Bianco Fondente

di

Federica Bani


Federica Bani - Bianco Fondente
Collana "I Gigli" - I libri di Poesia
15x21 - pp. 230 - Euro 13,00
ISBN 978-88-6587-3487

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Tutto scivola in una rincorsa verso il cielo, senza fine.
Ma tanto non c’è nulla di più urgente al mondo, che correre verso le stelle.
Verso il sogno dell’infinito, in uno sguardo altrove,
perdutamente innamorato dell’essenza che quell’attimo può.


Prefazione

Federica è poesia.
Una poesia che si affaccia alla Vita attraverso la tensione dell’esserci, del voler creare una danza generatrice… nel cuore, nella mente, nell’anima.
Non una sua parola cade nel vuoto dell’immenso…
Perché è corpo, movimento, emozione, ricerca, sguardo, cultura, sensibilità.
Il suo narrarsi nell’intimo intrinseco dell’arte poetica, sconfina il confine del tempo e intreccia in un’armonia di suoni, luci e fulgori il filo intergenerazionale, facendo risplendere di leggera ebbrezza di vita ogni più piccolo dettaglio.
La sua silenziosa costruzione di cittadinanza, di posizione sensibile, di cauta e coinvolta capacità di osservatrice riesce a tessere trame e giochi d’inequivocabili pensieri d’amore per la vita.
Trasforma il senso più profondo della fragilità in versi e nell’universo fluire costruisce nuovi orizzonti, nuove possibilità, nuove armonie.
Poesia come casa dove poter abitare e trovare il calore di una riflessione profonda e risanante.

Enrica Colombo


Bianco Fondente


A chi crede nella vita.


Resuscitare

“In cielo c’è una stella per ciascuno di noi,
sufficientemente lontana perché i nostri errori
non possano mai offuscarla.”
Ecco però,
se la stella fa luce davvero,
la stella ci guarda, la stella ci conosce,
la stella ci accetta.
Errori o meno.
Io di stelle ne ho più di una,
e le guardo incantata,
da quaggiù,
dalla Terra,
e loro,
belle ed eteree dimorano in silenzio,
in una giungla primitiva di spazi e attimi dove tempo e fuoco riecheggiano insieme,
in un boato di speranze nascoste,
dalla disavventura di chi non è riuscito a percepire il dolore,
e quindi trasformarlo.
Dolore e amore che si sono mescolati,
in una danza di attimi di rugiada.
Vorrei che il sole non smettesse mai di tramontare, o di sorgere,
non fa differenza.
Vorrei solo stare nell’attimo in cui la creazione riflette in quei colori il miracolo della vita.
Forse in quegli anfratti di mondo,
o di percezione surreale,
è nascosto il senso della vita.
Lo vado cercando,
oltre la vetrina dell’oscurità di occhiali che in fondo non mi
sono mai appartenuti davvero,
e ricerco limpida sincerità,
in quel remoto angolo di mondo dove è stata regalata.
Chissà dove si trova.
Non lo so,
ma cammino.
Ricerco.
Quelle stelle,
continuano a brillare,
e io continuo a guardarle,
come se non potessi fare a meno di loro.
E mentre i nostri sguardi si riflettono in una tempesta di fiamme vive,
continuo sulla mia strada.
Che mai, mai,
con la loro luce,
sbagliando forse,
ma mai, mai,
con la luce delle mie stelle,
potrò smarrire il sentiero.
Tutt’al più,
non sarà un
‘te l’avevo detto’.
Brilli, mia dolce stella.


