Tramonto
Tramonto,
più nobile momento del giorno.
Come abile pittore,
dipingi il cielo di colori,
mentre mi perdo in me stesso.
Momento di transizione,
dal caldo giorno
alla tiepida notte,
notte portatrice di amore, pace e
oscurità, padrona dei giovani
amanti.
Momento in cui la fioca luce basta,
basta ancora per scorgere la luce dei miei occhi
riflessa nei tuoi,
per ricordare il tuo volto,
prima che i nostri corpi si uniscano
e il mondo smetta di esistere.
La sera nel tuo vestito
Voglio vedere il tramonto
nel tuo sorriso.
Voglio sentire l’odore della
sera nel tuo vestito.
Voglio ascoltare il mare che si
ritira nei tuoi
sospiri,
quando ti sfioro nella
notte.
Voglio rubare l’oscurità
all’ombra con la
luce della passione.
Voglio stringere la tua mano
quando i nostri corpi
duplice identità,
perdono.
Voglio mordere l’essenza
del tuo essere quando
ogni stella nel tuo sguardo
ritrovo, esplosione di vita,
infinito cielo.
Voglio implorare Dio, di
concedermi il tuo
dono anche all’indomani,
quando mi sveglierò con
in bocca il sapore della
luna.
Attraverso il finestrino
Vedo, attraverso il finestrino,
luci, un attimo e sono
via.
Il cupo sferragliare del treno
scandisce il ritmo incombente dei miei pensieri: quante
persone hanno fatto vagare
lo sguardo da quel cupo
vetro e quante lo faranno ancora?
Quali amori lontani ricordano?
Quali terre, quali paradisi sogneranno?
Quali mete potranno lenire i loro problemi?
Nessuna.
Perché quando anche l’ultima luce si spegnerà
e fuori calerà la completa oscurità,
ovunque il treno viaggerà,
l’unica cosa visibile nel finestrino
sarà il proprio riflesso.
Dolore di un ricordo
Il peggior nemico dell’interna quiete,
della pace dei sensi e della felicità presente.
Continuo e martellante è il sordo grido dei ricordi,
orme lasciate sul bagnasciuga, alcune più profonde di altre, che
non saranno portate via dall’impietoso mare del tempo,
che resteranno per sempre, sottoposte all’azione levigante dell’acqua,
causando sofferenza, tristezza,
ma anche felicità e rimpianto
per un momento che fu e che mai più non sarà, se non
nel luogo più bello e al contempo più desolato:
nel dolore di un ricordo.
Due mani per amarti
Due mani,
per amarti:
una per attirarti
a me,
dolcemente.
L’altra per accarezzarti
i capelli,
mentre guardiamo
la luna,
tu fra le mie braccia,
io parte
di ogni
stella.
Galleggia
La tua minuta
persona
si perde
per capillarità
nel foglio
bianco.
Il tuo cuore
galleggia sopra
il suo candore,
non si arrende,
all’indifferenza
del mondo.
Guardavi lontano
Guardavi lontano,
con quel tuo sguardo
perso, vuoto, stanco.
Poi venne lei,
ti prese per mano,
e tu ridiventasti
bambino,
puro, innocente, con
la meraviglia dell’amore
nello sguardo, ora vispo,
libero.
Insieme vi incamminaste verso l’uscita,
lei ti guardò,
promettendoti un regalo,
che mai prima di allora
ricevesti.