Barbara Abbruzzesi
Estate
Uccelli e cielo. La morte arranca
tra l’odore del mare e del pino.
L’estate rubata dietro ai vetri
a una madre. Cura il giorno
una figlia, come a pregare,
la litania del meriggio
sa di crema e
d’ammoniaca i ricordi
si fermano bambini,
sul bordo di piscina,
negli occhi di madre
a cercare il conforto che viene.
Occhi negli occhi. Salati.
Il mare respira piano
a cullare un altro giorno
incredulo del suo indugiare.
Maurizio Cafaggi
Nostra signora dell’ipocrisia
Visi di calce,
Scivolano via, con l’ipocrisia,
Vite, prese di striscio,
Prostitute, al conformismo blasfemo;
Per biciole, auto celebrative.
Arroccati nella supponenza, afasici,
Mai, in loro, germini il dubbio,
Lampo, che squarci, immotivate certezze.
Di fronte, alle domande eluse,
Chiare fonti, d’infinite possibilità,
Le difese ipocrite, cadranno,
Sbriciolate, dai venti dell’ignavia;
Come foglie morte a novembre
Ignudi saranno, all’ultima ora;
Con l’angoscia, delle occasioni perdute.
Ornella Crocco
Alpini
Anche noi questa forza vitale preferiam dedicarla all’amore,
all’amor per il nostro fratello che dal baratro urlando ci invoca,
per la donna che a casa ci aspetta, per un bimbo che chiama il papà.
Ma, se il nostro dovere ci chiama, saliremo da Abruzzo e Sicilia,
scenderemo da monti e colline per andare a difender la croce
da chi vuol superare i confini di un convivere giusto e leal.
Ora no non possiamo approvare chi a brandelli il suo corpo riduce
per distrugger chi invece alla vita ha il diritto di dare valor.
Ora no non abbiamo paura, ora no non temiamo il nemico,
ora no non torniamo più indietro, siamo Alpini e sempre sarem.
Ora si mostreremo fermezza a chi accolto con gioia e calore
ci ripaga causando terrore e distrugge le nostre città.
Ora si calzeremo gli elmetti, ora si marceremo compatti,
ora si gli scarponi chiodati all’unisono battono il suol.
Ora si sceglieremo la guerra se e quando difende la pace.
Sempre noi accoriamo all’appello per sminare, curare, nutrire,
per salvare, scavare, costruire, confortare, aiutare, donar.
Ma guai a chi, ritenendoci buoni, vuol distruggere i nostri valor.
Ora no!
Luigi Delfini
Chi si guarda in silenzio
Guardandosi fissi nel profondo degli occhi
Sicuramente parleranno tra loro
E se credon di amarsi la solitudine muore
Pur se tondi e lucenti danno vita a due specchi
Son riflessi tra loro cercando un tesoro
Cercando la via che porta nel cuore
Questo piccolo scrigno che ha ognuno di loro
Ma uniti tra loro danno vita a un amore.
Celestina Fanoni
Arcobaleno
Arcobaleno
dipinto nel cielo
dono della natura all’uomo.
Crea sempre grande stupore
mix perfetto
di tutti i colori.
Dopo un temporale
lo vai cercare
basta un raggio di sole
e tra la pioggia leggera
nasce come dal nulla
s’irradia nel cielo
nel suo infinito splendore.
Con i suoi segreti, misteri
dona delicate sensazioni
se lo osservi per un po’
ti rapisce
e come in una favola
vorresti toccarlo
volarci dentro
fonderti in esso
e diventare tu stesso
puro colore.
Si riflette sul mare
e pure in una piccola pozza
si riflette nei tuoi occhi
fino a restarvi impresso
ogni volta è grande stupore.
Quando si dissolve
ti dispiace
e vorresti urlare
«ti prego, non te ne andare»
resta… fammi sognare.
Lucio Postacchini
Acacie del Tronto
Acacie fiorenti;
E acacie cadenti
E morenti,
Sulle rive del
Tronto.
Piccole foglie,
Ingiallite,
Ondeggianti
Nel vento.
Tutto passa,
E muore,
Nel tempo,
Ch’è ascoso
E silente.
Tempo impassibile:
Par non veda gli eventi.
Eppur tutto inizia,
E finisce,
Nel tempo.
Sotto,
Il Tronto che scorre
Si sente:
Gli scrosci
Sono lamenti
Per tutte sue
Acacie morenti.
Con loro foglie,
Cullate,
Dal vento.
Davide Risi
La vecchia quercia
Dalla vecchia quercia
ormai dimenticata
cade una foglia
color malinconia
colta solo dal poeta
nel cui animo
è sempre autunno.