Alice Cislaghi
Pitigliano
Deliziarsi è un’arte lenta
da assaporare prima che masticare
da degustare prima che ingerire.
Cibare gli occhi è un’arte antica
da accarezzare prima che vedere
da sentire prima che memorizzare.
Lingua di terra
di tufo scolpita
maremmana di giorno
paglierino lunare di sera.
Pitigliano etrusca
Pitigliano ebraica
sei bellezza,
opera e ricordo
nei chiaroscuri tufacei
nelle botteghe artigiane
nelle succulenti osterie
nell’austerità dei cipressi.
Sei negli sguardi sornioni
di due gatti complici
con le code intrecciate
all’ombra di San Rocco.
Francesca Danese
Tra te e il mondo, forse la vita
A volte lo sguardo sale
per inciampare in una nuvola
bianchissima e tenera come te,
che un pensiero potrebbe fendere.
A volte fa capolino l’autunno,
tu ancora in sandali e canottiera,
ad appigliarti al sole; in poche onde,
dal verde fiammante al bruno dei rami.
A volte ti senti più grande
di te e di chi ti vortica attorno;
e rientrando, ti passa accanto lieto
e vivace il primo passo di un bambino.
Ci sono pomeriggi esausti
in cui sapresti odiare persino
il caro parlottio di un passerotto;
e tu che da piccolo ne hai salvato uno.
Ci sono sere in cui lamenti
un mondo da buttare, da scordare,
una catapecchia; qualcuno ti chiama
nonna o papà, fratellino, amica; o amore.
E arriva una mattina in cui la mente
si svuota e riemerge libera:
respiri quello che trovi,
sorridi ai vecchietti,
ringrazi chissà chi,
chissà perché ora;
ti accorgi di te
e vivi.
Eligio Faldini
Saggezza
Tu, saggezza,
fonte inestimabile di Vita.
Che, come una foglia,
volasti via insieme al vento.
Che, come me,
hai pianto di gioia e di dolore.
Vorrei riabbracciarti
In questo giorno magico,
prima che tutto si possa oscurare.
Aspettando, sì, quei fiocchi di neve,
che scendendo dal cielo,
si scioglieranno sui nostri occhi,
plasmandoci di vero amore.
E così, vedremo brillare una stella,
una vera stella,
che potrebbe illuminare
per sempre i nostri cuori.
Francesca Giannetti
La rinascita
Nel cuore, il maschio, un seme ti conficcò
fin dalla notte dei tempi,
nell’umiliazione e nel sopruso
per essere donna, ti gettò.
La forza bruta prostrò
solo chi di quelle si piegò
in queste la semina germogliò
tutt’intorno prigione e abnegazione trasformò.
Ma per le ribelli no!
Il seme Cristallo di rocca diventò
trasparente brillò.
La corsa verso l’integrazione solcò
mai si fermò.
Infinitamente caparbia sei, donna!
La tua passione tutto prosciugò
un mondo nuovo reinventò,
il tuo fervido intelletto illuminò
quella tua condanna spazzò.
Tu lucentezza sei
che tu sia celebre o misconosciuta
Delizia
Onore
Nobiltà
Naturale
Anima
rimarrai.
Lodovico Guarino
Momenti fatti di colori
Un’immagine, un ricordo.
Le mani che si muovono al buio,
a memoria, su due corpi.
Senza luce, senza colori.
Non servono.
Una storia che finisce e
una vita che non si riconosce.
Colori chiari senza forza,
giornate che si allungano e pesano.
Oggi nel sole, il presente è un istante dilatato.
Il ricordo appare, intenso e violento.
Da solo al rosso di sera,
con il profumo della gardenia color panna.
Oggi con le mani,
tocco i colori del tempo,
il bianco e il grigio.
Elena Guidi
In rotta verso il mare
In rotta verso il mare ho incrociato un groviglio di arbusti…
al luneggiare notturno
il riflesso perlaceo dei rami di vite odorosi
m’intralcia il cammino…
chiudo gli occhi e lascio la mia mente veleggiare lontano
e acuisco i sensi al suono ridondante
del silenzio campagnolo…
solo il frinire delle cicale mi ricorda l’estate che fu
e le nari riconoscono profumi noti e familiari…
la resina intensa del pino ondeggia nell’aria
giocando con i miei ricordi spensierati di gioventù
fanciulla dai lunghi capelli che correva nel buio
dell’amata pineta e stancamente felice
mi riempivo dell’affetto fraterno,
ora più che mai solido sostegno profondo
nel mio cuore…
la lontananza non scema il ricordo
e la gratitudine e l’orgoglio sororale
sono profondamente avvinghiati
dentro di me!
Un grande fratello!
