Il diario segreto di Francesco
6 Marzo 2005
Caro diario… oddio, mi sento stupido, ma lo strizzacervelli a cui elargisco buona parte dei miei (pochi) risparmi è stato chiaro: metti nero su bianco i tuoi sogni, le fantasie notturne, le visioni. Devi oggettivare il tuo inconscio, renderlo tangibile… e così sono qui, da solo, nella quiete della mia casa ancora da finire, con questo quaderno bianco da riempire. Mi sento così ridicolo, anche perché non mi è mai capitato di scrivere delle storie. È vero che ho un altro diario, ma è solo un quaderno dove sto raccontando del mio vecchio sogno di vivere in campagna che si realizza, del lento risorgere di questa antica cascina, anche se non è facile, maledizione! Il tempo non è un problema, ne ho fin troppo, in questi periodi di cassa integrazione, se mai mancano i soldi, ed è una fortuna che riesca a cavarmela con molti lavori.
Ma sto divagando. Devo concentrarmi sulla storia, quella che quasi ogni notte viene a trovarmi e mi tiene compagnia perfino durante il giorno. Comincerò con Tania, questa ragazza bella e tormentata, orgogliosa e solitaria che vive in una capanna ai margini di una foresta impenetrabile, all’ombra dei Monti Silenti, ai confini dei territori selvaggi… nomi, luoghi, situazioni sono tutti inventati, però è strano, ho la sensazione di non avere in realtà inventato niente. È come se questi luoghi che appartengono ad un mondo fantastico risiedessero da sempre nella mia testa, non fossero visioni, ma piuttosto ricordi, appena abbozzati. Tania ha perso entrambi i genitori in circostanze drammatiche e ritiene responsabili di ciò i cavalieri dei draghi, misteriosi ed elusivi… già, ci sono anche loro, nelle mie fantasie: i cavalieri… ed il bello è che di loro non so proprio niente! Nonostante tutto, sto per iniziare a scrivere la prima parte di questa storia, quella dove Tania…
“…aspirò a pieni polmoni l’aria umida della foresta poi, soddisfatta, proseguì col suo carico di pelli verso il villaggio. Amava quella stagione, che preannunciava l’inverno, odiava invece l’Estate, le sue giornate lunghe e calde, le notti troppo corte e troppo luminose, il frinire delle cicale ed il canto dei grilli; preferiva l’inverno, la neve, il sibilare del vento e gli ululati dei lupi, che avevano sovente l’ardire di spingersi fin presso la sua capanna, attirati dall’odore della carne e delle pelli stese ad asciugare.
O forse Tania odiava l’Estate, perché era stato in un giorno troppo caldo sul finire del settimo mese, che Artiglio Storto, il grande orso bruno, aveva stroncato la vita di suo padre, lasciandole nell’animo una ferita più profonda dello squarcio che quegli artigli avevano prodotto nel suo petto…”
10 Marzo 2005
Caro diario. Davvero non mi rendo conto di avere scritto, quasi di getto, due interi capitoli di una storia! Non so come, ma è bastato iniziare a scrivere che subito è stato come se un velo si squarciasse e riuscissi a vedere il seguito della storia che andava prendendo forma… mi sono meravigliato ma anche preoccupato! Sto forse diventando matto? Ne ho parlato allo strizzacervelli, che mi ha detto di non preoccuparmi, ma lui è abituato a misurarsi coi matti, mentre io mi conosco abbastanza per sapere che non sarei mai in grado di inventarmi di sana pianta una storia su un mondo chiamato Neara, popolato da persone che si chiamano il Popolo e vivono in capanne e piccoli villaggi immersi nella natura! E poi nomi, situazioni… cavolo, mentre scrivevo il primo capitolo di questa storia ho visto coi miei occhi Tania andare al villaggio con le sue pelli, l’ho vista parlare col mercante Tak, litigare con lui quando questi gli ha parlato del sogno del drago… di cui non ne sapevo niente, fino a quando non l’ho scritto! La storia è andata avanti, Tania ha parlato col rettore (una specie di sindaco), c’è stata una discussione a proposito dei cavalieri, perché lei è fermamente convinta che sia colpa loro se sono morti i suoi genitori ed è chiaro che sarà ben difficile che possa cambiare idea… meno chiaro è dove mi porti tutto questo… ma come si fa a scrivere una storia di cui si ignora il seguito?