Mailing

Ok.
SOLO: (def.) Di persona, che è senza compagnia di alcuno, che non ha nessun altro insieme o vicino
SOLITUDINE: (def.) La condizione, lo stato di chi è solo, come situazione passeggera o duratura
Ora,
io questo Fabrizio (nome comune tanto quanto tutti gli altri
nomi – analisi grammaticale docet, – eppure sono sicura che il suo cuore è unico almeno tanto quanto il mio, o il tuo) non lo
conosco.
Ma la solitudine, concordo con lui, è uno stato che tutti prima o poi attraversano.
Non mi piace l’idea che soltanto chi ricerca arte e quindi
bellezza possa dire di non essere solo ma semplicemente in
solitudine. Tutti in fondo nasciamo soli, nell’arte della vita.
E qualunque vita è bellezza.
Questo non significa essere necessariamente soli,
ma forse volere un po’ più di silenzio a volte, un po’ di spazio per i nostri pensieri, per le nostre sofferenze, per il nostro
amore.
Certo è che la condivisione è l’unico spazio di vita vera che
anelo. Anche la condivisione del vuoto, magari anche col vuoto stesso. Ma condiviso.
E forse, la condivisione, è un atto stesso di puro egoismo,
perché regala felicità, – Oddio, forse felicità è troppo, – ma
serenità sicuramente.
Quindi condivido per interesse personale.
Quanto può essere meschino l’uomo a volte!
Eppure.
Eppure,
qualcuno una volta mi ha chiesto: “Oggi che giorno è?
Oggi è domani?”
E io semplicemente ho risposto: “Oggi è oggi”.
Non lasciare che passato e futuro inquinino il tuo presente.
Non farti prendere dall’ansia di chi crede in te.
Ascolta le tue mani, i tuoi occhi e il tuo modo di vedere
il mondo.
Sai già, in fondo, qual è la risposta alla domanda che ti poni.
Lo sai. E lo sei.
Dove per ‘lo sei’ intendo capace di risponderti e capace di darti felicità, di dominare il tuo presente.
Ricordati sempre che gli impegni però, devono sempre venire dopo la vita.
Perché esiste una vita con degli impegni, ma non esiste un
impegno senza la vita.
Allora prenditi il tempo per ritrovarti,
per ascoltarti,
per esprimere le tue paure e le tue perplessità,
per dar loro voce e farle allontanare col vento.
Che le tue paure risuonino in altri cieli, verso altri orizzonti.
Certo se Maometto non va alla montagna è lei che va da lui.
Vero anche che la montagna è millenaria, ed ha gambe e spalle abbastanza robuste per prendersi questa responsabilità.
E prima di muoversi ci pensa una, due, tre, mille volte.
Io conosco un ragazzo che non si chiede. Che agisce. Conosco un ragazzo libero, intraprendente. Che si butta, poi magari si sbuccia le ginocchia ma intanto ha corso.
Un ragazzo che ha fretta di vivere, perché ama la vita, ama la Sua, di vita. E io amo questa cosa di lui.
Sii orgoglioso di te,
non avere paura.
Cammina finché avrai gambe per farlo, ma non chiedere troppo a te stesso,
quando sei stanco riposa.
E poi farai altre mille passi.
Che la notte non è persa.
È la giusta carica per vivere al massimo quello che verrà poi col sole.
Che una scala è fatta di gradini, c’è un tempo per salire, e un tempo per approdare sullo scalino.
Sempre uno alla volta.
Sì lo so, in genere tu ne fai due alla volta, a volte anch’io,
perché è troppo bello arrivare in cima e sentire il cuore che
batte forte per la corsa,
ma ogni due gradini, c’è comunque uno spazio piano, quello che serve per ritrovare equilibrio,
e tornare poi a guardare il mondo col naso all’insù senza
cadere, senza vertigini.
La meta è quella giusta solo quando si riesce a definirne il
contorno.
Quando la riesci solo ad immaginare,
sì,
è un bel sogno.
Ma rimarrà sempre e solo un sogno.
Quando qualcosa lo vedi, lo tocchi, lo annusi, lo respiri,
allora lo stai vivendo,
allora è già tuo.
E di ciò che è già tuo,
NON PUOI AVER PAURA.
Sempre infinito bene per te.
Abbraccio
P.s. Nulla è veramente facile, a volte stanca, ma la sfida è ciò che più mi dà vita.
P.p.s. Il futuro è un mistero… sì. Per fortuna. Se lo conoscessi già tutto, che senso avrebbe vivere, desiderare, sognare, aver paura? Sono le certezze che stancano a volte.
Uno nella domanda ricerca, e nella ricerca, vive.


