Antonio Turnu - La voce dell’eterno silenzio (The Voice of Eternal Silence)
Collana "I Gigli" - I libri di Poesia 15x21 - pp. 74 - Euro 7,50 ISBN 978-88-6587-0051 Clicca qui per acquistare questo libro In copertina: “Silenzio image” fotografia di Antonio Sassu Antonio Sassu (nato a Padova nel 1950, ma di origini paterne sarde). La poesia di Antonio Turnu, nella sua ultima raccolta “La voce dell’eterno silenzio”, si è fatta concettuale e meditativa, solenne e sapiente, fino a giungere al più alto livello metafisico. Giorgio Bàrberi Squarotti Prefazione La silloge di poesie “La voce dell’eterno silenzio” di Antonio Turnu, rappresenta la sostanza lirica d’un percorso umano che attraversa il “mistero della vita” e “l’enigma del tempo”, come è ben evidenziato dall’Autore, grazie al valore autentico della Parola che diventa strumento per combattere le difficoltà, gli smarrimenti, le inquietudini e le distorsioni dell’esistenza stessa. Massimo Barile La voce dell’eterno silenzio (The Voice of Eternal Silence) A mio fratello Efisio
Ora che non ci sei
fino a farmi dubitare
e rendere incredibile la mia esistenza
la nostra presenza
ed esplode
di scaglie e stupore
cuce ferite
fasciato da libero arbitrio
in quattr’assi e fuse gocce stagne
nel cerebrale suo gheriglio
E babbo contadino semina
che i figli appartengono al vento
dell’uva e del grano il mistero di vita
come i cavalieri della tavola rotonda
Poi sello il mio corpo
e continuo a combattere
Ahora que no estas
hasta hacerme dudar
y hacer increíble mi existencia
nuestra presencia
y explota
de copos y asombro
cose heridas
envuelto de libre albedrio
en cuatro ases y fundidas gotas de estaño
al interno de su mente
Y papá agricultor siembra
que los hijos pertenecen al viento
de la uva y del grano el misterio de la vida
como los caballeros de la mesa redonda
posteriormente ensillo mi cuerpo
y continúo a combatir
Il limite
e dimmi
che fossimo nel limbo
anziché gettarci nel passare in vita del trapasso
come angeli in cielo
è vivere nella compassione col Cristo tuo diletto
degustando carni immobili trafitte
Tu che sempre sei stato
quale fu dimmi il tuo principio
possa aver avuto fine
fluttuanti enigmi nel tempo
Prendilo per mano
accogli il suo spirito inquieto
Nel grembo del tuo esistere
nel lago della tua misericordia
di ferite infranto
Prendilo per mano
allattalo
ricordalo
e nel parto tuo ritorna
Piangiamo del corpo il distacco
nel presente innestato
incide e intaglia il percorso
come abile trucco mortale
che ha tenuto su
Ora aleggia gabbiano stridendo
dove ogni sorriso prevede
Comunque sia
e insegnaci a capire
a quello che verrà
Sembrava non vedesse
ma tra l’iride e il fondo oculare
che io non compresi
Lenta una lacrima
fino a stillarmi il palmo
condensa
dell’essenza tua vita
in un brivido come tuo rantolo
lacrima d’alito d’anima tua
in una gran nube
su questa terra
Quell’occhio di rugiada
aveva in sé il mistero
siamo un frullo d’ali
del cuore di Padre
Credevo avessi bisogno di me
lì
nel freddo esistere disteso
mentre eri tu
nel legno di morte volavi aureola
con l’identità scarnificata
fra i dubbi di miseria umana
nella veglia dopo l’Ultima tua Cena
mentre nell’Orto degli Ulivi
sorseggiavi sudore di sangue
e nelle mani del Padre e grembo di Madre
e la tua preghiera
Di questa vita inattesa
vita diverrà il sogno perduto
sui quali poggiava il pensare
di quel che è stato
legato dai fulgidi e cangianti colori
dal sempre più difficile commiato
perché di noi nulla si è creato
si è distrutto
apparirà ancora
in uno spazio bolla
e arrotolate
È un continuo mettere alla prova
perché la sua infinita pazienza
di chiedermi cosa Dio mi sta dicendo
per capire il modo e dove
per farmi giungere alla polvere esausto
Umiliato e non offeso
se non per donarmi ancora
alle papille mai celato
della sua intensità
Se non perdonarmi ancora
cuore e segreto dell’esistenza
con chi la sviscera e interroga
che a Dio lega ogni essere
che slega e abbandona
Senza parola ti rivelerai
tra quiete e tormento
Sentirai nel silenzio il tuo spirito
come pelle di serpente abbandonato al sole
e in solitudine pregherai stupito
di terra e silenzio
che il tuo spirito ha lanciato
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