22 Marzo 2005
Caro diario. Lo so, è passato parecchio tempo dall’ultima volta che ti ho aperto, il fatto è che qualche volta la fabbrica riapre e quando capita tutto il resto passa in secondo piano, però questa strana storia è sempre nelle mie fantasie e va avanti quasi da sola, accidenti! Ho completato un altro capitolo, che racconta di Tania che è tornata nella sua capanna e, due notti dopo, ha sognato di trovarsi su un picco altissimo, di notte, assieme ad una strana creatura: un drago, che le ha parlato. Lei si è svegliata, terrorizzata (quanto la capisco!), ha lasciato la sua capanna vagando nel bosco per sfuggire al suo destino, ma non è servito a niente perché, quando vi ha fatto ritorno, ha trovato ad attenderla un cavaliere dei draghi, Xantor. Questo nome mi è comparso in testa nel momento esatto in cui iniziavo il capitolo dove Tania ed il cavaliere si affrontano e Xantor invita la ragazza a seguirlo al pian della battaglia (un altro nome uscito da chissà dove…) per diventare lei stessa un cavaliere… ed ancora non ho la minima idea di dove tutto questo mi stia portando!
Primo Aprile 2005
Caro diario. Sono di nuovo a casa: maledetta crisi! L’unica cosa positiva è che quando si lavora gli straordinari si sprecano ed il mio conto in banca torna a riempirsi… per poco, perché c’è da pagare lo strizzacervelli ed il conto del rivenditore di materiali edili! Però sto ultimando i lavori e la casa la sento sempre più mia, anche se l’arredamento è povero e raffazzonato e Dio solo sa se e quando potrò permettermi del mobilio decente!
La “mia” storia va avanti, ma intanto ne sto immaginando altre, sempre ambientate su Neara… ma che mi sta succedendo? Lo strizzacervelli continua a dire che non devo smettere di mettere nero su bianco tutto quello che immagino, che l’inconscio va esplorato a fondo, le paure vanno guardate in faccia… però quello che scrivo non è spaventoso, solo strano: draghi, cavalieri, un mondo fermo al Medioevo con un passato violento, raccontato nelle cronache antiche. Nella “mia” storia, quella che continua a mulinarmi in testa, si sono aggiunti due personaggi, Tom e David, che vivono in un villaggio chiamato Ardean, fra dolci colline, vigneti, campi e frutteti… non so se questo ambiente bucolico sia influenzato dagli sforzi che sto compiendo per trasformare il prato invaso dalle erbacce davanti a casa in un curato giardino con annesso orto… un lavoraccio, meno male che un amico mi ha imprestato un piccolo escavatore!
Parliamo di questi due personaggi, appena maggiorenni, amici da una vita ma molto diversi. David è introverso, solitario, anche scontroso, appassionato di libri e affamato di cultura, vuole conoscere la verità sul passato del suo mondo ed a questo scopo vorrebbe diventare cavaliere dei draghi, perché sa che su Neara sono loro i detentori della cultura, racchiusa quasi completamente nelle cronache antiche che raccontano dell’antica civiltà. A Tom queste cose non interessano: lui aiuta suo padre nel mulino, partecipa con uguale entusiasmo a feste e scazzottate ed è perfettamente integrato nella semplice realtà del suo villaggio, né mai si sognerebbe di andarsene. Eppure anche loro, poco dopo Tania, sognano di parlare con un drago. Si incontrano al villaggio, accompagnati dai loro genitori, confusi e preoccupati perché sanno che chi sogna un drago quasi sempre abbandona la sua gente per diventare cavaliere. È riapparso Xantor ed il rettore di Ardean, una donna di nome Loryn (ancora una volta, Dio solo sa da dove pesco questi nomi…) gli tiene testa. Loryn non vuole cedere alle richieste di Xantor, è dubbiosa e decisa ad aiutare i genitori dei due ragazzi che, comprensibilmente, non vogliono che i loro figli partano per chissà dove.
