milli ciri
u ti ringrazziu pè na morti cusì
beja: ffucatu du xatu du Signuri.


L’ALITO DI DIO

Se per caso mi cadesse il cielo/ all’improvviso sulla testa, Madonna mia/ di Farri, bestemmierei i Santi del Calendario/ ad uno ad uno, ed anche a te ti maledirei/ per tutti i cristi che non sai proteggere/ in ogni angolo del mondo/ malgrado le preghiere che ti dicono/ dalle fessure della terra ogni sera.// Ma dopo, dopo averci riflettuto/ un poco, verrei a inginocchiarmi/ davanti al tuo seno profumato/ e ti accenderei uno mille ceri/ per ringraziarti di una morte così/ bella: soffocato dall’alito di Dio.


SULU NTONI

È randi oramà, a vita ‘a mbizzàu a pedi
scarzi nta terra, ma trentula tutta
se nu masculu ‘a chjiama pè nomu
arza i tacchi e sa spila nt’è vineji
d’a rugha nzin’è munti; n’a ferma
mancu ‘u Signuri. Nci culanu i gralimi
se s’assetta a nnanzi ò jornu chi coja
o se nu cani nc’abbaja nta ll’occhji.
Non nci faci vidiri a nzoccù i so denti
sulu a Ntoni, ‘u canatu, ogni tantu
nci faci na nticchjia d’arrisu.
Nci porta a nzalatera d’a pasta
e nu fiascu ‘i Cirò mentri zzappa
iju ‘n cangiu nc’accarizza i capiji
e se nuju’i vidi, sup’o dinocchjiu
a gonna nci nchjiana, ija a testa
si mbascia comu a crapa ò patruni.
Quandu chjiovi staci seduta ò barcuni
u cchjiappa i gocci di l’acqua
e m’i regula ò battiri du cori
po’ si ferma pè uri accussì.



SOLO ANTONIO

È già grande, ha imparato la vita/ a piedi scalzi, ma trema tutta/ se un maschio la chiama per nome/ alza i tacchi e corre dalle stradine/ del borgo fino ai monti; non la ferma/ neanche il Signore. Gli colano lacrime/ se siede davanti a un tramonto/ o se un cane le abbaia negli occhi./ A nessuno fa vedere i suoi denti/ soltanto ad Antonio, suo cognato/ ogni tanto gli accenna un sorriso./ Gli porta un piatto fondo di pasta/ e un fiasco di Cirò mentre zappa/ lui in cambio gli carezza i capelli/ e se nessuno li guarda, sul ginocchio/ gli alza la gonna, lei s’inchina/ come capra davanti al padrone./ Quando piove sta seduta al balcone/ a catturare le gocce e modularle al ritmo/ del cuore, poi sta ferma per ore per ore.


NANNA CATA

Stacìa pè uri assettata
ò focularu, no p’o friddu
si scialava u guarda a ligna
chi si cunzuma trappa
trappa nta ll’aria.

Cocciulijava ‘u rosariu ntramenti
‘u fumu nci ngurnava i parpibri,
se ncunu trasìa scifulava l’occhji
ja ‘n terra tenund’arretu ‘u suspiru.

L’asma ‘a ndavìa ccurciatu cu ll’anni
a facci si ncignava a vestiri ‘i mbernu.
Na sira ‘a vitti ppojata nto lettu
ch’i mutantuni mbasciati,
mi guardà comu si guarda nu randi
cu ll’occhji mbacanti murati…

M’aricuordu pocu ‘i tandu
ma torna ogni tantu nt’è sonna
nu muru ‘i jancu springatu.


NONNA CATERINA

Stava per ore seduta davanti/ al focolare, non per il freddo/ amava guardare la legna/ che si consuma lenta/ mente nell’aria.// Sgranava il rosario mentre il fumo/ gli inumidiva le palpebre,/ se entrava qualcuno scivolava gli occhi/ sul pavimento, trattenendo il respiro.// L’asma l’aveva accorciata con gli anni/ il viso cominciava a vestirsi d’inverno./ Una sera la vidi appoggiata sul letto/ coi mutandoni abbassati,/ mi guardò come si guarda un adulto/ con gli occhi murati nel vuoto…// Ricordo poco da allora/ ritorna talvolta nei sogni/ un muro sfregiato di bianco.



