A due passi dai banchi di scuola

di

Domenico Livoti


Domenico Livoti - A due passi dai banchi di scuola
Collana "Le Schegge d'Oro" - I libri dei Premi - Poesia
14x20,5 - pp. 40 - Euro 7,00
ISBN 978-88-6037-4677

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Pubblicazione realizzata con il contributo de IL CLUB degli autori in quanto l’autore è finalista nel concorso letterario «J. Prévert» 2007


Introduzione

Dal mio osservatorio privilegiato, lì a due passi dai banchi di scuola, qualche volta provo a ricostruire o a indovinare le storie personali dei miei allievi, e non ce n‘è nessuna che assomigli a un’altra.
Spesso quei due passi dai banchi diventano un’immensità siderale, ma possono anche permettere di lanciare dei rampini di salvataggio verso quelle minuscole scialuppe che navigano alla fine di un corso di studi e si accingono ad affrontare il mare della vita.
E allora un giorno ho preso la penna in mano e ho scritto questi semplici versi.


La comunicazione ha spesso bisogno dell’elemento
clownesco perché un messaggio o un insegnamento
arrivi in modo divertente e quindi più diretto.
In fondo l’azione didattica è uno spettacolo
che può avere successo o insuccesso.
Dipende dalle capacità dell’“artista” che si sta esibendo.
Ecco perché un professore, a volte,
deve saper essere anche un clown.


A due passi dai banchi di scuola


LA BALLATA DEL PROFESSORE

Ehi prof,
non fare il venditore ambulante
che vuol piazzare la sua merce scadente!
Non imbottirci di formule ed equazioni
oppur di Foscolo, Leopardi e Manzoni.
Parla di te, dei tuoi problemi,
ci sentiremo allora più vicini.
RIDI!
E che le risate faccian voltare i curiosi
e ne rimangano piacevolmente impressionati.
Non c‘è fame di nomi famosi,
c‘è voglia a volte di essere ascoltati.

Ehi prof,
la pedana non è un piedistallo
per la tua superbia e per la tua saggezza!
C‘è per evitare di stirare il collo
se vuoi guardar negli occhi la ragazza
che siede sola laggiù in ultima fila.
CANTA!
Le canzoni che dicono qualcosa
che dritto dritto arrivano al cuore.
Forse la classe non sarà più rumorosa
forse per te proverà anche amore.

Ehi prof,
la lavagna non è una pietra tombale
su cui incidere le nostre tristi epigrafi!
Sia un manifesto di vita normale
sia uno slogan da scagliare contro il male.
BALLA coi lupi,
balla con le nostre idee!
Balla con l’entusiasmo di mille platee!

E i libri, ehi prof, i libri
non siano piombo per bucare la mia pelle
siano spunti stimolanti
siano spinte emozionanti
per navigar sul mare del sapere.
E ASCOLTA, prof,
ascolta in silenzio
le urla della nostra crescita disordinata,
dell’ansia feroce di capire tutto
e dell’angoscia di trovarsi poi da soli
a chiedersi il perché dell’esistenza!
Ma soprattutto, ehi prof, PARLA
con parole di vita investici
perché alla fine non dobbiam concludere
che buona parte della nostra esistenza
si è bruciata sull’altar dell’insipienza!


LUCIANO

È quasi sempre sconosciuto
a noi
il senso di un dolore o di una perdita.
Che restano lì sospesi
anche quando un attimo di felicità
s’insinua
tra le trame di una vita.
Tu
hai già un’aria di serietà,
una sorta di consapevolezza,
una nascosta punta di fede,
una tua personale saggezza.
E non ti ho mai visto ridere appieno.
C’era sempre dentro al tuo sorriso,
come in un’incerta luce del mattino,
una specie di spina
che torturava il tuo viso
a una bonaria accettazione di un destino.


EMANUELA

Alla fine
hai scoperto il silenzio!
Le tante parole
dietro cui ti nascondevi
hanno iniziato a sperdersi nell’aria
perché una storia sta per cominciare.
E tu hai capito
che è più importante
a volte tacere
e far parlare
i veri sentimenti.


SIMONE

La Storia è impietosa
con i vinti.
E tende a coprire con un velo nero
anche le glorie e i momentanei successi.
La Storia
si converte alle passioni,
è come una sgualdrina di quartiere
che dimentica le gioie e i dolori,
finchè qualcuno, curioso o nostalgico,
scava tra le macerie
per cercarne la verità.

Ma
esiste nello scorrere degli anni
una verità?

L’unica certezza
è che tu esisti
e puoi scegliere da solo
i tuoi valori.


CORINNE

Tu non hai paura delle promesse
che la vita ha riservato per te.
È come se il tuo sguardo
fosse sempre rivolto in avanti.
Eppure tu hai conosciuto il dolore
e l’angoscia del labile confine
della nostra fantastica esistenza.
Lo so, tu hai la luce della Fede,
un’incrollabile certezza che ti guida,
e non capisci come la gente
possa fare a meno della speranza
e accontentarsi dell’elemosina di ogni giorno.


GABRIELE

Le parole scritte
ti fanno venire il mal di testa.
Tu
preferisci gli spazi e i prati verdi
dove inseguire un docile pallone
per sfogare
la tua irrefrenabile vivacità.
Eppure
quest’anno hai intuito
che anche le parole
hanno un valore,
e tra le sillabe
puoi scoprire nuovi modi
di spiegare il senso della vita.
Hai capito
che c‘è soddisfazione
a dare una voce ai tuoi pensieri.


CLAUDIA

C‘è un’ala nera nel tuo sguardo
che mischia paura e tenerezza.
Mari e monti hanno lasciato il segno
sul tuo modo di sentire il mondo,
ma l’incertezza di questi luoghi estremi
permane al fondo dei tuoi occhi scuri.
Tu non sai o non osi,
ma le tue labbra
si tuffano nelle onde della vita
e saranno in futuro capaci
di regalarti la gioia
che ti meriti.


FABIO B.

Inseguire e conquistare il successo
non è sempre difficile,
perché il successo è maschile
e quindi
comprensibile e conseguibile.
Impossessarsi del cuore di una donna
non è invece sempre facile,
perché i suoi sentieri
sono spesso impraticabili.
Tu
ambisci ai due traguardi
e del primo
hai già calpestato i gradini,
e del secondo
hai già gustato le incertezze.
Ricordati!
Tra le due mete c‘è un abisso!
Ma se ci credi,
potrà apparire un magico ponte
sospeso
sulla tua solida volontà.


BEATRICE

C’era una volta una bambolina
dagli occhi chiari e dai capelli biondi,
che voleva,curiosa e birichina,
uscir dai soliti noiosi girotondi.
Aveva un bel sogno nel cassetto,
conoscere della gente i sentimenti,
e un giorno un pazzo folletto
la incarnò in quel di Poggiridenti.
Ora la bambolina ha un nome
e gli occhi si aprono pieni di stupore
sulle meraviglie e gli umori delle persone.
La strada non è sempre in discesa
e spesso si prova il morso di un dolore
che arriva chissà da dove traditore.
Rimpiangerà la bambolina il suo mondo
o accetterà le fatiche della conquista
di un angolo d’amore e di bontà.


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