Credevo, a questo punto, di dovermi fermare, perché la storia stava diventando complessa… e poi, a sorpresa, mi sono trovato a descrivere con accuratezza una riunione a casa di Loryn dove il cavaliere utilizzava una tecnica chiamata comunione mentale per far compiere a tutti i presenti un viaggio fuori dal loro corpo fisico, arrivando nello spazio esterno al pianeta, che loro chiamano il Fuori ed ancora una volta mi sono stupito di questi improvvisi slanci di fantasia. Questo viaggio mentale ha sbloccato la storia che temevo si impantanasse, aprendomi uno spiraglio sul suo seguito: i due ragazzi, pochi giorni dopo, lasciano Ardean, diretti anche loro al pian della Battaglia, incontro al loro destino.
10 Maggio 2005
Caro diario. Lo so, è di nuovo passato molto tempo, il fatto è che in questo periodo ho altro per la testa, cose brutte: in ditta si è parlato per la prima volta di chiusura definitiva, tutti sono preoccupati ed i sindacati minacciano scioperi… ma che sciopero volete fare, se fra poco nessuno lavorerà più? L’unica cosa positiva è che ho finito i lavori importanti alla casa, ho un tetto sulla testa e le finestre con tanto di vetri, potrò affrontare l’inverno in condizioni migliori di quelli appena trascorsi… ecco, dove forse ho preso ispirazione per descrivere il viaggio di Tania dal suo villaggio al lontano pian della battaglia, nei selvaggi altipiani ai piedi dei monti Silenti battuti dalle bufere di neve! La storia va avanti, nonostante tutto: mentre Tania lottava con le tormente di neve ed i valichi inaccessibili Tom e David, molto più a Sud, percorrevano placidamente ampie strade fra dolci colline e vigneti, fermandosi a dormire nelle locande disseminate lungo il percorso… due modi davvero diversi di partire alla ventura!
17 Maggio 2005
Caro diario. La “mia” storia si è fermata, chissà se ho finito l’ispirazione… però altre storie si formano nella mia testa. Sono brevi frammenti, staccati l’uno dall’altro, eppure ho la sensazione che, prima o poi, possano formare qualcosa di compiuto: è per questo che mi sono messo a catalogarli, trascrivendoli però su un altro diario. Questo resta dedicato unicamente alle vicende di Tania, David e Tom.
28 Maggio 2005
Ho ripreso in mano la mia storia, facendo riunire i tre viandanti! L’idea mi si è affacciata in mente stanotte, in un sogno così vivido che appena sveglio ho dovuto metterlo giù di getto. Ne è venuto fuori un lungo capitolo intitolato “Il terzo cavaliere” dove racconto di come Tom e David, dopo essersi quasi smarriti nelle nebbie del fiume Leith, una volta lasciate le comode strade del Sud cercando di raggiungere il sentiero di mezzacosta (ancora questi nomi!), fuggano a gambe levate sentendo rumori di rami spezzati provenienti dalla fitta cortina di nebbia. Quello che credono un orso non è altri che Tania che, alla ricerca dello stesso sentiero, finisce per incontrare i due amici. Da questo burrascoso incontro, superate le incomprensioni iniziali, nascerà la loro amicizia, che si consolida nei giorni seguenti quando i tre affrontano la difficile ascesa del Massiccio di Ghaiwin, attraversando un ambiente di alta montagna che li porta ad affacciarsi al pian della battaglia.
19 Giugno 2005
Di nuovo a casa, ma stavolta non so quando riprenderò il lavoro. Il futuro si fa sempre più incerto. Ho interrotto il rapporto con lo strizzacervelli, diventava impegnativo dal punto di vista economico e poi, ultimamente, non faceva che ripetermi lo stesso consiglio: scrivere, scrivere… d’accordo, seguirò il consiglio ma non gli darò più altri soldi, preferisco spenderli per cose concrete, qui nella mia tana con tanto di prato verde ed un tentativo di orto che spero possa darmi qualche ortaggio. A fasi alterne la storia di Tania, David e Tom è andata avanti, ma che casino! Al pian della battaglia hanno incontrato altri giovani, Xantor ed altri due cavalieri, che ho chiamato Fjodhor e Leila: in tutto undici persone! Tania ha lottato con Xantor, entrambi si sono feriti ma poi hanno fatto pace e Tania ha accettato di rimanere alla casa dei cavalieri assieme agli altri, per proseguire il loro addestramento di cavalieri.
