JINGLE BELLS
La voce allegra della madre
porta in tavola una calda
gioia che subito va via.
Attorno al tavolo i figli e
le figlie aspettano in un
religioso silenzio il piatto
di minestra fumante.
Il padre cerca di tagliare
le fette di pane fatto di
farina di grano duro.
Al centro una brocca di
acqua non tanto fredda
per non ghiacciare i loro
sentimenti.
I più piccoli affondano i
cucchiai nel fondo delle
scodelle.
Mangiano poco a poco
la minestra.
La madre ha preparato la
cena con cura e grande
meticolosità.
Il padre ha tentato di dare
un aiuto ai figli nei compiti
assegnati a scuola.
Il padre è rientrato a casa
a pomeriggio inoltrato.
Ha lavorato duramente e
intensamente nei campi.
È arrivato l’autunno!
Gli alberi hanno i rami privi
di foglie a causa dei venti
provenienti da nord.
Quei rami tendono le mani
nell’alto di un cielo bianco
di neve.
A Natale il Paese viene ogni
anno coperto da un manto
morbido e soffice di neve.
I bambini fanno in piazza il
pupazzo con berretto e una
sciarpa di lana.
Disegnano la faccia, gli occhi
e la bocca, mentre mettono
una carota al posto del naso.
I bambini sono felici.
Sperano che non venga sciolto
dal sole.
È Natale!
È il crepuscolo!
Suonano le campane della
Chiesa: chiamano la gente
del Paese alla santa messa.
A mezzanotte, i fedeli sono
pronti per avviarsi in piazza.
Il cielo risplende di stelle e la
Luna cede il colore perlaceo.
Ad aprire il cammino sono per
primi i bambini tutti vestiti a
festa per rendere gloria alla
nascita di Gesù Cristo.
Seguono i giovani.
Alcuni insieme a fanciulle,
altri entrano in chiesa da soli.
Arrivano anche le famiglie
tutte vestite a festa.
Per ultime le vecchie comari
e i vecchi del Paese.
Si fanno il segno della croce
con l’acqua benedetta.
L’organo suona mentre i
fanciulli intonano i consueti
canti natalizi.
Il parroco insieme ai due
Chierichetti inizia a celebrare
la Santa Messa.
Il Vangelo annuncia la nascita
di Gesù Cristo ad opera dello
Spirito Santo.
Alla fine dell’omelia, il parroco
dà inizio all’eucaristia.
Le campane suonano a festa
per annunciare che è nato Gesù.
La notte fuga poco a poco le
tenebre e si intravedono già
le prime luci chiare del mattino.
Fuori nella piazzetta la gente si
ferma per farsi gli auguri.
I bambini più piccoli ritornano
al più presto alle loro case per
aprire i doni l’indomani mattina.
Hanno scritto la loro letterina a
Babbo Natale.
Hanno chiesto tanti giochi!
Si sono ricordati dei bimbi poveri
ed orfani e hanno scritto a Babbo
Natale di portare loro in dono
bambole, pupazzi, ma anche del
cibo e alcuni vestiti.
Condotto dalle renne del carro,
Babbo Natale arriva in tutti i
paesi trasportando sulle spalle
un grande sacco di iuta con i
regali per i bambini.
Verso l’alba, quando la Luna nel
vasto cielo cede il posto al Sole
e affiorano le prime aurore color
rosso, che sembrano navigare in
alto mare, Babbo Natale suona
alle porte di tutte le case dove
deve consegnare i doni non senza
però intonare il canto natalizio…
Jingle Bells…
I PICCOLI SUONATORI DI ORGANETTO
I piccoli suonatori di organetto
trascorrono la notte di Natale
in strada al freddo e al gelo pur
di ricevere un piccolo compenso
in moneta per la loro musica.
Suonano nelle diverse piazze
e sono tutti ben vestiti.
Indossano giacchette di stoffa
verde e azzurra e pantaloni
neri come le scarpe.
Portano sul capo un berretto
rosso di lana fatto a maglia
dalle loro madri così come i
loro guanti.
In città nelle piazze vi sono
alti alberi di Natale e tante
luci.
Vi sono anche festoni per
festeggiare il nuovo anno.
I piccoli suonatori di organetto
si esibiscono su tappeti rossi
che il Comune della città ha
disposto come per gli altri
addobbi.
Alla fine viene dato loro del
denaro in ceste di vimini.
Ma questo ringraziamento
non tocca il loro cuore e fa
crescere loro il dolore e la
pena.
