A LEI
Vuoi troppe parole tu!
Troppi suoni che volano via
e non riescono ad afferrare la tua anima!
E ogni volta che riposo sulla tua pelle
non so se ce la faccio a insegnarti
che dove c‘è silenzio
lì vive la bellezza!
ANDAR SU IN CIMA...
Andar su in cima
è un piacere solitario!
Inadeguate sono le parole,
più vicino all’Assoluto
è il silenzio!
Galleggio in una bolla di stupore
e il tempo
è un’invenzione degli dei
per proibirmi di scalare
il cielo!
PIZZO DI PRATA
“Mai riuscirai a calcare
i miei volubili sentieri,
piccolo uomo laggiù nella valle!”
Così mi sfida
giorno dopo giorno
il possente Pizzo di Prata
che ferisce i miei occhi
con le sue unghie di granito!
Come posso considerar superiori
i miei pensieri
se non riesco a stampar le mie orme
su una cima
che mi scruta indenne,
che mi deride,
eppur mi gratifica
con la sua bellezza immacolata?
DIALOGO
“Piccolo uomo in bilico sull’abisso
che godi a ogni avanzata
su quell’ immensa esplosione di granito
cosa cerchi in ogni scalata?
Cosa provi lassù tra le vette
che fissano il cielo, che frugan tra le nubi,
che attiran su di sé mille saette?
Perché metti a rischio la tua vita, perché rubi
preziosi istanti alla tua breve sorte?”
- Perché la vita non è vita senza morte,
perché la sfida è il vero sugo della terra,
perché se alfine un vortice mi afferra,
vuol dire che vivere ancora un poco dopo
non ha più senso, non ha più scopo! –
SUI SENTIERI DEI MONTI
Mai inciamperò
sui sentieri dei monti
perché ho lasciato a valle
le parole.
Tutto è più facile e chiaro
sulle cime.
Non ci sono difetti di comunicazione.
Mai abbasserò
sui monti lo sguardo
per la mia presunta inadeguatezza.
Pur in equilibrio su una vetta
gli occhi di un alpinista
si volgono verso il cielo.
C‘è sempre una nuvola, una stella o un’idea
pronte ad accogliere
chi sa andare
in alto.
IL PASSO SUBLIME
Anche il vento del nord s’infrange
sui bastioni possenti dello Spluga:
strada dei ricordi o via di fuga
per chi l’amara terra lascia e piange?
Oltre, strani dei tuonano nei cieli,
altre storie, altri eroi, altri miti
incrociarono i destini in quei siti
e squarciarono del mistero i neri veli.
Al di qua a sud rotolano i sogni
e i fiumi cercano la via del mare
dove luccicano il sole e le lampare
per altre genti, per altri bisogni.
L’occhio si volge indietro lì sul Passo
per un rimorso o forse un rimpianto.
Poi il cuore intona un nuovo canto
e la mano lancia al cielo un altro sasso.
AL PIZZO BADILE IN MEMORIA DI CARLO PEDRONI
La tua struggente bellezza,
velata di rosa
in un tramonto alpino,
non mi basta più
per capire perché un uomo
che ha sentito i tuoi battiti
su vie da sconcertare anche le aquile
possa avere trovato la morte
per un ridicolo sasso
che ha perso il suo equilibrio
su quel Vial dal cuore di ghiaccio.
C‘è come un godimento spirituale
nel posare i miei occhi sui tuoi fianchi,
ma nel mio animo c‘è una strana vertigine
perché continuo ancora
a non capire!
BUONA CIMA!
Sull’onda di aerei pensieri
e di accenni voluttuosi di vertigine,
tra il gelo di un vento immacolato
e volti increduli per la sontuosa vista,
con la tentazione di provare un volo
e adagiarsi sulla candida coperta
delle nuvole che s’appoggian sui versanti,
cosa c‘è di più bello, di più dolce
di una forte stretta di mano
e del suono di due magiche parole
che ti compensano della tua fatica
nel silenzio immortale di una vetta?
Buona Cima!
IL FIORE DELLA SOLITUDINE
Portami lassù, amore, dove spunta
un fiore magico, un’Erba Argentata,
otto petali bianchi di ghiaccio
attorno a un cuore giallo di sole.
Portami, amore, ai margini dei nevai
dove timide ninfe dei boschi
si mutarono in candidi boccioli.
Non ho paura della tua solitudine
sui picchi innevati delle Alpi,
temo che una Driade rubi il tuo cuore,
che un Camedrio stanco di esser solo
catturi e geli il tuo alito di uomo!
PERCHE’?
Non chiedermi
perché non temo le tempeste,
le pareti ghiacciate e gli abissi.
Non chiedermi
perché non torno indietro
quando le nubi mi accecano
e mi cerca insistente da ogni angolo
la solitudine.
Alfine
lassù
in cima
mi sento così potente e così piccolo
che mi viene sempre da piangere.
CAPODANNO SUL PIZZO BADILE
Inaccessibile, sul filo dello Spigolo
te ne vai attingendo stupore
nella pace incontrastata dei nevai.
Chi capirà la tua libertà?
Chi seguirà le tue orme sui ghiacciai
turbato dai silenzi dei crepacci?
Tu hai colto l’inconsistenza delle parole
e te ne vai nei cieli dell’assurdo
dove si può intuire
sognare
e pregare.