30 Giugno 2005
Mi sono svegliato di soprassalto, stanotte, fulminato da un sogno così reale che, per non rischiare di dimenticarne qualche punto mi sono messo a scrivere di getto e la storia si è arricchita di altri capitoli, in cui Leila racconta ai giovani alcuni dei segreti racchiusi nelle cronache antiche. Credo che i miei trascorsi da ambientalista abbiano in parte influenzato la storia anche se, a raccontare di un mondo ritornato al Medioevo a seguito di un disastro atomico non invento certo niente di originale! Leila racconta di come la civiltà che dominava Neara sia scomparsa dopo un furioso conflitto e di come un bel giorno, fra i sopravvissuti che continuavano a suonarsele di santa ragione, siano comparse dal nulla strane creature, che ho chiamato Krjol, a cavalcioni di ben più mostruose creature alate, i draghi.
Questi Krjol, umanoidi più alti di un giocatore di basket e dalla pelle rossa, hanno deciso di aiutare i sopravvissuti a creare un mondo nuovo, stipulando un patto chiamato Alleanza. Da questo patto sono nati i cavalieri dei draghi, il cui primo compito è stato ripulire Neara dalle schifezze lasciate dall’antica civiltà, preservando in luoghi segreti il residuo sapere per poterlo utilizzare in seguito. Quasi una società segreta, insomma. Tania, ad ascoltare questo racconto, va su tutte le furie! Come, dice rivolta a Leila, voi conoscete dei segreti e non fate nulla per aiutare il popolo? È ancora incarognita coi cavalieri per la morte dei suoi genitori e potrebbe finir male se Leila, pronunciando parole misteriose, non riuscisse a immobilizzare immediatamente tutti i presenti… ed a questo punto avrei veramente bisogno di tornare dallo psicologo, perché devo essere veramente suonato, questa storia sta diventando sempre più complicata, ma prosegue imperterrita verso una meta che non riesco nemmeno ad immaginare! Dopo la sfuriata Tania fugge dalla casa, ma non fa molta strada. La rivedo ferma su una collina, a parlare con la presenza che è con lei dalla notte del sogno: una specie di spirito-guida, appartenente al drago che il destino le ha assegnato.
Nello stesso momento mi sono divertito ad immaginare Tom alle prese con la scalata di un monolite che ho chiamato Roccia Spezzata… sto rivangando il mio passato di alpinista dilettante? Non so, ma mi piaceva immaginarmi questo ragazzone abituato alle colline issarsi su una roccia alta centinaia di metri per poi guardarsi attorno con un misto di esaltazione e spavento. Alla fine, Tania torna sui suoi passi, placata dalla voce del suo spirito guida e Tom scende a terra sano e salvo, David intanto approfondisce l’amicizia con Meredith, una ragazza appassionata come lui di libri e cronache antiche.
15 Luglio 2005
Stavolta è proprio la fine: la fabbrica chiuderà i battenti a fine mese, per delle ferie che si preannunciano molto lunghe. Me lo sentivo, ma adesso che la cosa è ufficiale mi sento perso: che faccio, senza lavoro? Potrò resistere per un poco con la cassa integrazione, ma poi? Potrei andare in città a cercare lavoro, ma dovrei lasciare questa casa, nemmeno a pensarci di viaggiare tutti i giorni col mio scassato fuoristrada… situazione di merda! Almeno, la mia storia va avanti… beata lei! Anche nel mio mondo fantastico è Estate, un tripudio di colori, caldo, belle giornate. Gli otto amici sono diventati esperti nelle tecniche mentali dei cavalieri, allenati come palestrati e maturi come uomini ed un bel giorno lasciano la casa, a piccoli gruppi, diretti alla montagna dei draghi, per conoscere finalmente il mondo dei cavalieri. Quasi li invidio, questi giovani, che partono spavaldi verso il loro destino! Non tutto però fila liscio e Tania resta ferita battendosi con un leone (finalmente una bestia “normale”!) Tom e David la soccorrono e riescono a condurla in uno sperduto villaggio, un’oasi nel mezzo di un deserto, ai piedi di un’alta e solitaria montagna.
