Michael Jackson magica visione - Freddie Mercury l’immortale

di

Cristina Morello


Cristina Morello - Michael Jackson magica visione - Freddie Mercury l’immortale
Collana "I Salici" - I libri di Narrativa
14x20,5 - pp. 142 - Euro 11,00
ISBN 978-88-6587-1089

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In copertina: «Il mio micino» fotografia di Cristina Morello


Si tratta di un libro doppio: da una parte troviamo poesie e racconti dedicati a Michael Jackson, dall’altra racconti dedicati a Freddie Mercury e a Star Trek, tre delle passioni dell’Autrice.


INTRODUZIONE

Questi racconti sono un omaggio a due delle mie più grandi passioni, rispettivamente in campo musicale e fantascientifico: Freddie Mercury e Star Trek.
Freddie Mercury, la cui musica e il cui ricordo sono immortali, non ha bisogno di molte presentazioni: musicista straordinario dalla voce incomparabile e grande compositore, nella vita privata era un uomo generoso e sensibile, pur con un carattere a volte capriccioso e volubile.
E qui si può vedere un parallelismo con la serie televisiva Star Trek, ed in particolare con uno dei suoi personaggi più particolari, l’immortale e onnipotente entità extradimensionale Q.
Proprio la caratterizzazione di Q ricorda, secondo me, alcuni tratti della personalità di Freddie (come si può leggere nel breve saggio “Q COME”).
È nata così l’idea di due racconti che fondessero entrambe queste passioni, così diverse fra di loro, ma accomunate da due figure molto speciali: Freddie e Q.



Michael Jackson magica visione - Freddie Mercury l’immortale


LOVE OF MY LIFE
(testo di Freddie Mercury)

Love of my life – you’ve hurt me
You’ve broken my heart and now you leave me
Love of my life can’t you see
Bring it back, bring it back
Don’t take it away from me, because you don’t know
what it means to me

Love of my life don’t leave me
You’ve taken my love, you now desert me
Love of my life can’t you see
Bring it back, bring it back
Don’t take it away from me, because you don’t know
what it means to me

You won’t remember
When this is blown over
And everything’s all by the way
When I get older
I will be there at your side to remind you
how I still love you – still love you

Back – hurry back
Please bring it back home to me
because you don’t know what it means to me
Love of my life
Love of my life…


Q COME

Oltre che essere un’appassionata di Star Trek, sono anche una fan di Freddie Mercury e dei Queen, e non ho potuto fare a meno di notare alcune coincidenze riguardo a questi miei due interessi.
Innanzitutto, sapete qual era la bevanda preferita di Freddie Mercury? La stessa di Jean-Luc Picard: il tè Earl Grey!
Ma, in particolare, trovo che ci siano molte somiglianze fra Q e Freddie Mercury.
Partendo dalla coincidenza più ovvia, lo stesso nome dell’immortale e onnipotente entità extradimensionale Q, non può non richiamare il nome che Freddie Mercury ha dato al gruppo da lui creato con Brian May e Roger Taylor (a cui si aggiunse poi John Deacon), ossia Queen. Gruppo che aveva al centro del suo simbolo proprio una Q…
Una seconda particolarità riguarda il cognome di Freddie: il suo vero cognome, Bulsara, non era a suo parere un cognome adatto ad una futura celebrità e decise di trasformarlo in Mercury, in onore del messaggero degli dei. E sappiamo che Q ha poteri quasi divini…
Passando ad un altro elemento, ho poi riscontrato una certa somiglianza fisica, in particolare per quanto riguarda il volto, fra Q come appariva nell’episodio pilota di Star Trek – The Next Generation “Incontro a Farpoint” e Freddie Mercury come appariva in quello stesso periodo. Se se guarda il volto di Q come appariva nell’episodio “Incontro a Farpoint”, trasmesso per la prima volta negli Stati Uniti nel settembre 1987, si ha l’impressione che egli sia stato truccato appositamente per assomigliare a Freddie Mercury. A quei tempi, infatti, Freddie era senza baffi, essendoseli tagliati all’inizio dell’anno per registrare il video di “The Great Pretender”. E proprio confrontando il Q di “Incontro a Farpoint” e il Freddie di “The Great Pretender” si può cogliere questa somiglianza. Inoltre, lo stesso abbigliamento eccentrico sfoggiato da Q nell’episodio richiama le acconciature stravaganti, eccentriche e trasgressive che Freddie sfoggiava durante i suoi concerti o nei video.
Passando poi ad altri elementi, ho notato una somiglianza anche caratteriale fra Q e Freddie. Conosciamo bene il carattere di Q: un semidio capriccioso, imprevedibile e viziato, che dimostra una petulanza infantile, e che ha continuamente voglia di giocare. Ebbene, leggendo i libri che riguardano Freddie, e ascoltando le interviste fatte a lui o ai suoi amici, si può capire che Freddie aveva parecchi lati in comune con Q: pur essendo un uomo romantico e dolcissimo, estremamente gentile e generoso, aveva una personalità dalle mille sfaccettature che lo portava ad avere un carattere volubile e imprevedibile, e ad essere, a volte, capriccioso, viziato e petulante; e anche a Freddie, come a Q, piaceva giocare e scherzare. Altri lati del carattere in comune fra Q e Freddie sono poi la libertà di pensiero, la natura ribelle, la sfrontatezza e la sicurezza di sé. Freddie, ad esempio, se è vero che era addirittura timido nel privato, quando era sul palco si trasformava completamente, con quei suoi movimenti e atteggiamenti sfrontati e sensuali. E quando il successo era ancora lontano, Freddie dichiarava con assoluta convinzione di non avere il minimo dubbio sul fatto che sarebbe diventato una star.
Altre somiglianze che ho notato fra Q e Freddie sono il gusto per la teatralità (vedi Q in quasi tutti gli episodi in cui compare – vedi Freddie nei video e nei concerti, quando ad esempio si presentava a fine concerto con mantello d’ermellino e corona), e la passione per le feste (vedi la parte finale dell’episodio “Déjà Q”, dove Q, per festeggiare il ritorno dei suoi poteri, materializza sul ponte di comando dell’Enterprise una banda mariachi, sigari e donne – vedi le feste pazze ed eccessive che Freddie organizzava per i suoi compleanni).
Gli ultimi elementi che secondo me hanno in comune Q e Freddie riguardano i travestimenti e le tendenze sessuali. Q in un episodio si è presentato sotto le sembianze di una donna, e non abbiamo difficoltà ad immaginare che, sotto quella forma, avrebbe potuto intrecciare una relazione con un uomo. Freddie appare vestito da donna in due video: il video di “I Want To Break Free”, girato con gli altri tre componenti dei Queen (anche loro vestiti da donne) e il suo video solista “The Great Pretender”. Freddie, poi, non ha mai nascosto le sue tendenze sessuali: dopo essere stato fidanzato e aver convissuto per sei anni con una donna, Mary Austin, si è rivolto a frequentazioni maschili.
In conclusione, non so se veramente chi ha creato il personaggio di Q si sia ispirato volontariamente o anche solo inconsciamente a Freddie Mercury, ma sta di fatto che, come appassionata di Star Trek e fan di Freddie, ho trovato parecchie somiglianze fra questi due personaggi unici ed “immortali”.
E mi piace pensare che Freddie, ora, sia lassù da qualche parte a vegliare sul genere umano, proprio come farebbe un Q…