La vita ti ha dato alfine sollievo
ed ora vivi sicuro nel porto raggiunto,
mentre io, maggiore fui,
ora vago in rotta verso il mare
alla ricerca della mia bramata serenità…
Mirela Ianus
Altalena di parole
Di colpo e a volte a insaputa
Strisciandoci sotto la pelle, secco,
Il fuoco dona gusto di cicuta
Al nostro sangue – serpente cieco…
E non ci salvano verso la sera
Stregoni stanchi fuori sentiero,
Ma proviamo con la preghiera
Colpevoli a lavare il pensiero.
Lanciando altalene di parole
Ci abbracciamo solo con lo sguardo,
Profumi a duello tra corolle
Cancellano la ombra del traguardo.
E sai che non c’è fretta per andare,
Che oltre porta forse c’è il vuoto,
che senza te non posso superare
Il nostro mare di parole a nuoto…
Stefano Irato
Opera 9^ classificata
Alla ragazza morta sul letto di guerra
Scende sui barlumi del dolore,
con le ciglia sfinite,
con le ore che battono sulla pelle paonazza.
Scende sul pudore della notte,
come un’eco maleodorante,
con le ali spolpate,
su di un sorriso sanguinante.
Scende
e non ci sono ricordi da dipingere,
non ci sono mani da riscaldare,
sento solo il cielo che precipita.
Giovanni Maltese
Ricordi di scuola
Un caldo meriggio di un’estate afosa,
sotto il carrubo,
m’attende, solitaria,
una panca sgangherata.
Il calpestio di frasche e di foglie secche,
il lento frinire di oziose cicale,
suonano per me agreste melodie.
Mi siedo, stanco.
Oltre il muro un brusio di bimbi,
mi trasporta tra i banchi di abete di aule deserte.
Chiudo gli occhi in un riverbero di suoni,
di pensieri ormai sopiti.
Cosi, tra la frescura di fronde amiche,
un dolce sonno mi rapisce,
e lì come preziosi carati,
arcane memorie mie custodite.
Loredana Moreni
Sogni
Mare azzurro
sinuose onde
accarezzano lo scoglio
l’emozione dell’universo
Gli occhi si chiudono
il sogno porta lontano
ove l’azzurro del cielo
sfiora l’infinito orizzonte
Il mio pensiero vaga
in mondi sconosciuti
dove il sapere si perde
in lande desolate
colori etnici
arcobaleni preziosi
nella seta che risplende
una donna col volto color d’ebano
sorride nell’estasi della vita
il tempo trascorre
Il sogno rimane.
Ermano Saino
Pierina, classe 1899
Hai solcato tre secoli
e in quella tiepida sera di maggio
non sei nemmeno morta,
hai soltanto cessato di vivere,
assopendoti dolcemente,
dopo un’ultima cena in famiglia.
Ed in quella breve discesa
verso un nuovo futuro
hai srotolato tutti i papiri
della tua lunga vita,
dalle praterie delle frementi primavere
agli incanti degli inverni di pietra.
Hai riassaporato per un istante
le corse sfrenate di quand’eri bambina,
la luna che irrorava gli argini delle risaie,
il tuo primo bacio,
inebriante come un giro di valzer,
la rugiada che imperlava il tuo bel volto,
le carezze di quell’unico grande amore,
le risate dei tuoi figli
ed i volti stupiti dei nipoti.
Ma hai riprovato anche le ferite
della tua dignitosa povertà,
il duro lavoro dei campi,
i calli sulle mani e nel cuore,
le guerre e la fame, indesiderati ospiti,
le tante, troppe persone che avevi perso.
Ed ora che ti accingi
a varcare l’ultimo portone,
sorretta da quella tua Fede,
umile e potente,
che ti ha salvato l’anima
e benedetto il corpo,
che ci sia Tutto oppure il Nulla,
hai comunque vinto
la battaglia della vita.
Federica Tombari
Amico Camino
Accompagna le mie solitudini,
avvolgile nei tuoi colori,
trasformale in compagnie di feste.
Suona la tua musica,
i tuoi spartiti rasserenano l’anima
sprigionano note di calore.
Fammi compagnia con la tua luce,
riscaldami con dolcezza,
dammi sicurezza.
Parlami, ti ascolto,
raccontami le tue storie
mi accarezzano il cuore
ed io mi addormento
mentre le tue note di calore,
mi fanno sognare.
Massimo Zona
Davanti a uno specchio
Davanti a uno specchio
misuro il mio tempo
tracciato
dai solchi di rughe
sul viso,
intanto che lenti
affioran ricordi
lontani.
Come d’aria le bolle in un lago
risalgono pigri
e indolenti.
Mi volto a guardare
e del tempo
ne scorgo
il continuo fluire;
e allora
più chiaro mi appare
che quella già andata
è la storia
più lunga e importante
del fiume
che adesso
veloce percorre
la strada al suo mare.