Poesie Solco d’ombra

di

Demo Martelli


Demo Martelli - Poesie Solco d’ombra
Collana "I Gigli" - I libri di Poesia
12x17 - pp. 64 - Euro 7,00
ISBN 978-88-6587-4691

Clicca qui per acquistare questo libro

Vai alla pagina degli eventi relativi a questo Autore


Prefazione

La silloge di poesie “Solco d’ombra”, di Demo Martelli, offre spunti lirici per profonde riflessioni sull’esistenza, come a contemplare le manifestazioni del vivere e cercare, in un continuo disvelamento di ciò che appare nascosto ad una visione superficiale, di “dare un senso all’attesa” durante il nostro cammino.
La sua passione per la poesia nasce fin dalla giovane età ed è un continuo processo in divenire, quasi a sottolineare come “il nuovo” possa assorbire “il vecchio”, come tra “parole e distrazioni” si possano snodare i numerosi processi di interpretazioni e di stupefacenti meraviglie per “le piccole cose” della vita.
Nel “reticolo dello spirito”, con le sue “trame ipotizzanti”, i ricordi esistenziali, accompagnati dal sentimento d’amore, cercano di riempire il vuoto, di svelare il mistero e ricercare i segnali nei “giorni della vita”: in una lenta immersione tra piacere e stupore, nel “confuso sognare” che trae linfa dall’ispirazione lirica, nell’apertura costante dell’animo alle “porte della percezione”, si espande la poesia di Demo Martelli, in versi liberi, tra sentimento e ragione, tra malinconia che assale e “segnali” lirici che riconducono ad una rivelazione.
Nel gioco lirico, tra fulminazioni creative e “gocce d’amore” che bagnano le parole sofferte, emergono i ricordi esistenziali che hanno contrassegnato la sua vita: la felicità per un bacio della madre sulla fronte; l’immagine della famiglia riunita lungo il tavolo, con la tovaglia di lino e la lanterna ad olio; l’osservazione costante come ad entrare in comunione con la Natura e le sue manifestazioni; il ricordo della “merenda all’acqua fresca della fonte”; i “primi soldi guadagnati” e, la “forza trasformante dell’amore” quando ripensa a quel primo bagno in mare con una ragazza.
La polvere del tempo si deposita sulle cose terrene della vita, ma spetta a noi togliere quel velo e riscoprire la bellezza d’inebrianti momenti, dei pensieri e dei sogni che scaturivano dalle fenditure della vita come “leggero fruscio”, capace di dissolvere le ombre, per non banalizzare il mistero dell’esistere.
Demo Martelli sceglie di “riempire il cuore”, dare forma e sostanza alle emozioni, illuminandole con spiragli di luce, simbolicamente, semi lirici custoditi nel “rifugio dell’anima”: ecco deflagrare allora la sua profonda sensibilità, capace di spingersi “oltre il dolore” e pregare in silenzio con la consapevolezza che “la vita è un dono”.

Massimo Barile


Poesie Solco d’ombra


SOLCO D’OMBRA

Nel filo dei panni che ho già stesi
appendo gli occhi, arrossati
come i pampini d’autunno,
per setacciare, al buio della notte,
pepite di luce colorata.

Perché quando arriva un’età…
dove il nuovo assorbe il vecchio
contempli l’infinito
travestito dalla perfezione
per dare un senso all’attesa.

È come riavvicinarsi,
con la lingua interrotta
dal solco d’ombra,
ai tornanti del sole
per capire che siamo esistiti.

1° Premio “Regina Margherita”, Bordighera, 2012.
9° Premio “Cardinal Branda”, Castiglione Olona, 2013.
Menz. d’Onore“Patrizio Graziani”, Gioia dei Masi, 2013.


COME FINISCE

Lungo un sentiero
fuori dal paesaggio
dove niente succede,
il lento mormorio
che accartoccia l’erba secca,
mi fa ripassare i sogni
di come finisce
ogni angolo di pelle.
E con lo sguardo
rivolto verso il cielo
spruzzato di incompreso,
sguazzo nel niente
senza darmene un pensiero.


ARIA PURA

Arriva il momento
di respirare aria pura
quando pensi come la vita
corrisponda poco alle parole.

Cambiare i vizi dell’uomo
senza aver nulla da dimenticare,
senza aspettare il loro morire,
come una piccola vergogna
della quale sei geloso.

Nel reticolo dello spirito
con le sue trame ipotizzanti
c’è, il senso di un respiro,
il mestiere della perfezione.

È così che rinasce
quel poco che avemmo in sorte,
che ricuce il distacco
tra nascita e la morte,
perché mai niente
è dato per scontato.


VIAGGIARE

Se metto in fila tutti i passi
che ho fatto oggi,
uno attaccato all’altro,
e li aggiungo a quelli di ieri
a quelli fatti in un mese
in un anno…
nella vita,
mi vien fuori che,
per arrivare alla vecchiaia,
ho fatto undici volte
il giro del mondo, all’equatore.
E poi mi vieni a dire
che non ho viaggiato!


