Semper rio clear

di

Francesco Floridi


Francesco Floridi - Semper rio clear
Collana "I Gigli" - I libri di Poesia
14x20,5 - pp. 80 - Euro 9,50
ISBN 979-1259510471

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Prefazione

Nella silloge di poesie, dal titolo “Semper rio clear”, Francesco Floridi offre il suo universo emozionale, fortemente percepito nell’animo e profondamente sentito nel cuore, attraverso la sua Parola, sempre penetrante e vibrante, proponendo una miscela lirico esistenziale dove lo sguardo è costantemente rivolto a ricercare una nuova dimensione che sia approdo dell’umano vivere.
La sua poesia è custodita nella memoria come linfa che ritorna nel cuore, ultimo spiraglio salvifico che permette di “rinascere” attraverso la visione poetica.
Durante il processo lirico si avverte la necessità vitale di spingersi oltre la patina superficiale della mera realtà ed indagare la sostanza autentica dell’esistere: ecco allora alimentarsi una miscela poetica che comprende il recupero memoriale, il sentimento d’amore e gli smarrimenti, le vicende esistenziali con le immancabili illusioni e le speranze infrante.
Nel dipanarsi della visione lirica la vita precipita nel “ventre delle ore”, come in preda al destino, mentre i giorni s’impregnano “di amore e di odio”, in un alterno movimento tra il Bene e il Male, tra desideri e passioni, tra “fatui propositi e false speranze”: quasi a voler decretare che l’unica speranza possibile sia contendere il passo allo scorrere del tempo nel sofferto cammino della vita.
Sul palcoscenico dell’esistenza Francesco Floridi mette in gioco l’intera rappresentazione del mondo poetico con un costante richiamo al ruolo del destino, all’enigma dl vivere, tra presenza reale e labirinto di sogni, in una lenta navigazione nel silenzio dell’anima.
Come a sgranare un simbolico rosario ecco allora presentarsi un groviglio di pensieri che affollano la mente, mentre il “ritmo monotono” del tempo continua a scandire il confine della dimensione sospesa sul precipizio tra amore e morte.
La continua ricerca della Parola, precisa e penetrante, s’inebria di una ricercata luce poetica che diventa “soffio celeste” nel momento in cui si fa canto d’amore, capace di dissolvere le tenebre e la sofferenza nel cuore, conducendo “nell’oasi infinita di pace”.
La sua Parola si veste di suono e di significato, attraversa il silenzio profondo e gli anfratti della memoria, oltre l’immaginario, in uno spazio astratto, tra forme nebulose ed evoluzione: il poeta percepisce tale propensione lirica e, “sulla barca multicolore dell’avvenire”, naviga verso l’isola dell’amore infinito.
Nell’atto della commedia umana, dalla zona più remota dell’anima, emergono gli incanti del mondo naturale (con il cielo turchino, i giardini in fiore, la brezza del cuore, la melodia del vento) e l’universo emozionale, che il poeta custodisce nella sua anima inquieta, proietta verso la fantasia che riprende il sopravvento.
La visione poetica diventa atto di purificazione, tra interrogativi ed aspettative in perenne contrapposizione, sempre accompagnata dall’amore che riscalda il cuore e dissolve malinconie e turbamenti: sigillo lirico d’una poesia dell’anima.

Massimo Barile


Semper rio clear

Alcova improvvisata

Si vestono di luci primaverili le ore
ammiccano gioiose all’unione di noi due
in una improvvisata alcova
lontana da sguardi maliziosi.

Schiocco bizzarro del destino
sotto l’occhio severo del pendolo antico.


Allorquando

Stagna l’aria
Calura
Gabbiani creano elisse nel cielo turchino
La cicala interloquisce con il silenzio
Una veletta d’umidità copre le palme
Dame dei giardini in fiore
Le barche al molo lamentano la brezza
Paiono relitti abbandonati sul mare
Drogato da iniezioni africane di sole.

Allorquando
Il vento svegliatosi da lungo torpore
Discende dall’entroterra collinare al litorale
E giostra tra i pini e fa mulinelli sulla rena

L’aria con profondi sospiri
Va da un ombrellone all’altro
Si rianima il cicaleccio tra i bagnanti.


Amore

Fiaccola perenne riscaldi illumini
Il cuore recluso in fredda stanza
Amore
Nato nel mese della Madonna.


Appena varchi la soglia

Appena varchi la soglia
La noia subito si rifugia
Nell’angolo più remoto dell’anima
Chiara luce inonda le stanze
L’ora si sveglia d’incanto
I minuti focalizzano il pensiero
Il tempo smette la maschera funerea
Delle elucubrazioni fa colorati coriandoli
Nell’aria turbinio di fanciullesche emozioni
La fantasia riprende il sopravvento
E si cimenta con la realtà.


Bandiera nera

Bandiera nera sventola sui campanili
Gronda sangue di corpi straziati
Di anime candide violate
Proditoriamente in nome di Allah.

Mistificazione del Verbo.

Fanatismo religioso obbliga la gioventù
Ad imbracciare il coltello e il fucile
E a indossare la veste nera del boia
Ad abiurare la religione cristiana.

Distruzione di vestigia secolari
Del nucleo famigliare ribelle al dogma
L’infanzia asservita alla propria causa.

Adepti sorgono nell’Europa pavida
Quando lei stessa è accusata di blasfemia
E assiste a stragi di gente innocente.

Arrossisce il Dio si copre il volto
Raggiante d’amore e di pace.

La serpe nidifica nel cuore del suo popolo.


Batte il polso

Batte il polso
sono vivo
l’intorno mi sorride
scodinzola un cane
nel mio vagabondare
gli dico: ciao
un passero cinguetta
zufolo al suo richiamo
l’azzurro del cielo è la plaga
dell’Isole Vergini
il vento trae dall’arpa melodie
di memorie mai sopite
le case spalancano gli occhi
al raggio tiepido del sole
ragazze boccioli di fiori variegati
s’aprono al cupido sguardo dei ragazzi
sprizzano gioia dai pori.

Ha inizio il primo show della primavera.


Chissà!

L’oggi già diverso da ieri
E altrettanto di domani?
Chissà!
I fatti precipitano dal ventre delle ore
Sedotte di continuo dal destino
Impregnano il giorno d’odio e amore.

In cattedra la volontà
Arbitra del bene del male
In competizione tra loro
Purchessia
La mente non sia alienata.

Già la luna annunzia il domani
Senza età ubiquità
Specchio convesso
Riflette fatui propositi e false speranze.


Con la speranza il nettare dei giorni

Quercia regina in campo di grano
Spighe diritte ed altere alla base orgogliose
Contendi il passo allo spedito tempo
Immune al carattere estroso della natura
Rispetta la tua possanza ineguale.
Infondi a chi ti guarda estasiato
Vigore a tenere ben saldo il vincastro
Nel salire l’accidentato pendio della vita
Sulla cui cima svettano desideri e passioni
In oasi di verde speranza.

Trovali prima che infausto vento
Non li estirpi alla radice
Con la perseveranza il nettare dei giorni.


[continua]

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