ADAM VACCARO

Adam Vaccaro, poeta e critico nato in Molise nel 1940, vive a Trezzano S/N (MI). Ha pubblicato varie raccolte di poesie, tra le ultime: La casa sospesa, Novi Ligure 2003, e la raccolta antologica La piuma e l’artiglio, Editoria&Spettacolo, Roma 2006. Tra le pubblicazioni d’arte: Spazi e tempi del fare, con acrilici di Romolo Calciati, Studio Karon, Novara 2002; Sontuosi accessi – superbo sole, con disegni di Ibrahim Kodra, Signum edizioni d’arte, Milano 2003; Labirinti e capricci della passione, con acrilici e tecniche miste di Romolo Calciati e prefazione di Mario Lunetta, Milanocosa, Milano 2005. Con Giuliano Zosi e altri musicisti, che hanno scritto brani ispirati da sue poesie, ha realizzato concerti di musica e poesia.
È presente in molti Siti e raccolte antologiche e collabora a riviste e giornali con testi poetici e saggi critici. Per quest’ultimo versante, ha pubblicato Ricerche e forme di Adiacenza, Asefi Terziaria, Milano 2001, Premio nel 2001 del Laboratorio delle Arti di Milano, sez. saggistica. È tra i saggisti del Gruppo redazionale che ha curato Sotto la superficie – quaderno di approfondimento sulla poesia contemporanea de “La Mosca di Milano”, Bocca Editori, Milano 2004. Tra gli altri riconoscimenti: Violetta di Soragna 2005, Libro edito (La casa sospesa) e Premio speciale Astrolabio 2007 (La piuma e l’artiglio).
Ha fondato e presiede Milanocosa (www.milanocosa.it,), Associazione Culturale con cui ha realizzato numerose iniziative e pubblicato: Poesia in azione, dal Bunker Poetico alla 49a Biennale d’Arte di Venezia 2001, Milanocosa 2002; “Scritture/Realtà – Linguaggi e discipline a confronto”, Atti, Milanocosa 2003; 7 parole del mondo contemporaneo, ExCogita e Milanocosa, Milano 2005. Ha progettato e dirige la Rivista telematica Adiacenze, materiali di ricerca e informazione culturale del Sito di Milanocosa.


Memorie inattuali

La casa sommersa

(La terra)
Ricordo cieli blu ricordo cieli viola
ricordo cieli grigi – sfumature capaci
di fomentare pensieri – potenti pensieri

Ma il tuo conico ripetuto assolo
era un sogno d’albume
magico latte del cielo
sull’uovo assetato della tua terra

Certi vóte me r’vènne ‘m mende
certi céle de murghénate e
cén’re culate – certi culúre e p’nzére
de nuv’le s’réne ch’è ‘u córe pèréve
z’èvije ap’rà cumme ‘na femm’ne préne

Me po’ ‘sta témbe de tèrre
me r’t’rave ‘n ddèrre – ‘na terre
sc’late e ‘uestate che ze sunnave
‘nu céle murghenate chepace d’ellèttà
cumme ‘na mamme eppéne sgrav’date

(Certe volte ritornano in mente / certi cieli di melograno e / cenere colata – certi colori e pensieri / di nuvole serene che il cuore pareva / si dovesse aprire come una donna ingravidata / / Ma poi questa zolla di terra / mi riportava a terra – una terra / insipida e guasta che sognava / un cielo di melograno capace d’allattare / come una mamma appena sgravata)


(Il confine)

Dunque tu mi dici che il mondo non finisce qui
che questo è solo un confine
e non una fine

Dammi allora una mano a seguire questo filo
che mi si perde tra le mani
bq. dammi ancora una mano che non mi
faccia perdere tra le tue mani

Me staje d’cènne ch’u mónne
n’n f’nisce dècche
e che quéste è sole ‘na cunbíne
nno’ ‘na fine

Damme ellóre ‘na mane pe’ í’rréte e ‘stu file
che me ze pèrde ‘m meze ’i mane
damme ‘na mane pe n’n me fa perde
dend’i mane te’


(L’elettricista)

Mi domandavo a volte sospeso
tra i fili rossi della vita
ma il pane – il pane – come ride e se ne fotte
quando muore beato nella gola

(Lo scalpellino)
Ricordo tra tutte le pietre dure della vita
quella che briciola su briciola graffiai
da ragazzo e che ora pare
riposi architrave di questa casa

Fu quel giorno col dito nel sangue
che venni folgorato dalla verità del dolore
folle fuggendo alla ricerca della gioia e
quella pietra diventò l’architrave della mia vita