18 Luglio 2005
Ancora un sogno, bizzarro, dove immagino un villaggio sperduto ai margini di un deserto popolato da poche decine di vecchi saggi, che si definiscono “i guardiani della scala di luce”, che altro non è che il passaggio per il misterioso mondo dei cavalieri, di cui nessuno sa niente (nemmeno io!) Tania è convalescente, Tom e David sono con lei e Xantor sarà la loro guida lungo la scala di luce, che sale lungo la grande montagna che sovrasta il villaggio. E stavolta voglio proprio vedere dove andrò a parare!
24 Luglio 2005
Caldo, giornate terse e lunghe: ne approfitto per spremere al massimo il mio orto, che sta iniziando a dare i suoi frutti, intanto proseguo con le sistemazioni attorno alla casa: come già detto, non è il tempo che mi manca! Ancora una volta il racconto si è arenato, non so come se la caveranno i giovani su questa montagna e cosa troveranno sulla sua sommità, però altre storie mi sono venute a tenere compagnia di notte. Le sto trascrivendo sull’altro diario: mai immaginato di diventare uno scribacchino!
3 Agosto 2005
Accidenti! Stanotte ho fatto un altro di quei sogni assurdi che ti fanno balzare a sedere sul letto, sbattere le palpebre e stupirti di trovarti a casa tua! I tre amici, seguendo Xantor, sono entrati nelle viscere del monte dopo essere passati, alle prime luci dell’alba, fra gli anziani schierati al piedi del monte, che intonavano una strana litania alla luce tremolante delle fiaccole! Un’immagine così vivida che oggi, col sole a picco, se chiudo gli occhi vedo ancora nitida come se l’avessi vissuta in prima persona! E non è tutto, perché nel sogno i quattro salivano in una galleria buia che ad un certo punto il sole accendeva di riflessi fantasmagorici, sbucavano quindi su un aereo terrazzino dove una scala intagliata nella roccia li portava ancora più in alto, fra le nubi. E non è ancora finita perché, ormai fra le nubi, dopo avere rischiato di impazzire a causa delle visioni evocate da quelle misteriose nebbie, i quattro entrano in una buia caverna… e quando escono dall’altra parte sono nientemeno che su un altro mondo! Giuro che, quando ho finito di scrivere, mi tremavano le mani dall’emozione ed intanto mezzogiorno era passato da un pezzo!
8 Agosto 2005
Attorno a casa mia, il deserto: anche i pochi residenti delle isolate case qui attorno sono partiti per le vacanze e mi sento più solo ed inutile che mai, perché so che a Settembre non dovrò preoccuparmi di ritornare al lavoro. Sono passato dalle parti della mia ditta ed ho notato che non hanno perso tempo, sul cancello sbarrato c’è adesso un bel cartello con la scritta “vendesi capannone”: è proprio finita! I miei amici di un altro mondo se la passano meglio di me: hanno ritrovato Fjodhor e Leila che, a cavallo di bizzarre cavalcature simili a struzzi, ma senzienti, li hanno accompagnati in un villaggio abitato dai krjol, dove si sono ricongiunti coi loro amici. Cavolo, non potevo immaginare questo posto più strano di così, con animali senzienti, piante e fiori giganteschi dai colori inventati, un cielo blu-rosato… il mio strizzacervelli mi direbbe che è un desiderio di cambiare realtà causato dalla frustrazione, quasi quasi gli do ragione!
16 Agosto 2005
Sempre più caldo, sono qui da solo, assordato dal frinire delle cicale, ma sono soddisfatto perché il mio piccolo orto se la cava alla grande e così, quando immagino le cene che i giovani dividono coi Krjol, “vedo” generose portate di radici, verdure bollite, zuppe misteriose… evviva i vegetariani!
