Fotograffie

di

Domenica Sammaritano


Domenica Sammaritano - Fotograffie
Collana "Le Schegge d'Oro" - I libri dei Premi - Poesia
14x20,5 - pp. 32 - Euro 8,00
ISBN 978-8831336192

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Pubblicazione realizzata con il contributo del Club degli autori, in quanto opera Segnalata nel concorso letterario J. Prévert 2019 sez. poesia



La silloge “fotograffie” di Domenica Sammaritano rappresenta una collezione lirica delle manifestazioni del vivere e dell’universo emozionale della poetessa che hanno contrassegnato il percorso esistenziale.
Il ricordo nel tempo può esser riletto con nuovo stupore, seppur velato di polvere, e la poetessa confessa “assaporo la mia nostalgia”: ecco allora che gli entusiasmi dell’amore, i sorrisi e le voci, i “mirabili silenzi” e le vane attese, gli “attimi di vita frantumata”, come i ricordi che lentamente sbiadiscono, rappresentano l’universo lirico offerto con il cuore per custodire ciò che ha segnato il cammino.
Le “fotograffie” riflettono il senso del vivere e la Poesia, come afferma Domenica Sammaritano, “è il nulla che distingue”, mentre la vita freme e scorre veloce, dissolvendo tutto ciò che non viene custodito e preservato dall’ingiuria del tempo.


Massimo Barile


Introduzione

Via via un giorno dopo un altro, esattamente come un’immagine via l’altra…
Un album di foto un po’ sdrucito, così come quello che nel tempo resta addosso, a volte dentro…
Alcuni sono graffi, altre carezze, molti sorrisi, tutti comunque attimi di vita trascorsa, anche se non necessariamente nostra.
Lo si rilegge al fremito di una nuova intuizione perché si invecchia sereni solo se si respirano i colori dal tempo sbiaditi.


Domenica Sammaritano


Fotograffie


All’amore che ci conduce…


CHOROS

Si scrive senza musica
Un accordo dopo l’altro
Senza contare gli occhi
Le mani
I candidi sorrisi

Si respira l’intesa
Concede il consenso
E poi si leva
La voce
Il suono
Il fremito
Il respiro

Si giunge al vertice
E si declina
Tenendo il cuore acceso
in tutta la sua luce

Siamo stranieri
In terra di suoni d’armonia
A malapena ci si inchina
Porgendo orecchio
A nuove sinfonie

Si prende fiato
E ci si invola
Vedendo balenare l’intuizione
Di vivere per sbaglio
L’esistenza.


NOZZE

Mi sfuggo
E poi
Ti sfugge
Il comune senso dell’amore
Sfuggevoli i ricordi
Si velano di polvere sottile
Che più nessuno ripulirà

Nessuna cicatrice
Assurda testimone
Di inutili viltà
Si mostra fiera
A rivelare l’alibi che manca
In tutto questo grigio putrefatto
Colore spento del fuoco
Dominato
E reso vano
Per stupido delirio

E tanto zelo
Nel rifinire le macchie
Che restano cosparse
Di pietà
Per una storia che insegue
La sua storia
Che non ha un senso
Né un luogo cui tornare.


PRIMO PIANO

Si contano le rughe
Intorno al tuo sorriso
E nei tuoi occhi
Balenano scintille
D’altri tempi
Quando nel cuore
Avevi l’entusiasmo
Dell’amore
E stavi ad ascoltare
Il buio della notte

Pare che il vento soffi
Fra i tuoi capelli
Petali evanescenti
Di rugiada

Così come diafano
L’amato tuo carnato
Si fa dolcezza

parlando al cuore
di
Mirabili silenzi


[continua]

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