Fabio Manfrè - Fisica e dinamica della tecnica d’arco violinistica
Collana "I Pioppi" - I libri di Manualistica 15,5x21 - pp. 60 - Euro 14,00 ISBN 978-88-6587-3465 Libro esaurito In copertina e all’interno immagini dell’autore © Tutti i diritti sono riservati. Nessuna parte di questa pubblicazione può essere fotocopiata, riprodotta, archiviata, memorizzata o trasmessa in qualsiasi forma o mezzo elettronico, meccanico, digitale se non nei termini previsti dalla legge che tutela il Diritto d’Autore. L’obiettivo degli argomenti trattati nei vari capitoli è la progressiva conquista della tecnica del rilassamento; partendo da un approccio morfologico, fisico e tecnico si valorizza la sfera delle sensazioni che instradano alla ricerca del rilassamento (capitolo XII). In realtà questi capitoli, che non sono stati scritti tutti nello stesso periodo, testimoniano le varie fasi della mia evoluzione artistica in cui la tecnica progressivamente si affina mettendosi al servizio delle sensazioni liberandole. Fabio Manfrè PRÉFACE Quel violoniste n’a pas rêvé de percer les mystères de l’archet? Antoine GOULARD Prefazione Quale violinista non ha mai sognato di penetrare i misteri dell’arco? Ogni azione su questa bacchetta magica provoca una reazione interna che deve essere controllata e accompagnata da gesti complementari, senza i quali, l’arco raschiando sulla corda emetterà rumori degni di una giungla primitiva, s’innalzerà per ricadere in maniera isterica e incontrollabile o sbanderà lamentosamente provocando molteplici parassiti o fischi insopportabili. Il peggior crimine in questa materia è lo “strangolamento” recidivo che provoca ben presto la morte ineluttabile della musica senza l’intenzione di darla. Il “tentativo” di Fabio Manfrè ha il merito di penetrare per la prima volta in questo universo complesso e di chiarire il processo delle interazioni. Il suo studio basato sulla morfologia del braccio destro tiene conto di tutte le articolazioni dalla spalla fino alle falangi delle dita. L’autore spiega molto chiaramente i gesti fondamentali da programmare per evitare l’incidente fatale. Come il judoka, il violinista dovrà accompagnare con dolcezza le sollecitazioni meccaniche e a volte violente della bacchetta per trasformarle in una curva generatrice di elasticità. Questo lavoro pedagogico non era mai stato fatto e io mi auguro che ogni violinista amatore o professionista consulti queste poche pagine e familiarizzi con gli arcani dell’arco. Questa ricerca esemplare eseguita da Fabio Manfrè resterà un documento indispensabile al servizio della bellezza del suono. Antoine GOULARD Introduzione Le ragioni che hanno spinto l’autore a scrivere questo libro sono cosi sintetizzabili:
L’autore ha reso dinamiche molte delle immagini inserendo simboli grafici e segmenti colorati rispondenti a gesti: ____direzione del movimento. _________posizione di partenza. _________posizione d’arrivo. Fisica e dinamica della tecnica d’arco violinisticaA Enrica Vatosoa, Rachel Fitiavana Capitolo I La “tenuta” del violino sta alla base di tutte le leggi fisiche e dinamiche dell’arte violinistica. Piazzamento del violino Due sono le forze che interagiscono alla tenuta del violino 1. una forza verso l’alto che nasce alla base della colonna vertebrale all’altezza dei reni, attraversa internamente la cassa toracica e affiora all’altezza della clavicola. Condizione indispensabile allo sviluppo di questa forza è la posizione ben eretta della colonna vertebrale con l’inevitabile apertura delle spalle. La chiusura delle spalle in avanti, infatti, modifica fatalmente la posizione della colonna vertebrale che agisce (a catena) sul bacino, causando sia la rotazione sia un errato sostegno sui piedi con conseguente mancanza d’equilibrio “verticale” e schiacciamento verso il basso; 2. una forza verso il basso che viene esercitata dalla testa, si piazza in linea con la tastiera e permette al violinista di avere sulla stessa ottica il punto di contatto dell’arco sulla corda, la tastiera (la mano sinistra) e lo spartito. Se la forza verso l’alto (all’altezza della clavicola) è una forza costante e “passiva”, la forza verso il basso, è una forza la cui intensità muta sull’azione di altre due forze che tendono a modificare costantemente l’equilibrio clavicola-mascella. Dette forze sono generate sia dai movimenti, dal peso della mano sinistra e del braccio sia dalla pressione (verticale) che l’arco esercita sulle corde. La presa non è mai statica ma dinamica sull’asse clavicola-mascella e minore è la forza che le due mani esercitano sul violino (mano sinistra-arco), minore è lo sforzo (contrappeso), esercitato dalla testa, verso il basso. Occorre favorire, suonando, il peso naturale del corpo alle “forzature” e creare un equilibrio motivato sul “minimo uso delle forze in campo”. A tal proposito Isaac Stern era solito dire ai suoi allievi che “il violinista è come il banchiere, non investe sul capitale ma sugli interessi” ovvero il violinista non investe sui tendini, muscoli… ma sul peso naturale del braccio, sulla forza di gravità… Capitolo II
Pollice e medio ad anello (figura 1).
Non si tratta di un anello perfetto, giacché l’estremità del pollice si congiunge alla parte interna del medio quasi in prossimità della prima articolazione.
Costruzione dell’anello sull’arco (figura 2a)
Spesso per comodità, molti violinisti piazzano l’anello direttamente sulla bacchetta e non sulla cavità per ottenere una posizione più confortevole del pollice (figura 2b).
Attenzione! Una posizione più avanzata del pollice potrebbe compromettere l’utilizzo del tallone.
La posizione contratta (figura 3a) è da evitare perché solo la corretta posizione tra il pollice e il medio ad anello garantisce alla mano rilassamento ed elasticità. A volte alcuni maestri applicano un tappo di sughero all’interno dell’anello per impedire il persistere dello schiacciamento. Dopo un breve periodo di esercizio la mano si abitua al nuovo assetto e il tappo cade.
Posizione ideale
Posizione dell’indice
Il punto di contatto dell’indice sull’arco è sulla seconda falange del dito e non sulle articolazioni di questa falange (figura 5).
Frequente è la scorretta posizione dell’indice troppo addentrato sull’arco (figura 6);
Avviene quando il punto di contatto tra dito e arco è l’articolazione tra prima e seconda falange. Una posizione così addentrata dell’indice, sebbene faciliti l’utilizzo dell’estrema punta, causa, suonando nella parte inferiore dell’arco, dei problemi di sovraccarico. Questo sovrappeso viene spesso compensato dalla contrazione della spalla e dal conseguente innalzamento del gomito. Tale anomalia si riscontra soprattutto in alcuni violinisti dotati di un braccio non troppo lungo; la scorretta posizione permette loro di raggiungere più facilmente l’estrema punta dell’arco (capitolo X pagina 49).
L’Anulare
Il Mignolo
Si piazzerà la punta del mignolo non sulla faccia orizzontale (dell’ottagono), ma sulla faccia obliqua, un po’ al di sotto dell’anulare (figura 9).
Il Pollice
Questa posizione facilita il piazzamento del mignolo e una più confortevole posizione alla punta.
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