29 Settembre
Queste parole volevano accompagnare le rose di ieri. Sono, d’improvviso, sbocciate stanotte… svegliandomi
Tre rose
rosse
per te
Per la tua bellezza
interiore
Per il Frutto
sacro
del tuo amore
per me
Per chiederti perdono
per tutto quanto
volevo
e non ho saputo darti
mai
Delicato profumo
carezza dolce
oltre le spine
dei nostri giorni
più amari
A Elisabetta Stefanini
Che volete…
…sono vecchia!
alle soglie dei “novanta”…
…posso solo ricordare
case, luoghi, città, paesi
e amori…
quegli amori forti,
fragili, immensi
Tutti gli uomini
che ho voluto
e avuto
che ho amato nelle cose
nelle case, nelle città e nei paesi
nei brani della mia vita
vissuta nell’eternità della poesia
Scrivo storie
descrivo con le parole
fiumi e vallate
praterie di sogni
che il mio cuore
fotografo
indelebilmente
ha fissato
nel grande libro
della memoria
Rimango legata alla vita
come l’abbraccio
stretto
e nel profumo
dolce
del mio glicine in fiore!
Binario morto
(Auschvitz)
Solo un binario
morto
rimane
tra due torri
attonite
e vuote
all’entrata di un campo
recinto di filo spinato
con baracche
di inganni
che accolsero
vite spezzate
destinate alla morte
Quanti treni
di carne violata
sono entrati
quanti treni arrivati
e partiti
poi ancora arrivati
con vagoni di angoscia
stipati…
poi partiti
poi
ancora arrivati…
È
deserto silenzio
che parla:
quanti volti smarriti!
quanti sguardi atterriti!
quanti morti viventi!
La follia di un disegno
che vuole
ancora annientare
gente inerme
avversata
scacciata
in fuga da guerre
può
di nuovo
accecare la mente?
Sepolcri imbiancati
fanno muri
di spine di ferro
Caino
nuovamente si scaglia
sull’inerme fratello
e l’uccide!
Rosa rossa
Oggi
è sbocciata una rosa
Rossa
come sangue di gitana
Leggera
come goccia di rugiada
Superba
come regale principessa
Vellutata
come carezza di un’amante
Sensuale
come zagara andalusa
Misteriosa
come musica ancestrale
Amara e dolce
domani, quando
mentre il vento di Zante
l’accarezza e rapina
disperatamente abbandona
i suoi petali di seta
il suo profumo
Trittico del mare
(a Brunello Gentile, marinaio e poeta)
I – Il tuo Mare
Il tuo Mare è più grande
Oceani
la tua nave ha solcato
lontane terre ha toccato
E ti sei inebriato
al Libeccio
e al Maestrale
Rapito
Sbalzato
Cullato
nell’urlo di grandi uragani
Hai vissuto
Sirene ed incanti
Hai sposato una Ninfa
Come Omero
hai cantato
Nel porto di Ulisse
la tua barca ormeggiato
Il mio Mare
è tra spiaggia e orizzonte
sabbie ardenti
o pietre salate
levigate da carezze bagnate
Tra scogliere di schiuma
e di lava
ho vissuto notturni uragani
E il respiro del vento d’estate
nella dolce risacca
mi ha portato nei luoghi segreti
e lontani
del mio pensiero
Il tuo Mare
è un Oceano immenso
La mia isola
rifugio sicuro
dove dolce è il naufragio
Come il Tuo
tra Spiagge e Orizzonti
il mio Mare è Infinito
Come il Tuo
il mio Mare è POESIA
II – Tutta la Spagna del Sud
Un poeta
ha scritto di mare
Una donna
quei versi ha cantato
Un Aedo
ha dipinto l’azzurro
tra le corde
sulla bocca
di una chitarra andalusa
Arpeggio di parole
tra le labbra
lievi
di una Sirena
Note antiche
sfiorate da una mano
scarna
d’artista
Ho ritrovato
tutta la Spagna del Sud
tutto il mare
del mio Cilento d’infanzia
nel divino meriggio
di quel giorno
d’estate
III – Ischia
(Gabbiano ferito)
Profilo di donna
in controluce
Vino d’ambra
nel bicchiere di cristallo
sulla spiaggia dei Maronti
al tramonto
S.Angelo
si staglia sulla linea
interrotta
dell’orizzonte di fuoco
che sfuma verso l’azzurro
già di pallida luna
Tra la sabbia dorata
e la schiuma di sale
della risacca
un gabbiano
ferito
indugia smarrito
In quel fremito d’ali
cerca
ancora
il suo volo