Dietro la maschera

di

Cassandra Bianchi


Cassandra Bianchi - Dietro la maschera
Collana "Le Schegge d'Oro" - I libri dei Premi - Poesia
12x17 - pp. 34 - Euro 7,50
ISBN 978-88-6587-1324

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In copertina: theatrical mask © Sean Gladwell – Fotolia.com


Pubblicazione realizzata con il contributo de IL CLUB degli autori quale opera finalista nel concorso letterario J. Prévert 2011


Prefazione

Nella silloge di poesie “Dietro la maschera”, Cassandra Bianchi testimonia un modo diverso di “guardare” il mondo, di essere “dentro” la vita, fino a scoprirne le “linee essenziali”.
Dalle prospettive profonde, ogni minimo gesto e labile pensiero di questa vita, incarnano un passo nella rivelazione che conduce al destino inesorabile, al “sentirsi vivere” senza meta, quasi a fare i conti con il disagio che incombe: la parola poetica si intreccia con la vita e la contagia, elevandola alla pienezza del vivere.
Le stesse parole nascono dal vivere, proiettano le ombre nascoste, quel mondo che è kryptòs, nascosto alla visione superficiale, ma che può emergere con riflessi nuovi e con lucide percezioni.
Dal cuore escono allora frammenti incandescenti ma il gelo dell’incomprensione crea uno stato doloroso, l’ansia viene tradotta in immagini, il corpo si scuote e la mente tende a “narcotizzare la ragione per spicchi di illusioni”, in una proiezione relazionale che illumina la “strada maestra”, ossia la “verità”: comunque, sempre e solo, una delle “verità”.
La poesia di Cassandra Bianchi è espressione lirica che necessita di un processo di decriptazione, anzi, v’è quasi la volontà precisa nel fare in modo che tutto resti misterioso se non si conosce la chiave per decodificarne il linguaggio.
Tutto ciò come a voler rivalutare all’interno della sua visione poetica, le innumerevoli frammentazioni e le infinite, possibili e compatibili, percezioni collegate alla condizione esistenziale.
D’altronde, solo ciò che è banale è semplice da capire.
Non vi sono gesto o pensiero o lampo dell’animo che appaiono nella loro forma, ma vengono trasfigurati in un continuo alternarsi di immagini, visioni e sensazioni, che riconducono ad una complessa ricerca interiore.
Cassandra Bianchi, in equilibrio tra ego e “timida purezza”, vive pienamente la sua visione lirica e, in ultima analisi, paradossalmente, desidera porgere ciò che esiste dietro la maschera: mettere a nudo ciò che è celato, segretato dietro la falsa apparenza, occultato allo sguardo disattento, ammantato da un infingimento.
Ma tale processo è possibile solo per coloro che riescono a decifrare l’enigmatica sequenza del vivere che viene mostrata, lirica dopo lirica.
Nella vita odierna tutto viene sbranato o soggiace all’omologazione, in un cammino che è in bilico tra umanità e separazione: e Cassandra Bianchi, inietta, nella sua lirica, la finale constatazione che vede e sente il poeta come “un limbo senza terreno/un cielo senza tetto”.
La seduzione della sua poesia inghiotte nel complesso degli stati d’animo che nascono da esperienze autentiche: la sua parola partorisce forme illusorie e le distrugge con fatale determinazione.
Cassandra Bianchi oltrepassa il nucleo stesso della sua poesia e, in una visione parossistica, scopre le regioni segrete dove vita e morte sono intrecciate; percorre le zone dove l’inquietudine è immanente all’esistenza: ed è negli incendi interiori che la sua parola trafigge.

Massimo Barile


Dietro la maschera


Senza

Lava la lama senza santità,
raccogli il tuo passato,
vieni da me senza un futuro,
aggiungi occhi ad ogni sguardo,
fai del sangue strascico solenne.
Vorrai odiarmi senza profezie?
Io ti guarderò senza farti entrare.


Disilluso

Allucinazione punitiva.
Si produce nell’ansia tradotta in immagini.
Ma chi continua a sperare si è già rassegnato.


La non rivolta dell’uomo

Chiunque blateri di coscienze elette,
chiunque scelga la maschera dell’eroe,
tu come me.
Noi parolieri del mondo
non sottaciamo nulla.
Ma il momento del “per sempre” tra le fauci,
in bilico tra smodato ego e timida purezza,
assomiglia al fedele
aggrappato al cordone della religione,
incatenato con paure a promesse ultraterrene.
Dammi vane certezze ed io prometto
cieca credenza,
narcotizziamo la ragione per spicchi di illusioni.


Presunzione

I vostri consigli non li posso accettare,
la vostra mente non ha il mio filtro,
i vostri occhi ringraziano gesti passati.
Scambi profondi non colgono l’essere umano,
bestia addomesticata dall’individualismo.
Non raccontatemi dei miei ingranaggi,
la vostra vita io non l’ho vissuta!


Apnea

Da qui alla finestra c’è troppo da pensare
per non cambiare idea.


Prospettiva simbiotica

E c’è chi,
guardando la scia in cielo,
non sa che sono io a volare.


Soluzione invertita

Amico immaginario,
sollevi dai dolori,
imperituro anestetico.
Rigettarti la coscienza.
Accogli come ti si crea,
specchio di sospiri,
calda tana.
Il mio amico non parla,
rosicchia mobili,
non sa che esisto.
Creare per essere soli,
accelerare la sofferenza.
Partorire il rifiuto proiettato
è il tarlo del mio male.


Sei

l’ebbrezza di una nota in un salone di marmo
la scintilla che scoppia e scatena proiezioni
la nuvola con solo una forma
l’acqua che non disseta per troppo desiderio
la finestra che non ha mondo dietro
la vita che scorre in fotogrammi
il dolore che annienta e nutre
la città che vive frenetica passi sconosciuti
il foglio bianco per nostro volere
le mani forti che palpano l’armonia
le stanze vuote che vivono di pensieri lontani
la confidenza che abbraccia le mie tempie
le lacrime di perdita traumatizzate dall’incubo
il calore che fa di me ectoplasma
la morte delle speranze che ci riporta all’Uno
i tuoi capelli che soffocano i sospiri
i tuoi occhi che scrutano il mio stomaco
il tuo sorriso che squarcia mondi
il tuo abbandono che fa di me corpo spossato
tutto te che fai di me estasi e amore incondizionato
sei.


Imprinting

Il pensatore non vive di teorie,
tutto nasce, tutto si sconta.
Viviamo la teoria,
pratichiamo il pensiero.


Bilico

Morte a sorsi,
vita intera di apnea gorgogliata.
Carezze incastrate di falsa pace,
non saranno tutto.


Attimi

Un tuono di incoscienza
allieta la mia pigra lingua.
Potrò sconfiggere il tempo relativo?
Si distrae solo il dolore.


[continua]


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