La Poesia è Musica…
A chi ama la Verità e la Bellezza
Angeli persi
Vestiti di vento
in vegliardi e taciti sogni
che ardono:
palpiti eterni di cuori agitati,
membra irrequiete
nell’immenso vibrano.
Voli pindarici in auree spirali,
mitiche forme che nel
cielo spaziano…
Docili e fredde
essenze immote suonano,
pudiche voci nell’aria balzana.
Anima nuova
Dolce, ferita,
cerbiatto e cucciolo in
un bosco ombroso
Anima lesta,
fulgida e accesa di
vive correnti
e grigi temporali
Chiasmo di psiche
e di sinestesie più lente e
sfumate, impavide
e mosse…
Autunno
Volano le foglie morte,
secche si torcono e cadono giù
fragili e docili al vento gelido
che con un turbine le porta via
Trepide e immote forme di vita,
inargentate scie d’Eternità…
Flebili orme e lenti sospiri
in una scia cullate e poi disperse.
Ciliegi rosa a primavera*
Filastrocca della sera
per la bimba ninnananna:
ma siam sicuri che poi se la dorma?
“Ciliegi rosa” voglio cantare
e la piccina ballando cullare.
ninnananna ninna-oh, tatatì, tatatò.
Zitta zitta la bambina
dormirà fino a mattina…
Ninnananna ninna-oh,
quando si sveglia un bacio le dò!
(* Il testo fa riferimento a una nota canzone italiana
Confonderò l’amore nella notte…)
Confonderò l’amore nella notte…
Lo scriverò su una pergamena
e una bottiglia lancerò nel mare
che nei suoi abissi perderà ogni cosa
Ed oltre al lume della lanterna
non una fata parlerà al mio cuore:
solo il ricordo di una mano tesa, di
una canzone mi sorreggerà.
Dissertazione
La bolla di sapone è perfetta e lucente
traboccante e tonda, sensuale e plastica,
innocente e fulgida, morbida e viscida,
reverenziale, ma non è per me.
Pesante con grazia, presente con garbo
è un moto di gioia frizzante nell’Etere;
Misura, Estetica e Fantasia concorrono
a vincere un premio sì ambito.
Nobile dama sorride e volteggia
portando con sé un profumo inebriante…
Mi stuzzica il naso, mi fa sospirare,
mi strappa un sorriso, ma non è per me.
Dolore
Distilla lacrime amare,
goccia a goccia le sento bruciare
con una cadenza regolare e lenta,
terribilmente marziale e rigida.
È un ritmo macabro e sensuale in
cui masochismo e tristezza si annullano;
come una piaga scuote ogni fibra e
genera fitte che il Silenzio macera.
Fantasia
Persi e agitati nella notte scura,
colori e suoni vivi si intrecciano
ed accompagnano voci e ricordi
nel cielo nitido che chiama stelle.
L’aria pungente e più chiara genera
nostalgie antiche e nuove speranze;
stormi di uccelli inneggiano al sole
immersi in bagni infiniti di Luce.
Fiori
Essenze mute
nell’innocenza pura
di uno stelo
Dolci chimere,
cromatiche atmosfere
di perfezione dal
divin sigillo
Stemmi regali
di meraviglia
dalle corolle vivide
e laccate
Sfacciate vergini
immortalate
fragili e altere,
candide preghiere
Miti ed austeri
angeli incompresi
in cui il Mistero stesso
si rivela
senza una macchia
e senza paura,
come ogni dolce
anima che spera.
Ho spento il lume
Nell’ultima stanza umida,
fredda e densa di ricordi mi
sembrava ancora di essere fragile,
paurosa e pavida come bambina
mentre nel gesto della mia mano
scorreva il sangue dell’anima accesa,
ferita e riversa nella tempesta placata
che porta con sé ogni cosa.
E nel mio pianto, nella mia voce
c’è ancora il segno di quella luce
ma non vi è freddo e non altre lacrime
nel ricercarla, perché ho spento il lume.
I gatti della sera
Ecco che nicchiano sotto una pergola:
uno sbadiglia, l’altro dorme già;
un terzo guarda la Luna da sul tetto
e l’occhio aperto riceve il flusso arcano
dell’amica bianca salvifica e silente,
matrona della notte e di magiche creature.
Veggente e complice un felino bazzica
l’orma felpata, muta e consacrata…
Un micio passa indisturbato e lento
tra le viuzze della città dormiente.
Il cuore e l’anima
Scuotono e bruciano
l’intelletto
come la folgore:
cupa intensità e
odiato mulinar dei sensi
addosso al limbo delle
Incertezze.