Vincenzo Filannino
Invidia
Seduto sulla battigia
guardo il mare con le sue onde
e il sole crescere, cangiando l’orizzonte.
Invidio il mare e anche il sole,
che ti han baciata
al sorgere di ogni giorno,
al calare della sera,
dormono, con il ricordo dei tuoi sorrisi,
e dei tuoi grandi occhi scuri
che sorridevano alla vita.
La tua gentilezza rendeva felice
chi ti chiedeva aiuto,
e parlava per te.
E quel lampo, di vita rimasto
non ha mutato il tuo sorriso
aiutandoci ancora a sperare.
Adesso sono arrabbiato
con il sole e il mare
perchè hanno goduto più a lungo
della tua presenza,
durante la mia assenza.
Paola Gozzi
Mediterraneo
Colori, suoni, vibrazioni…
risuonano dentro.
Echi lontani
di profumi e d’oriente,
di trasparenze brunite dal sole.
Il bianco dei ricami,
il verde odore del vento
che porta dal mare
desiderio d’infinito…
Mentre dentro
un ritmo sferzante di vita,
energia pulsante di mille volti diversi,
sapori e odori di secoli
intrecciati tra loro
Danzano
senza fermarsi…
Eterna samba dell’esistere.
Raffaele Olla
Beatrice
Beatrice sarà il tuo nome.
Ne ho scorto le iniziali negli occhi di tua madre
dentro il suo corpo celi la tua vita
le nudità della mia donna mi appaiono mutate, quasi inviolabili…
Mi avvicino a lei per ascoltare il tuo piccolo cuore
la passione unifica le nostre carezze.
Miei dolcissimi amori.
Come fioritura di mandorlo che segna la primavera
così abbraccio le nostre nuove vite.
Ti attendo.
Carmelina Petullà
La tunicata
Dolce e rosata, dal sole bruciata,
nasce dal cuore di terra dorata.
Tonde bulbose cipolle distese
a lunghe trecce vengono appese.
Sempre rosata è la tunicata.
Cresce in terra dal mare cullata.
In agrodolce, ancor rosolate,
sono tra i cibi le prelibate.
Cipolla rosa, sempre odorosa,
Tropea ammanti tutta di rosa.
Vestita a veli, senza pretese,
salti festosa le paste contese.
Ancor rigiri frittate gustose,
sopra fumanti salsicce golose,
e mentre cibi bocche in attesa
togli la rossa tunica appesa.
Enrico Trivoli
al conte Fabio Trivoli di Fagnano Castello.
L’addio
Mi stai dicendo che lasci i miei monti
e così
mi vieni via o Rosa
e i tuoi occhi di gioia una nube adombra
e i condor urlano nei loro cieli di un amore strappato dal vento
e col fiato grosso mi perdo nella nevaia
davanti agli occhi di stupore degli alberi di ghiaccio
e a loro confido segreti e malinconìe d’amore
e una musica casta di Scozia ci tormenta o Rosellina
con reminscenze di grotte e di mare
e di musiche ascoltate nel sogno
e ti vedo come in un quadro di Dùrer
tra colline in fiore conduci al pascolo pecorelle di nuvole
e una nubetta gelosa ti osserva sai
giocherei!! con ciuffetti d’aria colorata
mentre ti offro un pezzette di cielo come dimora
e cime innevate di monti e grotte di tepore e ansiti d’amore
e sogni
che tu non vuoi.
Nota: Ascoltando Scottish, terza sinfonia di Felix Mendelssohnn. A Maddaloni._