Sezione I
Sulla possibilità di un tutto cosmico
GRAND TOUR
Fermo.
Come pietra grigia
a strapiombo
sul mare d’inverno.
Il tramonto
pone fine
ad un altro giorno
gonfio di sdegno.
Schiavi del tempo,
schiavi del regno.
In frenetica fretta
in ordine sparso
orde barbare di civiltà
s’ammassano
in grigie città di cemento.
Chi insegue chimere,
chi fugge nel sogno,
chi si guarda le spalle
e attende.
Forse che la lama
attraversi la carne
forse il posarsi di
una farfalla.
E mentre il saggio
butta via tutto
per correre al vento,
gli amanti sprofondano
nel rosso del sangue
e delle labbra
e persi dentro i lori sguardi:
volano
come in estate
sugli altipiani
le nuvole bianche.
Per poi sciupare
in poche grida
gli infiniti palpiti
di una lunga attesa.
Per poi ritrovarsi mortali
di fronte al tramonto,
che pone fine
ad un altro giorno.
Fermo.
Come pietra grigia
a strapiombo
sul mare d’inverno.
I GUARDIANI DEL SONNO
Cos’è questo rumore sordo,
di passi nervosi in avvicinamento,
rantoli, crepitii e paura cieca
che riduce al silenzio?
È il tempo di una lacrima.
È la vertigine di una goccia
che cade nel fondo di un pozzo.
Il tempo è relativo,
così mi è stato detto, lo spazio
si curva e si estende. L’orologio,
come un cuore, batte a ritmi differenti.
Come sangue che pulsa, come le ciglia,
come un tamburo che chiama alla guerra,
come l’onda che travolge il frangente
come un cavallo veloce al galoppo
come freccia dall’alto che scocca come
pensiero che incalza e in testa rimbomba,
come impeto di slancio che non si può fermare,
come il possente respiro del mare.
Là, dove di notte in mezzo alle nebbie
si costruiscono i sogni, mentre i
morti in silenzio ci guardano austeri.
Loro, i guardiani del sonno e noi
sentinelle in attesa dell’alba.
PENSIERO
Tutto è perso
di ciò che non avevamo.
Tutto ciò che più non trovi
è perché non lo riesci più a sognare.
Sarà che sono lontano dal mare,
sarà che non riesco più ad amare.
O forse che il tempo perduto
mi sembra un’era da riconquistare.
Forse è l’amore che duole,
o forse è il dolore che non ci vuole
lasciare… ah naufragare!
Oggi avrei voluto un abbraccio,
oggi avrei voluto un senso.
La Patria lontana mi sembra un miraggio
e intanto rimembro, assorto,
e nel silenzio rimembrando
mi distacco dal mondo.
E di colpo, come saetta,
niente più mi tocca
di tutto ciò che mi trapasssa.
POP VISION WORLD
Il cielo è nero
con palline gialle,
la vita è bianca.
Cadono bombe,
cadono stelle,
la gente muore
e i sogni rimangono.
Il cielo è azzurro
con pallini bianchi,
la vita è autentica,
cresce scuro dolore,
dalla terra nient’altro.
La gente accenna
un sorriso che è falso,
i sogni si infrangono.
SAI CHE PENSO
Sai che penso?
Che tutto sia
un immenso nulla,
con dentro e fuori sogni.
Con sopra e sotto cose
troppo grandi o troppo piccole
per poter essere capite e colte.
Sai che spero?
Spero una stretta di mano
e un cielo sereno,
spero un senso lontano
e un amore vero.
E di tutta questa infinità
poco importa cosa
ci toccherà alla fine:
Intanto respira!
POESIA DI NATALE
(Fr)
Un homme regarde le ciel
assis sur le sable du désert
il est nuit et le froid s’installe,
il se couvre avec son manteau
et de tout son coeur il se demande:
viendra t-il jamais un jour de calme?
un temps nouveau pour le monde?
Quand, mon Dieu, nous sera
annoncée la bonne nouvelle?
et surtout, avec toute mon âme,
à quoi ça sert toute cette souffrance?
Mais voilà une étoile qui brille
dans les yeux d’un enfant
il trouva sa réponse et dans
l’amour de Marie, sa mère,
son espérance et la notre.
(It)
Un uomo guarda il cielo
seduto sulla sabbia del deserto,
è notte e il freddo si fa denso,
si copre con il suo mantello
e con tutto il cuore si domanda:
verrà mai un giorno di calma?
Quando mio Dio, ci sarà annunciata
questa buona novella e soprattutto,
con tutto il mio cuore, a cosa serve
tutta questa sofferenza?
Ma ecco nel cielo una stella che brilla,
negli occhi di un bambino trovò
la risposta e nell’amore di Maria,
sua madre, la sua speranza e la nostra.
SILENCE PLEASE
Tutto
porta via
il tempo
i belli
e i brutti
i vincitori
e i vinti
i pianti
e le feste
le regge
e le case
di paglia.
E non rimane
nient’altro
che il vento
sui campi
e il mare,
eterno,
a guardia
dei tempi.
[continua]