UN DESTINO DIVERSO

Era quasi finito il mio turno in sala teletrasporto, quando successe.
Avevo riportato a bordo senza problemi Abauaky, Ken, Steve Horan e il dottore olografico dalla loro ricognizione sul pianeta.
I quattro erano appena usciti dalla stanza, quando mi resi conto che qualcosa non andava sulla consolle del teletrasporto.
Era come se una quinta persona fosse in attesa di essere materializzata, ma le coordinate di provenienza non erano quelle del pianeta.
Stavo chiamando D’Ashiell, quando realizzai che il misterioso segnale che il teletrasporto aveva agganciato si stava destabilizzando.
Se non lo avessi materializzato subito, chiunque o qualunque cosa fosse, i suoi atomi si sarebbero dissolti nello spazio.
Armeggiai freneticamente per alcuni secondi con i comandi, tenendo gli occhi puntati sulla consolle, finché non fui sicura di aver completato il processo di materializzazione.
Non c’era stato il tempo per contattare la Sicurezza, e mi apprestai a farlo in quell’istante, ma, quando alzai la testa mi trovai di fronte, in piedi sulla pedana del teletrasporto…
Non lo riconobbi subito, perché non poteva essere lui.
No, doveva essere qualcuno che gli assomigliava.
Eppure quel volto era inconfondibile.
Lo scrutai attentamente. Era vestito in modo sportivo: scarpe da ginnastica, pantaloni attillati chiusi da una spessa cintura nera, canottiera bianca con sopra una camicia verde oliva senza maniche anch’essa attillata, entrambe infilate nei pantaloni.
E poi il volto. Capelli corti e neri, occhi scuri, zigomi pronunciati, bocca sensuale sormontata da un paio di baffi.
E quella sua aria da mascalzone.
No, era impossibile, non poteva essere…

***

Non mi scuserò se intervengo prima che sia svelata la misteriosa identità, perché sono sicuro che in questo momento mi state ringraziando per aver momentaneamente interrotto queste zuccherose scempiaggini. Ma il fatto è che mi sento in dovere di puntualizzare che quanto sta succedendo ora e quanto succederà in seguito (in realtà è già successo, ma non voglio confondere chi ha una comprensione così limitata della linea temporale…). Dicevo, gli eventi di cui state leggendo, ebbene non sono proprio del tutto casuali. Diciamo che, per una serie di motivi che comprenderete in seguito, o forse no, si è rivelato necessario un mio modesto intervento; una pizzicata qui e una pizzicata là al corso degli eventi. Ma basta così, non voglio guastarvi la sorpresa. Dunque tornate pure a leggere queste patetiche… Come sarebbe a dire, chi sono? Uffa, che noia… Vi basterà che citi due sole lettere del vostro insulso alfabeto: QU…