Just give me a reason

Nuoto.
Ed è come volessi nascondermi nell’acqua.
Immergo i pensieri e affogo tutto quello che ho,
corpo, testa, respiro, amore, ma soprattutto: realtà.
Le aspirazioni oggi non hanno luogo e tempo per vivere.
Inaspettata follia della notte,
incubo senza fine
fatto di distrazioni quotidiane comuni.
Parole che non hanno valore
e gesti che si confondono nell’ovvietà delle cose.
Oggi sarei stata in acqua tutto il giorno,
sarei arrivata fino a cento, a mille.
Perché lì dentro è come se potessi nascondere agli occhi.
Chiudo tutto, il naso, le orecchie, la bocca,
e scorro sull’acqua, perdendo senso e direzione.
Perdendo il conto del tempo,
non importa più nulla,
se non la certezza che tutto,
prima o poi,
finisce.
Non ci resta che dare vita a mille inizi,
e sorridere al presente che c’è,
perché né passato né futuro avranno abbastanza importanza da occupare l’adesso.
Mai.
Così sia.
Un sorriso al cielo per te, che ora sei lì,
in modo assurdo e senza senso,
ma lì,
tra loro,
tra gli angeli,
vivi il tuo assurdo presente.


L’arcobaleno degli Angeli

Quando la pioggia si scopre vanitosa,
bella, riflette nelle sue gocce d’acqua
le meraviglie del mondo.
Senza chiedere diritti o permessi.
Lo fa.
Così come io catturo gli sguardi attorno alla mia vita,
e non c’è plagio più bello e sentito,
voluto, desiderato, anelato.
Soffiato, tra bocca e sorriso,
dove non vivono più spazi, perché labbra e felicità sono una
cosa sola ormai,
e aspetto che tutto taccia, per tramontare sul solo rumore del sospiro,
e le luci si accendono di un arancione immenso.

Quando non è più il colore che cerchi,
perché quello lo stringi tra le dita,
ma occhi che lo possano guardare con te,
questo immenso,
splendido,
eterno arcobaleno
che gli angeli stanno dipingendo in cielo.


Il rovescio

I rami si inchinano al vento.
Le labbra si curvano.
Ma sempre verso terra.
Odio i rovesci,
le doppie facce delle medaglie,
odio chi dice di sì e poi fa no,
odio anche chi dice di no.
Odio le pretese,
e pretendo.
Odio gli opposti e sono uno di loro.
Una contraddizione che porta all’eccesso di tutto.
E nel tutto, c’è sicuramente della sana pazzia.
A volte guardare il mondo a testa in giù chiarirebbe le cose.
Ora.
Lo faccio.


In piedi

A volte ci si illude.
A volte si crede sia possibile.
A volte lo è davvero,
altre,
sono sconfitte.
Ma mai, mai fallimenti,
purché ad ogni caduta,
si sia in grado di rialzarsi.
E di tornare a mostrare il sorriso.
Anche a chi ha smesso di sorriderci.


Alta Marea

Quando arriva l’alta marea
che tutto ha, tranne il vuoto dell’assenza.
Questa ti riempie,
ti lascia esterrefatto,
e tu sogni.
Perché nell’onda,
tutto è,
tutto può,
tutto deve.


Vita da alberi. Alberi di vita.

Albero.
Che inganni il tempo.
Seduta di fronte a te,
così alto ed imponente,
ma non ho paura di essere schiacciata…
Non ci sono altre spiegazioni,
nella vita precedente dovevo essere te.
Così solido e ancorato nella terra di cui ti nutri.
E ora le tue foglie secche sognano col vento e io rinasco.
Aspettando solo di toccare, con le tue stesse mani ruvide,
quello che prima potevo solo guardare dall’alto.
C’è una vita per tutto.
C’è un’altezza per tutto.
C’è sicuramente un tempo per rivivere.


Fieno

Balle di fieno, limiti percorribili solo da sogni
e gambe allenate da lunghe corse,
da lunghe attese, da incrollabili desideri.
E tutto non è mai stato così pieno di vita buona, pura, chiara e chiaramente non lineare.
Ali di gabbiano si librano vanitose.
E nulla fu più medievale,
di un castello apparso in sogno con te.
O forse, era realtà…
Questo non l’ho ancora capito.


San Pietro

Quanto ci si sente piccoli in mezzo a piazza San Pietro.
È tutto così maestosamente imponente e puro.
Tutto così sincero.
Tutto così amore gratuito,
quello che si lascia trasportare dalla corrente senza bisogno di remi.
Perché tutto scorre nell’onda della vita.
Tutto vissuto in piena.
Tutto meravigliosamente nei nostri occhi, quindi, nostro.
Per te questa piazza stamattina.

[continua]


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