MARCELLO RESTELLI

Marcello Restelli nasce a Milano nel 1935. Lavora quarant’anni come disegnatore progettista. Un discorso a parte meriterebbe l’attività di corridore ciclista, alla quale ha dedicato diverse poesie. L’impegno teatrale di Restelli inizia con l’Università della Terza Età con l’interpretazione di alcuni fra i testi più significativi del teatro milanese. La sua passione lo porta ad entrare nella Compagnia del “Teatro della Memoria”. Con questa compagnia recita ne “El Nòst Milan”. Marcello recita anche ne “I Cantastorie” e nella compagnia, che esiste ormai da 10 anni, “I Semper giovin”, fondata dallo stesso Restelli, nell’ambito dell’associazione “Famiglia degli Anziani” di Trezzano sul Naviglio, dove si produce come attore-autore-regista in spettacoli di arte varia rappresentati senza scopo di lucro in tutta la Provincia e uno di questi è stato trasmesso su Telelombardia. Ma Restelli è comparso anche su Sky insieme all’attrice teatrale Liliana Feldmann e su Telecity dove ha letto alcune sue poesie. Restelli ha avuto una particina nel film “La finestra di fronte” e nello spot pubblicitario della “Citroen” con Simona Ventura. È da anni socio della Proloco. Ha partecipato a molti concorsi ottenendo vari riconoscimenti. La prima dello spettacolo “I Tarocchi” è stata presentata al Circo Orfei.


BICICLE’TTA, CHE PASSION! (1988)

El telar, do roeud, el manubri, la sèlla,
la moltiplica, el pignon, la cadèna, la pedivèlla.
La soa figura lè sempliz e snèlla,
rossa, gialda ò celèsta l’è semper bèlla.
De lee se po’ innamorass a ògni età,
basta vègh la voeuja de pedalà.
Come l’è bèll pedalà de primavera
quand l’aria l’è frèsca e leggera!

Se pedala volentera anca d’estaa,
con tutt che sòtta el so te sudet ‘me on dannaa.
E in autunn, quand l’umidità la tacca i òss,
l’è assee pedalà e te passa tuscòss.


L’AMISA PUSSE BE’LLA (1992)

Bèlla, sana, stagna e prosperosa,
simpatica, allegra e generosa,
con chi bèi laver che domà a vardai
te vegnaria la voeuja de basai.
Duu oggioni che a vedèi te rèstet incantaa,
spartii da on bèll nasin pròppi ben fa.
La pèll moresina come on perseghin,
semper profumada ‘me on giardin.
Ben pettenada, cont i so bèi rizzolitt,
vestida de bon gust segond el temp e ‘l sit.

Gh’hoo minga dubbi: l’amisa pussee bèlla te see tì.
Però te gh’hee on difètt… Te gh’hee el marì!


QUATTER STAGION IN BICICLE’TTA (1994)

Primaverà
Dai quindes ai vint ann
pedalavi in salida senza affann.
In discesa volavi ‘me on airon
e in pianura tiravi el rapporton.
Estaa
Dai vent ann ai trenta
gh’avevi tanta forza e tanta grinta.
Correvi per la “Gerbi” cont i dilettan
e fasevi tucc i cors pussee important.
Autunn
Dai trenta ai cinquanta,
anche se la passion era sempre tanta,
hoo piantà lii de corr come agonista
e me son miss a fa el cicloturista.
Inverna
Adèss che de ann ghe n’hoo quasi sessanta
me comincia a mancà i fòrz e on poo de grina.
Però pedali semper cont ona gran passion
con tutt che gh’è pasaa i quatter stagion.

(Secondo premio al III Concorso Udace Veneto, “La bici è poesia” 2001)



WALTER MONETA

Walter Moneta ha pubblicato libri in lingua milanese e partecipato con successo a molti concorsi.


Diaolament

El Codacons promett l’agitazion;
chi l’è su el se fing pòcch preoccupaa;
el stà ‘l mond l’è sì ò nò aumentaa?
Vorii savè doe ghe sta la reson?

El pomatt l’incolpa la situazion:
verdur sassinaa; frutt còtt, marinaa;
stagion matta: frecc, brusô i hann disfaa.
Penuria, tè la soa speculazion!

Quatter vòlt men, giura ‘l picch de ciappà,
e citto lì: guaia a lù mostrass sofistich!
Na, tucc fann piœuv numer in libertà.

Par che i casciaball a gh’hann dò maner,
i bosii spudoraa e certi statistich,
per fass considerà persònn sincer.

Fatto sta che l’altrer,
on tòlla, de front al cinqu per cent,
l’ha ditt che l’inflazion l’è squasi nient!