***

“Ebbene, sì, sono io: Freddie Mercury. Solo, non saltarmi addosso…” mi disse lui abbozzando un sorriso.
“Ma, ma… Non è possibile…” balbettai.
“Infatti non è assolutamente possibile che io mi trovi qui. Che razza di posto è mai questo? E come diavolo ci sono finito? Se becco chi mi ha fatto questo stupido scherzo…”
Il suo profluvio di parole stava iniziando a farmi girare la testa, e cercai di recuperare un minimo di autocontrollo, tornando ai miei doveri di ufficiale di una nave stellare.
“Posso spiegarti tutto, ma adesso calmati. Sei fra amici, e non ti verrà fatto alcun male.”
Freddie si interruppe di colpo e cominciò a guardarsi intorno, forse rendendosi conto che quanto gli stava succedendo non poteva essere un semplice scherzo.
Io ne approfittai per chiamare la plancia.
“Capitano, forse è meglio che venga in sala teletrasporto.”
“C’è qualche problema?” chiese Faraday.
“Un grosso problema…” mi limitai a rispondere.
“Qualcosa mi dice che il grosso problema sono io…” commentò Freddie scendendo dalla pedana.
Ora, dopo l’attimo di smarrimento di poco prima, sembrava aver recuperato tutta la sua verve.
Io lo seguii con lo sguardo.
“Devi essere una mia grande fan, visto che non mi hai ancora staccato gli occhi di dosso…”
“Non esattamente. Cioè, io adoro le tue canzoni, e secondo me la tua è la voce più bella di tutti i tempi, ma non credo sia del tutto esatto definirmi una tua fan…”
Freddie mi lanciò uno sguardo interrogativo, ma io non dissi altro.
Come potevo dirgli che per me lui era morto da quasi quattro secoli, stroncato da quella terribile malattia? Come potevo dirgli che per me lui era rimasto un perfetto sconosciuto fino a cinque anni prima? Che da allora avevo ascoltato le sue canzoni, scoprendo la sua voce meravigliosa? E che ora, vedendomelo davanti, nel pieno della sua vitalità, ero sull’orlo delle lacrime?
Fortunatamente in quel momento si aprì la porta ed entrò il capitano.
Faraday mi rivolse uno sguardo interrogativo e io le indicai Freddie.
Il capitano lo fissò intensamente per alcuni secondi, poi gli si avvicinò sorridendo.
“Voglia scusarci solo alcuni minuti.” gli disse.
Quindi mi prese per il braccio, guidandomi dall’altra parte della stanza.
“Che cos’è successo? E chi è quell’uomo?”
“Avevo appena fatto risalire la squadra di ricognizione, quando mi sono resa conto che il teletrasporto aveva agganciato un altro segnale.” le spiegai.
La informai quindi brevemente circa l’identità di Freddie.
Faraday rimase pensierosa per un interminabile minuto.
Poi, con un sorriso tirato, si diresse verso il nostro illustre ospite.
“Mi chiamo Elisabeth Faraday e sono il capitano di questa nave.” disse decisa.
“Nave? Siamo in mezzo al mare?” domandò Freddie stupito.
“Non esattamente. Questa è la nave stellare U.S.S. Mintaka.”
Freddie scoppiò a ridere.
“Adesso non vorrà mica farmi credere che siamo su un’astronave, nello spazio?”
“Forse è meglio se ci spostiamo in sala tattica. Lì potremo discutere con calma. Mi segua.” lo invitò il capitano “Anche lei, tenente.” disse poi rivolta a me.
“Plancia.” ordinò il capitano dopo che fummo entrati tutti e tre nel turboascensore.
“Faraday a Lanka.” chiamò quindi.
“Mi dica, capitano.”
“D’Ashiell, mi raggiunga immediatamente in sala tattica.”
“Subito, capitano.”
Pochi secondi più tardi il turboascensore arrivò a destinazione.
“Che mi venga un colpo!” esclamò Freddie dopo aver fatto scorrere lo sguardo attraverso la plancia.
Cercai di immaginare come poteva apparire ai suoi occhi quello che per me era un ambiente familiare: un’ampia stanza, dove si trovavano diverse persone, alcune sedute, altre in piedi, tutte intente al lavoro su schermi o consolle. E davanti a lui un grande schermo, sul quale si vedeva un grosso pianeta arancione sullo sfondo di un cielo stellato…
“Devo ammetterlo: avete messo su degli effetti speciali davvero niente male. Sembra di essere veramente su un’astronave!” proruppe Freddie interrompendo i miei pensieri.
“Siamo veramente su un’astronave…” provai a convincerlo timidamente.
Freddie mi guardò come se si fosse trovato di fronte un marziano.
“Abauaky, Ken, Horan, seguitemi in sala tattica. Tony, a lei la plancia.” tagliò corto il capitano guardando me e Freddie in tralice.


[continua]


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