LA CULLA
Oggi di tutto non ci importa nulla
se non di stare accanto alla tua culla.
La vita splende dentro quel lettino
inizia oggi il tuo giorno bambino.
Ogni parola e sguardo in questa stanza
si apre con dolcezza alla speranza
di un giorno lieto in questo tuo mattino,
di un mondo buono per ogni bambino.
Cuori sinceri sempre a te accanto
nei giorni lieti e nel sommesso pianto.
Mani sicure ti guidino nel volo
presenze amiche per non lasciarti solo.
Segui i tuoi sogni sempre con fermezza
accetta solo la buona carezza
non correr troppo verso il tuo destino
ricordati e ricordaci… sei un bambino
QUATTRO RIME
Quattro rime gentili per te
augurandoti un mondo che forse non c’è,
per entrare discreta e con passo felpato
nel mistero sublime del tuo mondo incantato.
Quattro rime gentili che sgorgan dal cuore
qualche accenno qua e là a fatica e dolore
per finir lo stornello con un chiaro messaggio:
dai un senso ogni giorno al tuo giovane viaggio
RACCONTATI
Certo tu gradiresti un videogioco
ma ne hai tanti, poi mi sembra poco
Forse potrei invogliarti alla lettura
con un bel libro, magari d’avventura
ma so, ahimè, che finirebbe male
pieno di polvere sopra uno scaffale
Così qui dentro, in questo scatolone,
ho messo ciò che serve all’occasione.
Guarda là in fondo, lo vedi quel microfono?
Prendilo, forza usalo, che non sei afono!
Dimmi di te, parla, non ti fermare
sai, fa piacere starti ad ascoltare
Grida, se vuoi, anche i brutti pensieri
buttali fuori, saran già meno neri
della tua rabbia, no, non aver paura
urlala forte, è già una bella cura
Prendi quei fogli, usa anche i colori
traccia il tuo mondo come è dentro e fuori
Guardati dentro, scopri le tue emozioni
ci troverai tanti pensieri buoni
…e se una lacrima sfugge alla matita
no!… non nasconderla, è sempre la tua vita
Carta, colori… non fare economia
sciogli le briglie alla tua fantasia
…e su quei fogli? Scusa, posso guardare?
…Sono i tuoi sogni… tanti
…e da coltivare…
NOVELLANDO
Mi racconti una storia?
Anche senza gloria
Mi racconti una novella?
Anche se è sempre quella
Ti parlerò di fate e cavalieri
dei nostri giorni, di com’era ieri
di una zia dolce, tenera e carina
di un nonno bimbo, e di me piccina
Ti narrerò del sole e delle stelle
dolci ricordi nelle mie novelle
di volti ignoti, ma da te amati
tu, che nelle mie storie li hai incontrati
Ti parlerò del giorno e della notte
momenti lieti e ginocchia rotte,
di giochi ormai lontani di bambina
del dolce amore per una gattina.
Del volto caro e amato di una mamma
del suo sorriso caldo come una fiamma,
di giochi pazzerelli in quel giardino
che festa con la neve quel mattino!
Ti parlerò anche di malinconia
che esplode dentro una fotografia,
di giorni tristi, di amarezze e affanni
grandi dolori e crudeli inganni.
Giorni di buio, pianto, delusioni
passi stentati, meste processioni…
Mi racconti un’altra storia?
Mi racconti una novella?
…magari ancora quella…
Sì, ancora quella…
quella che con semplici parole
ti fa pensare e ti accarezza il cuore…
TRENINO
Un giorno neanche lontano
dei giochi era proprio il sovrano.
Adesso nella cameretta
un vecchio trenino ti aspetta.
Aspetta una tua decisione
hai scelto la destinazione?
Sei pronto insomma per immaginare
il posto più bello nel quale arrivare?
Hai scelto, hai pensato alla località
al mare, in montagna o una bella città.
E poi una volta arrivato
hai già un programma fissato?…
Hai visto partendo da questo vagone
fin dove ti porta l’immaginazione
e questi paesi, montagne, città
ti par di vederli, sembrano essere qua…
Guarda curioso ad ogni nuovo gioco
dal più moderno al più tecnologico
ma qualche volta corri veloce… e via
sulle rotaie della fantasia…
UNA PAROLA
Cerco una parola
che non si impara a scuola
una parola che nasce dal cuore
depositaria di esclusivo amore,
una parola dolce e accogliente
che abbraccia il cuore e nutre anche la mente.
Una parola tenera e gentile,
la voce amica di ogni cortile.
Una parola candida e pulita,
reca con sé il mistero della vita.
Parola eterna… non invecchia mai
in ogni civiltà la troverai.
Una parola che nessuno inganna,
certo rifugio quando il cuore affanna
lieve e gioiosa come ninna nanna
è la più cara… la parola mamma
FAI BUON VIAGGIO
Mi hai teso le braccia
cercandomi.
Sono entrata nei tuoi giorni
in punta di piedi,
meravigliata…
Mi osservavi,
sgranavi gli occhi ai miei racconti
quasi non bastassero a contenere le tue immagini.
Il tempo è passato
dolce e implacabile.
Ritorno nell’ombra
continuerò a guardarti,
ma da lontano…
tu non te ne accorgerai.
Starò nascosta
dentro un presente che è già
passato.
Ti seguirò con lo
sguardo
mentre con il tuo zaino
ancora tutto da riempire
proseguirai il tuo cammino.
Osserverò in lontananza quegli occhi
sperando di vederli sgranati
…ancora una volta
pronti ad accogliere la vita
e i suoi nuovi colori
DESTINO
Ci emozioniamo nel guardare
il sole
comunichiamo tutti con parole
siam tutti uguali quando l’ira monta
stesse emozioni… ecco ciò che conta.
Siamo diversi per leggi e per colori
ma tutto questo deve restar fuori.
Dentro…, se ci guardiamo un po’ più da vicino,
siam tutti figli
di un ugual destino
MACCHIE
Sono cadute
all’improvviso
sui colori indefiniti
della tua aurora.
Vili, crudeli
indelebili.
Sono piombate
su creta
ancora informe.
Arrivate
da un deserto del cuore
implacabili
a sporcare il cuscino morbido
sul quale cullavi i tuoi sogni
PANCHINA
Viveva sulla solita panchina
temuto incontro di ogni mia mattina.
Trascorreva il tempo là, spesso sdraiata
uguale all’altra ogni sua giornata
Restava là, la fronte corrucciata
lo sguardo duro, cattivo quasi insolente
guardando fisso chi, indifferente,
passava accanto a lei, come a niente
Io camminavo svelta, con paura
temevo le sue urla, la sua ira
Troppe bottiglie passavan tra le mani
moriva così per lei l’oggi e il domani
Un giorno a guardare il suo abisso,
due occhi vide osservarla fisso.
Erano gli occhi ignari di una bambina
in giro nella limpida mattina
…ti guardava così incuriosita
ferma davanti a te, alla tua strana vita…
…così lontana, ma così vicina…
un giorno anche tu fosti bambina
Ti salutò, tu sollevasti il viso
le regalasti il tuo miglior sorriso
…io ti ho osservata giorni da lontano
lei una volta, tendendoti la mano…
Mi siedo a volte su quella panchina,
ricordo sempre la donna e la bambina
e mentre assorta riprendo il mio cammino
penso al mio cuore, al mio cuore piccino
[continua]