Giuseppe Berton
Prima di dirti amore
Posso chiederti un bacio
e poi basta
poi solo un altro bacio.
Quasi
fermare il tempo,
in un attimo senza fine,
prima di dirti amore.
E pensavo
a quando volevo baciarti
di soppiatto ed ero così incerto.
E pensavo
ora un bacio sarebbe un sogno
allora ti ho baciata
ed il sogno
è diventato vero,
vero come un sorso d’acqua
quando corri sulla strada,
sotto il sole
e non c’è acqua
vero come i tuoi occhi belli
ed il tuo sorriso leggero
e allora
ci siamo baciati di nuovo
senza dire una parola,
perché le parole erano finite.
Mentre la sera scendeva,
silenziosa,
sul mondo inquieto
ed i nostri baci stavano
lievi, sopra la terra
senza fine.
Graziano Burattin
Sulla tomba di Calpurnia
Da dietro quell rupe, rossa appare d’improvviso la luna
È si come le altre sere, ma ci stupisce e squote: è l’una
Non riesco a fermare il pensiero che vola, vola su marte
A cercare quella cosa che si muove: nuova opera d’arte
Rifflettiamo solo un attimo e sottovoce del rapporto a due
In quell’incantato silenzio tu… tu sei sola, vicina a noi due
Siamo sopra una grande pietra. È una magica atmosfera.
Si tace… Le mani si sfiorano… che emozioni quella sera!
10.08.1997
Sua umanità
No’ se poe no amare el papa novo
lu te ciapa col so fare sincero
el ga ea sicuressa de cristo vero
el ze aperto e dea cesa voe rinovo
“no liberismo” che affama da novo
i sagi sveerà del IOR el mistero
e tuti i pedofii via dal ministero,
e nol sa se nassa ea gaina o l’ovo
del so dio metà ze cristo: l’omo.
Anca i atei ze boni pa’ l’eternità
dio no’ ze catoico, ma on dio-omo
pa’ tuti i so cotoeoni l’è sua santità!
Ma nialtri scrivemo on novo tomo:
tuti te ciamaremo: Sua Umanità”
05.10.2013
Lucianamaria Curti
Rosso è il loro colore
Ci sono fiori che sanno di acqua e di vento,
di sole e libertà.
Rosso è il loro colore.
Rosso, come il sangue e il fuoco,
come l’amore e la passione,
come la rabbia.
La semplicità buca
all’improvviso la terra,
nell’ora della rinascita.
Umiltà e orgoglio
si incontrano.
L’umiltà di essere un fiore di campo.
L’orgoglio di resistere
all’apparente fragilità.
Rispecchia l’animo battagliero
di una donna.
Tenero e delicato, appare.
Tenace e forte, vive.
Svetta in mezzo al grano o ai binari,
sicuro,
con quella macchia rossa,
unico occhio
per scrutare l’anima.
Solido, sullo stelo esile,
ondeggia al vento senza paura.
Ti invita e ti sfida.
Testardo nel suo sciogliersi al sole,
esalta ogni movimento interiore,
ogni istante di pura bellezza.
Nell’attimo stesso
che cercherai di averlo,
l’avrai inevitabilmente perso.
Avrai spezzato la libertà.
Pietro Agostino Masotti
Lo scorrere del tempo
Oh, quante intenzioni si perdono nella bufera,
la fine si veste di certezza,
mentre gli attimi vagano fra nostalgie confuse.
Tuttavia, sopra le scure nubi,
il sole ed il calore dei suoi raggi,
asciugano le lacrime dell’inganno.
Il desiderio di pensare, libera l’animo
dalla rassegnazione e dalla rinuncia.
Le riflessioni a volte, ci mettono trepidazione
e ci tormentano con le loro ossessioni,
ma la fresca brezza del vento
che culla le cime del pensiero
è portatrice di fiducia che ci rallegra.
D’improvviso, tutto ha un senso!
Tiziana Sartorati
Quando un amore
Quando un amore
perde le ali
è un fiore reciso
che svelto sfiorisce
lascia petali
– raggrinziti
e parole
– raggrumate
volate nel vento
e disperse
in mille frammenti
dolorosi stiletti,
precludono al sollievo
è una gabbia
– una gabbia di sbarre sguarnita
ma
atroce
più atroce di un tradimento
poiché priva di voce
per frusciare
amore
Gian Paolo Simonato
Attesa
il telefono non squilla
non c’è suono né voce
la tua che attendo
che vorrei sentire
come quella di Dio
ultimo nel possibile
e siamo e saremo lontani
o ci ritroveremo
o ci risentiremo
in un pensiero dimenticato
scintilla che accendo un fuoco
di memorie
in un paradiso sghembo
sfuggente
solo tu salverai
la corsa idiota
all’orrido nero che aspetta
avido boia d’amore
incollando attimi di attesa
con la pece
Notte dopo notte
mi chiami e io vengo
fra le tue mani
e lentamente illumino
le turgide valli del cuore
lentamente riscaldo ogni tua goccia
con ogni mia goccia
che scorre sui rami di ghiaccio
Veronica E. Torres
Moskwa Hotel
Moskva Hotel, dall’alto dei tuoi piani contemplo un
ricordo vermiglio che vaga nell’arsura della
memoria. Amavo il suo nome,
Anastasija, il mondo, la vita.
Rivedo i profili santi delle cupole di San Basilio,
bulbi di sole e pietre, immergersi nel
blando ceruleo dell’orizzonte e le torri
ostinate del Cremlino ergersi nella
verticalità sacra dell’utopia e
la folla errante e il giorno correre
operoso e indifferente al mio abbraccio che
ostinato e straniero langue ai bordi
della Piazza Rossa. Guardo la sua
chioma bionda offrirsi al mio fertile
campo nell’ora divina alle copulazioni e
il suo profumo condurmi nell’abisso
della sua anima vergine,
piacere proibito, mani che percorrono
declivi e allietano affanni e il cardo
fiorire avido nelle purpuree labbra del
giacinto e l’estate salpare vigorosa nella
linearità dei giorni lontano dal tramonto
dei sogni, dalla parabola dei corpi.
Ma ignaro Eros lanciò la sua scure
mutando l’alba in cenere e oggi
sogno ancora profumo di donna.