Dedicato alla mia sorellina
Valentina
PENNA ROSSO SUDORE
Amica mi è la penna rosso sudore
Pulito il foglio cammina
Nella vita parallela.
Ma la mia forza sa di fondi di caffè
E mi tocca gioire del molto che è nel poco.
LA MIA OMBRA
Ombra mia non venirmi dietro
ma zampillami attorno!
Vieni, ti riporto a casa,
faremo i nostri giochi con le mani…
DEPRESSIONE
La megera nel tunnel
Rideva del mio corpo di paglia
ASPETTANDO IL SOLE
Questo Paesaggio è
Come animale che aspetti
Pelle nuova e non trova
Forma e colore.
La pelle si è sciolta
Aspettando il Sole.
LA LINGUA DEL GATTO
In posa di sfida la testa del gatto
Posata sul tagliere.
Ben pulita da ogni pretesa,
senza aromi né contorno,
scolata dal sugo.
Ma non è sparita nel bollore
la ruvidezza della lingua.
ASTICE VIVO
Temevo le chele dell’astice,
ma il suo sapore ha turbato l’incubo.
È il secondo che separa dall’istante;
dall’incontro con la crostata, intendo,
che senza dolcezza ha il sapore
di tutte le cose che ho fatto sbagliando.
CONFESSO
Al prete sedutomi accanto:
-Non turbarmi col tuo spavento
Tornerò col bimbo in braccio
Col senso di colpa,forse,
per non avertelo mai posato in grembo-.
STRAPPARE UN FIORETTO
(a mio nonno)
Sentieri di grano duro
Il tempo ha percorso
In piedi sulla tua schiena di nonno.
LA CIMICE
La bellezza circolare dell’acqua nel bicchiere tremola
se ci sguazza la cimice.
Vola verso il Sole che credeva nell’acqua la sua
ombra incombe sul rosso acceso del sugo; quanto
lascerà di sé sulla lampadina rovente?
L’indifferenza non è un’emozione e spiace e non può
piacermi una cimice, perciò, nonostante l’approccio
sia morbido come cotone che cattura, la metterò a
nutrirsi di concime.
Arranca tra gli scarti degli Umani.
Quale sarebbe il senso di quel piccolo insetto di certe
passeggere illusioni permanenti ferite se lei neanche
punge era solo un ricordo di campagna.
ALLO SPECCHIO
(a Virginio)
Doveva respirare quando è nato questo Amore!
È stata una stecca o sbaglio di vaniglia leggere
Verlaine in traduzione, o forse no se stai
attenta a non scambiare delicatezza per
mancanza di spessore.
L’ho preso per un rilievo, portandomi l’ago
alla gola: l’avevo preso per un gonfiore e ho avuto
l’illusione di lenire sofferenza, posandoci sopra le
labbra.
C‘è molto da riflettere: eccomi quindi davanti allo
specchio.