GOCCIA DI SILENZIO
Dalla strada dove arriva la vita,
tocca la gobba alla luna:
ti porterà fortuna.
Mangerai pane di fiorito azzurro
spalmato con il balsamo del mosto,
per essere tenace, come il cactus
che resiste, al morso dell’arsura.
E quando smetterai di invecchiare,
lasciando vuoto il nido come le gazze,
non chiedere il perché.
Là, nella luce fredda delle stelle
dove la morte siede per guardare,
canta, a voce alta,
una melodia che ti riscaldi!
Prima di essere goccia di silenzio
nella bonaccia dell’eternità.
1° Premio “Regina Margherita” Bordighera 2016.
SOGNI
Dentro la notte sfilacciata
l’azzurro delle formule scolora
per divagar nel nulla.
Gridano, gli avanzi dei rimorsi
come chi cade in un mucchio di rovi.
Poi mi giro di fianco e cambio sogno:
immerso nel paesaggio
oltre il cancello che apre alla strada,
bevo l’ultimo sole
sul filo delle rondini,
col nocciolo con dentro i desideri.
PERDERSI
Nella circonferenza della strada
viaggio con la mia anima
per attendere un segno dal tempo
dove tutto si trasforma,
si ridimensiona, si capisce.
Come i riflessi negli occhi
quando i tramonti annegano nel buio,
come uno shampoo dopo il carnevale
per togliersi da addosso
i coriandoli del nostro perdersi.
NON VOLLI
Non volli restar chiuso dentro al chiuso
a respirare il fumo del futuro
quando ero un gomitolo racchiuso.
Non volle la mia voglia infinita
una dimora che mancasse il cielo
per disegnarci i sogni con le dita.
Neppure un focolare volli, e un nido
con i vivi schiamazzi della prole
a mendicar carezze se non rido.
Al vento affidai le mie chiavi:
per chiuder sottoterra le tristezze
sganciare le catene degli schiavi
aprirmi spazi tra le stelle e il cielo.
MI INCONTRO
Con vista mare
fino alla cerniera del cielo
mi incontro tante volte
con la mente.
Mozziconi di pensieri
mi incendiano,
ma tenero nelle parole
per non ingoiare il dolore.
Semplicemente guardando
i cerchi, sempre più larghi
nello spazio aperto,
che si allontanano.
Ed è così,
che lucido il passato
e lo ripongo, come le scarpe,
fuori la porta.
…ED INVENTARE
…Ed inventare
un mondo nuovo
oltre gli scogli.
Là, dove l’acqua si riposa
dopo il violento scroscio
della pioggia.
Ed il cuore
resterà sempre in festa.
Perché quel mare
che dicevo,
al minimo trambusto,
ti viene accanto
a farti compagnia.
SOLE IN DIAGONALE
Un veloce tramonto d’inverno
coi raggi del sole in diagonale,
e in mezzo al caso
quel suo profumo di menta.
Poi… un’espressione istantanea
ridisegna trapunte di memoria,
e il nastro di tepore si riavvolge,
fingendo… di essere qualcuno.
Mentre l’orlo sfrangiato alla notte
rammenda, l’ultima luce,
tra la linea continua
del cielo, e il suo azzurro.
VORRESTI MA… NON VUOI
Mentre sul mare scivola la luna
espandi i tuoi capricci come il vento
fino a coprirmi d’un’umida eco
l’intero corpo di baci salati.
Poi ti contrai come una pigna verde
per richiudere i transiti segreti
ed è un tormento questo che fa male.
FINE ESTATE
Distratta e taciturna
muore una storia libera
d’amore
che altro non impone
la fine dell’estate.
Sbocciata nel fior fior
di luna piena
lascia solo qualche petalo
nel riverbero del cuore.
E si ritorna a sommergersi
nella routine della marea
che ci disperde.
SEPARARSI CONVIENE
In quei silenzi
illuminati dalle torce
si legge più chiaro
il volo dei sospiri.
Invano la mattina
cerchi un saluto,
un ricordo, un’occhiata,
nello sfondo annodato di vuoto.
Ma quando la luce declina
sul mercato dell’usato
il tempo che rimane
non migliora.
IO E TE, MARE
Nelle pause di bonaccia
col tuo sorriso all’orizzonte
viviamo solo io e te, mare,
nella distanza silenziosa
a respirare i flutti che ci cullano.
Sei celibe, mare, ma col seme della pioggia
ingravidi e dai vita al mondo intero.
Con lo scalpello di platino
delle tue onde, abbellisci ogni giorno
la scultura dei confini della terra.
E che ci importa, della tutt’altra gente,
quando esistiamo solo io e te, mare,
assentati dalle piaghe della vita.