Ringraziano singhiozzando i
signori e le signore avvolte
in calde, voluminose e vere
pellicce.
I piccoli suonatori di organetto
quasi, quasi non vorrebbero
più accettare quel denaro: è una
vera elemosina per loro!
Dopo pochi momenti salutano
e vanno via.
Nelle piazze dei paesi la gente gli
invia invece autentici messaggi
di affetto.
Sono orfani e per vivere devono
suonare al freddo e al gelo sia a
Natale che a Capodanno, come
la piccola fiammiferaia.
Mentre suonano la folla batte le
mani.
Ogni applauso è una carezza sul
loro viso imbiancato di neve.
L’aria gelida dell’inverno ghiaccia
oltre il volto anche il loro corpo.
Alla fine dell’esibizione verso i
piccoli suonatori di organetto
si precipitano gli adulti e i più
piccini.
Oltre a qualche moneta, gli
offrono un’autentica ospitalità a
casa loro per trascorrere anche
loro la festa Natalizia insieme ad
una famiglia, attorno ad una tavola
imbandita di buone pietanze da
gustare.
Un grosso e grande camino in
muratura scalda la sala usata
per il pranzo.
Tutti sono felici!
Tutti sono contenti!
Alcuni regali sono dati in dono
anche a loro, i piccoli suonatori
di organetto.
Nella vita non bisogna solo
dare, ma anche ricevere!
LA PICCOLA PRINCIPESSA
Viveva in un castello a
picco sul mare una bimba
di nome Lucia che aveva
gli occhi azzurri e i capelli
biondi.
Lucia era sempre malata
e molto triste.
A nulla le erano valse le
bambole avute in dono
dai suoi genitori.
A nulla le erano valse le
recite e le esibizioni dei
pagliacci del circo.
Nessuno era in grado di
fare ridere la bambina
che stava per divenire
già una bella fanciulla.
Quando era piccola stava
ore sul pony a dondolo.
Quando divenne una bella
fanciulla trascorreva le ore
del giorno e della notte
nella sua camera.
Ogni Natale vi era una grande
festa per farla divertire.
Non mancavano mai a Natale
i doni così come i gustosi piatti
per la cena.
Ma Lucia non era felice.
Aveva sempre la febbre alta.
Era chiamato il medico della
famiglia.
Ma poteva fare poco o quasi
nulla.
Non si trattava infatti di
malattia fisica.
Lucia non aveva amiche con cui
parlare né amici che le facevano
la corte.
Era una fanciulla triste e solitaria,
diversa dalle altre!
Lucia non viaggiava mai.
Non conosceva alcun altro luogo
che non fosse quel Castello dove
abitava.
In un Natale diverso le fu regalato
un cane con il quale Lucia oltre a
giocare, andava in giro per le vie
del Paese di mare dove abitava.
Il cane la guidava lungo le strade
del Paese per nulla caotico.
Raggiunsero la piazza e la Chiesa.
Qui si celebrava un matrimonio
tra un ricco giovane e una giovane
anch’essa ricca.
Entrambi erano figli di due famiglie
molto influenti e molto potenti nel
paese.
Il giovane stava sposando una bella
fanciulla e aveva un fratello di molto
più piccolo di lui che si chiamava
Andrea.
All’uscita della Chiesa gli amici e
i parenti gli gettarono il riso che
è simbolo di fecondità.
Il bouquet della sposa cadde sulle
ginocchia di Lucia.
Tutti gli invitati si voltarono per
guardare il viso e la figura di Lucia,
che ricambiò con un dolce sorriso.
Andrea, il fratello dello sposo, si
innamorò di Lucia.
Fece in modo di conquistare così
il suo cuore.
Andrea e Lucia convolarono a
nozze proprio il giorno di Natale,
il 25 dicembre.
In vecchiaia Lucia ricordava che il
Natale più bello era stato quello in
cui aveva sposato Andrea.
Le luci ad intermittenza, le palline
dagli svariati colori che illuminavano
a pieno giorno il salone in cui era
stato organizzato il pranzo per lo
sposalizio sarebbero rimasti nel
cuore e nella mente di Lucia per
sempre.
Qui aveva incontrato il suo sposo,
Andrea che assai presto era divenuto
Principe.
Il Principe Andrea insieme a Lucia
vissero negli anni che vennero in
una sontuosa ed elegante reggia.
Da quel giorno furono felici e
contenti fino alla fine dei loro
giorni.
[continua]