Mò dii a trà, cara gent:
per chi sta avòlt mangià l’è còssa bassa,
se capiss, s’hinn già mangiaa ‘l tutt e passa.


Inquietudine

Il Codacons promette l’agitazione; / chi governa si finge poco preoccupato; / il costo per campare è sì o no cresciuto? / Volete sapere dove sta la ragione?
Dal fruttivendolo c’è questa situazione / verdura rovinata; frutta passata, marinata / stagione pazza: freddo, arsura li hanno rovinati. / Penuria, ecco la sua speculazione!
Quattro volte meno, giura il contadino di incassare, / e zitto: guai a lui mostrarsi pretenzioso! / Poi tutti fanno piovere numeri in libertà.
Sembra che i caccia balle hanno due maniere, / le bugie spudorate e certe statistiche, / per farsi considerare persone sincere.
Fatto sta che l’altro ieri, / una faccia di bronzo, di fronte al cinque per cento, / ha detto che l’inflazione è quasi niente!
Ora date retta cara gente: / per chi sta in alto mangiare è cosa bassa, / si capisce, si sono già mangiato tutto e di più.


Turbin

p=.Lusnad,
……
tontonament distant,
follett scrizzant,
gott tajént,
sguizz furent,
……
s’cioppad…
……
…rosciad…
……
…sferlad…
……
…omber, sbilzen sù
smagg de gioentù:
el fontanil, i pobbi, la strada,
niasc in la palta schisciada,
s’cianch de scimm sgonfi come vell,
el mè corr schivios de quell.

p=.Saetta Tròna Boffa Piœuv…
……
òh se piœuv!
……
resciaa
in ment,
disperaa,
sent
vosà,
prepotent,
anmò quèi cippà :
sgarr struzient,
ciòd in cœur.
Piœuv… anmò se piœuv!


Metereologia

Sbalien pù sti sacranon de scienziaa!
In ciel gh’hann i sattelitt che sbarlusen,
tanfògnen i nivoi s’hinn caregaa.
Pœu, in television, se ne la rughen!

Prevision meteo: ghe stemm lì ‘me niaa
dai santoni che sui visor ne vosen:
òccio gent, temp brutt, stii riguardaa!
Colpa di anticiclon che se rusen.

Terz millenni: hinn proibii i sofferenz
ché l’era virtual ne vœur san, bèi,
informaa de tant teleconferenz.

A quei de l’Adda1, però, che ghenn infà:
coruu, video visaa, a tœu i ombrei
s’hinn troaa inveci el fiumm in di cà.

Meteorologia? già,
de cert l’è ona gran bell’invenzion,
domà ch’insù ghe giren nò i cojon.


La succia in Sicilia

Òh giarditt coi pòmm d’òr a ponteggià
i verd di rabesch de fœuj pottignaa
dal grecal! Ah ricòrd! Che fin hii faa
firifiss de mur sassos a cintà?
Sces spess, alt, d’eucalipt a riparà
neranz, oliv, campett de vid scrusciaa,
laorà quotidian? tutt l’è bell andaa!
Mò erbasc gris hinn lì a infestà.
Gh’èlà, confus, contrad de gent dolent
che prega i sant de fà piœuv anmò.
Ma per nagòtt: par ch’Insù non ghe sent.
Gh’hal notaa tròpp mafios coi fiduciari
a sgrafignà: dess, speremm, disa nò
anch a trà la grann succia in affari.
Miracol! I rosari
hann faa troà, pien ras, quatter bei laghett
e ai lader d’acqua manett ben strett.


La siccità in Sicilia

Oh giardini con i pomi d’oro a punteggiare
i verdi degli arabeschi di foglie accarezzate
dal grecale! Ah ricordi! Che fine avete fatto
ghirigori di muri pietrosi a cintare?
Siepi spesse, alte, di eucalipti a riparare
aranci, ulivi, campetti di viti accosciate,
lavoro quotidiano? tutto se ne è andato!
Ora erbacce grigie sono lì a infestare.
Vedi là, indistinte, contrade di gente dolente
che prega i santi per far piovere ancora.
Ma inutilmente: sembra che Lassù non ci senta.
Ha notato troppi mafiosi coi fiduciari
ad arraffare: adesso, speriamo, dica di no
anche a trasformare la grande sete in affari.
Miracolo! Le preghiere
hanno fatto trovare, colmi, quattro bei laghetti
e ai ladri d’acqua manette ben strette.

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