SI DICE CHE

Si dice che il coraggio
arriva dopo la paura,
portato da un nuovo
ciclo d’anima.
Il giorno dei rimandi
si dice che finisce
con la breve estate,
quando devi salvare
un altro giorno
che non c’è.
Ci sono cose che
non esistono ancora,
nel vuoto da riempire
tra parole e distrazioni.
Altre pesanti come
nelle tasche i sassi,
che fanno invecchiare
prima della giovinezza,
ma da seguire, ovunque,
come i cuccioli la madre.
Anche se un pezzetto di cuore
nutre sempre l’incanto,
sotto l’azione coprente
del sogno.


CLOCHARD

In quel lembo di vuoto
c’era un fruscio consistente,
ed usciva adattato alla forma
che ognuno gli vuol dare.

Il corpo era composto, lieve il passo,
come lieve è il ripetersi dell’onda
nel muricciolo dell’anima
quando pulsa la speranza.

Là, dove il fiume si annoda al mare,
nel miraggio di un fuoco occasionale,
lui, goccia dell’universo,
apparteneva solo a se stesso.

Felice come un lupo, un pesce, un uccello,
viveva a tastoni nell’incerto,
nel cerchio della luna,
per beccare le stelle.


IL RITORNO

Che fine ha fatto
quel darsi tanto da fare,
se, oltre il verde giardino,
l’ala d’uccello senz’aria
interrompe distanze,
e non resta che la tua dimenticanza?

L’uomo conosce il mondo
dentro di sé, e, come utente,
non può uscire da sé stesso,
se non con la morte
che lo riporta a Dio,
in quell’amore leggero…
dove la bilancia della materia
non può più pesare.


LA CONSEGNA

Brillano gli occhi al pupo
profumato di latte e pannolino,
e brillano alla mamma, al babbo, ai nonni,
quando sorride con il suo faccino.
Mangia, fa il ruttino, poi dorme
e ogni giorno si allunga a vista d’occhio.
Io… un brodino, colpo di tosse, dormicchio,
e ogni giorno mi accorcio
senza dar nell’occhio.
A questo vecchio più di novant’anni
trisnonno di mestiere a tempo pieno
brillano, di un umido appannato,
non solo gli occhi,
ma tutta la faccia.
E non è rabbia, forse l’emozione
di traslocare e dare il posto al pupo.


PAESI DI MAREMMA

Come amanti s’abbracciano
le case coi muri di pietra
dei Paesi che s’innalzano
sui colli più alti
dove il sole si posa
all’alba sulle cime.

Schierati come guerrieri,
con gli occhi volti verso il largo,
custodiscono la proprietà
fin dove il mare tocca il cielo,
fin da quando la pianura
non aveva un nome,
e il territorio, tutto,
cicatrizzato di stagni.

Ci ricordano le gare
per liberare ogni anno
un pezzo di terra acquitrinoso,
aumentare i seminati
e diminuire gli abitanti
in carestia.


UNA BELLA STORIA

Percorrendo stradine di collina
siamo arrivati in quella trattoria
per la specialità della cucina
e ritrovarci insieme in allegria.
La zia Marisa siede a me vicina,
di fronte Emy e Antonia, anch’essa zia,
Italo a destra, l’uomo che pagava,
ed io che già pensavo a questa ottava.

A un certo punto, mentre si mangiava
tutti contenti e ognuno sorridente,
Antonia un dito in bocca s’infilava
e dice balbettando: ho perso un dente.
Naturalmente poi ci si scherzava
dicendole: via su che non è niente,
ricorderemo con maggior memoria
la gita, il pranzo, e questa bella storia.

Monza 06-07-2013


LA FAMIGLIA

Sparito il sole dietro la collina
finiva la giornata di fatica,
la luna è già salita sopra il tetto
a diluire la tinta del buio.

Usciva lento il fumo dal camino
per la polenta cotta nel paiolo
che si mangiava con il pecorino
o lo stufato d’erbette e fagioli.

Di tre generazioni, numerosa,
a cena si riuniva la famiglia:
tavolo lungo, tovaglia di lino,
panca di legno, seggiole impagliate.

La luce la faceva un lanternino
ad olio, con lucignolo di corda.

Di tanto in tanto, un tozzo si lanciava
al cane, che sull’uscio fa la guardia.


L’ONDA UBRIACA

In disordinata armonia
l’onda, ubriaca di gioia
cavalca il vento sgrovigliato,
fino al silenzio
sigillato al profilo dei monti
dove il tramonto, lentamente,
con misurata decenza
lo uniforma al buio.
Come dovrebbe ogni uomo,
per entrare in comunione
con il mistero femminile,
che lo intriga.

[continua]


Se sei interessato a leggere l'intera Opera e desideri acquistarla clicca qui

Torna alla homepage dell'Autore

Il Club degli Autori - Concorsi Letterari - Montedit - Consigli Editoriali - Il Club dei Poeti
Chi siamo
La Rivista
La voce degli Autori
Tutti i nostri Autori
Per iscriversi
ClubNews
Il notiziario gratuito
Ultimi inserimenti
Homepage
Avvenimenti
Novità & Dintorni
i Concorsi
Letterari
Le Antologie
dei Concorsi
Tutti i nostri
Autori
La tua
Homepage
su Club.it