La mia donna ha capelli corvini neri più della notte
e profumo di zagare emana il corpo sinuoso.
Gli occhi hanno una curvatura di sogno e di grano,
sono armonie che ricalcano paradisiache vie.
Il naso è diritto come uno scoglio che
emerge dal mare e sfida la bufera.
In bocca la saliva è lava
che risale: ha il fuoco dentro
di una incoercibile passione.
I denti sono una corolla bianca di fiore inusuale,
che è schiuso ad ogni suo sorriso.
Tutto il volto attesta la bellezza
che vi dimora.
I seni come promontori dove i capezzoli sono fiori
che s’annidano, cercati da labbra d’uomo.
I fianchi hanno curve che,
come vaso plasmato da creta di bellezza,
attirano il mio sguardo ancestrale,
che si lascia soggiogare
da tanta voluttuosa armonia.
Tutto il corpo della donna mia
è bellezza e sogno, armonia e luce,
e io, attraverso la carne, raggiungo l’anima.
Ho una donna che ha corpo flessuoso di coguaro,
sguardo fiero e occhi grandi, come solo hanno
le donne di una bellezza pura.
Ha sul capo una corona di nasturzi intrecciata.
Gli occhi sono declivi abitati dal vento.
Le narici esprimono respiro.
Le sue parole intridono d’amore i brevi giorni.
Il viso è ovale geometria, che contiene armonia.
I seni sono grossi bianchi pani che sfamano
chi li cerca.
I fianchi, dalle trame d’oro e di bisso,
sono curvi rilievi dalle fonde insenature
dove è possibile la felicità.
Questa donna conosco da poco, ma se il sole
bruciasse la terra noi saremmo comunque salvi,
perché già ora viviamo l’eterno.
STAGIONI
A primavera allieta i freddi mattini il grido acuto e terso della rondine.
Il fresco di bucato, steso al pazzo vento, connota ilgiorno.
Le stelle roteano attorno al fulcro della notte.
Il glicine è una melodia viola, dal profumo stordente, dolciastro.
Viene poi l’estate prosperosa. Nel giardino, la rosa distende in armonia i petali.
Nella celeste corte, luminosi pulcini raduna la Chioccia degli spazi.
S’allunga il giorno, la notte cede il passo, di rosacei bagliori è sospesa l’aurora.
D’autunno tutto cade nella malinconia, stagione estesa tra due fuochi,
i boschi vestono cromie, poi la terra si fa avara e brulla.
L’inverno ha il pallore di giornate di nevischio e il calore di persone
che, intorno al camino, vivono il Natale.
Nuvole galoppano i cieli: fuggono brade all’orizzonte.
Betulle scarmigliate tra gli abeti sono querule risposte
ventose nel silenzioso mattino.
L’amore tu esprimi perfetto, mentre mi guardi e sorridi.
Ti amo tanto, in questo tratturo montano,
come se fossi scolpita per sempre, in questa assorta bellezza.
Ho una donna che splende notturna: falena che vibra le ali
sull’oleandro, sirena che avvince il mio navigato cuore,
Madonna che, col nero dei suoi occhi,
rende assoluto l’istante che ci contiene.
Sono mesi ormai che non ti vedo di persona.
Di te mi manca soprattutto il gesto affettuoso
con cui mi salutavi finito l’incontro.
Era un semplice bacio sulla guancia,
ma tradiva un ben più grande affetto:
l’amore che anche tu provavi
ed era uguale al mio.
Ho appena udito la tua voce: un balenìo
di parole che usciva dal cellulare.
Hai risvegliato in me
l’urgenza di questo amore.
Comprendo ora l’importanza di quello che
in poche righe tento di dire.
Se ti amassi come ti amo
tu mi ameresti esattamente tanto
ma io ti amo come ama amore
e tu mi ricambi del tuo
stesso cuore.
I giorni passano brevi.
La vita è dimensione infinita.
Una scia di ricordi è traccia impressa,
che il tempo non cancella.
Mia città, sono cresciuto con te.
Hai visto ricordi incisi nei giorni.
Ora che sei percorsa da me
a fianco di questa mia donna
misuro la mia felicità.
[continua]