PROFUMO DI RESINA, ODORE DI CENERE
Il suo cuore verde è morto!
COLPITO FRUSTATO FERITO ABBATTUTO
Il vento nefasto disperde il fumo nell’aere…
Il cupo cielo cinereo nasconde il sole estivo…
FUMO!!! FIAMME!!! LA PINETA BRUCIA!!!
Un grido d’allarme s’ode remoto…
l’odore di resina e il frinire delle cicale
lascia il posto alla fumata di Mefisto
che con forconi incandescenti
accende l’arsura implacabile che uccide!
Demoniaco il gesto convulso
della mano assassina che appiccò il fuoco
al polmone della Romagna – solatia dolce paese – Colpita, ferita, frustata dal Garbino
che porta la distruzione lontano!
Panico, terrore, fuga di animali e umani.
Fiamme immani crepitanti devastano la Pachamama
e come un ciclope impazzito tutto divorano.
I lillipuziani imperterriti accorrono all’urlo di dolore
e con mille voli icarici accecano il Titano e lo sconfiggono,
con l’acqua salmastra del mare…
amico e nemico, fratello e rivale…
…ora là, nel luogo sì caro…
come un paesaggio lunare apatico e silenzioso…
resta il tappeto impalpabile della cenere,
in cui solinghi si ergono
a rimembranza del misfatto – tronchi nerastri fusti brulli e arditi
che spiccano nell’orizzonte perlaceo
e l’arso terreno è ancor fumante e rovente…
e noi… increduli ed attoniti
rimiravamo angustiati ed afflitti
lo scenario irreale e sconosciuto,
mentre dal suolo s’innalzano ai nostri passi prostrati,
nubi tenui che offuscano
il noto e amato cammino…
LA NOSTRA PERDUTA UMANITÀ…
Questa impazzita selva umana selvaggia
abbranca il fratello nel buio
gli occhi annebbiati e l’animo spento
affoga il dolore nell’angoscia
soffusamente celata dalla tristezza
riversa sul diverso la rabbia
vomitando un digrignare pieno di forza
che scaraventa il cuore dentro un fosso
e la pozzanghera melmosa
ricolma di fetido letame umano che
come bestie senza lume
corrono affannandosi
per scavalcare scannare sopprimere sterminare
tutto ciò che ancora trovi solo
in un alito di vento e nelle onde del mare
nel profumo di resina e in un abbraccio vero
è la nostra perduta umanità…
Autunno 2015-gennaio 2017
IN ROTTA VERSO IL MARE
In rotta verso il mare ho incrociato un groviglio di arbusti…
al luneggiare notturno
il riflesso perlaceo dei rami di vite odorosi
m’intralcia il cammino…
chiudo gli occhi e lascio la mia mente veleggiare lontano
e acuisco i sensi al suono ridondante
del silenzio campagnolo…
solo il frinire delle cicale mi ricorda l’estate che fu
e le nari riconoscono profumi noti e familiari…
la resina intensa del pino ondeggia nell’aria
giocando con i miei ricordi spensierati di gioventù
fanciulla dai lunghi capelli che correva nel buio
dell’amata pineta e stancamente felice
mi riempivo dell’affetto fraterno,
ora più che mai solido sostegno profondo
nel mio cuore…
la lontananza non scema il ricordo
e la gratitudine e l’orgoglio sororale
sono profondamente avvinghiati
dentro di me!
Un grande fratello!
La vita ti ha dato alfine sollievo
ed ora vivi sicuro nel porto raggiunto,
mentre io, maggiore fui,
ora vago in rotta verso il mare
alla ricerca della mia bramata serenità…
p>. 4.10.2013