22 Agosto 2005
Finalmente una buona notizia: una raccomandata della società per cui lavoravo mi informa che la cassa integrazione speciale è ufficializzata. Per un anno non dovrò preoccuparmi dei soldi, dopo vedremo: un anno di respiro, che mi fa tornare un poco di ottimismo, ma dovrò darmi da fare per inventare qualcosa; intanto, coi soldi, potrò iniziare (lentamente!) ad arredare casa. Nel mio lontano mondo, che ho chiamato Kjora-nak-Tay, gli otto amici imparano lezioni di vita dai Krjol, che oltre che alti e rossi di pelle sono anche profondamente legati alla natura… nessun riferimento agli indiani d’America? Ne dubito!
27 Agosto 2005
Prima giornata di pioggia del mese… con grande gioia del mio orto, che soffriva l’arsura! Chiuso in casa, sul tavolo nuovo che fa bella mostra di sé nella sala ancora quasi spoglia, continuo la “mia” storia. Nessun sogno, ma la vicenda si dipana mano a mano che la scrivo: i giovani, accompagnati dai tre cavalieri, sono partiti dal villaggio per raggiungere un monte chiamato la Montagna dei draghi (ma non è quella che hanno lasciato su Neara? Eppure, stranamente, “sento” che questo monte deve chiamarsi così). Dopo non so cosa succederà, vedremo…
22 Settembre 2005
Ho lasciato in sospeso per un poco la storia, sia perché non “vedevo” più un suo proseguimento, sia perché ho iniziato a frequentare una associazione che si occupa di ricollocare i disoccupati: non che mi abbiano dato molte speranze, ma bisogna provarle tutte. Poi ieri sera, mentre tornavo a casa sul mio trabiccolo, ho fatto una specie di sogno ad occhi aperti dove il drago di Xantor, che ho chiamato Feith, portava a spasso mentalmente David in un mondo che sembrava l’incubo di un drogato, pieno di colori folli come un caleidoscopio. Da questa visione ho cominciato ad immaginare i miei otto amici, quasi diventati cavalieri, che apprendono da Leila alcuni segreti dei draghi… e di nuovo ho pensato di essere diventato matto perché ho buttato giù, di getto, pagine e pagine descrivendo queste creature fantastiche che escono dall’uovo spaventosamente feroci, voraci e, come se non bastasse, anche folli perché vedono il mondo distorto nemmeno fossero sbronzi. Tutto perché i draghi vedono la realtà in due modi distinti, sia come gli uomini, con forme, colori e tutto il resto, sia come insiemi di linee di forza energetiche… c’è perfino un poco di fisica, in queste mie fantasie! Insomma, il succo della storia è questo: mentre un drago adulto può passare a piacimento da un modo di percepire la realtà all’altro, un drago “cucciolo” non lo sa fare, da qui nascono le visioni distorte e la follia. Scopo dei cavalieri che sognano un drago diventa allora svezzare il cucciolo di drago che hanno sognato, istruendolo a percepire correttamente la realtà: una specie di imprinting, come con le famose papere di Conrad Lorentz, insomma! Bello, logico… peccato che continui a non sapere dove mi porteranno queste fantasie… forse in un manicomio?
26 Settembre 2005
Ho fatto ancora un sogno: un’altra montagna, gente che ci saliva su una larga mulattiera. Sono i giovani che si avviano alla loro ultima prova, cavalcare il loro drago: issati sulle strane cavalcature bipedi che ho chiamato Tay-Key, accompagnati dai loro istruttori… ah, dimenticavo, David e Meredith si sono messi insieme! Mi diverte questo risvolto sentimentale della storia, è forse perché sono da solo e vorrei una relazione stabile? Purtroppo non posso permettermela, almeno fino a quando non troverò un altro lavoro. David, sapessi quanto ti invidio, amico di un altro mondo! Tu non devi sbatterti per trovare un lavoro, ti basterà, quando sarai in cima alla montagna, salire in groppa al tuo drago e non lasciarci la buccia… ma so che ce la farai, che diamine, questa storia deve essere a lieto fine!
[continua]