«Non è solo nei sogni,
la vita può essere davvero meravigliosa…
attimi di felicità e niente di più»
(senza titolo)
Conosco, o mia cinciallegra,
il tuo canto sottile,
la tua volontà d’acciaio,
le dolci costellazioni del tuo corpo.
Chi ti ha scritto
mille poesie
non ha forse diritto di aspettarti
in eterno?
Conosco la tua luce,
la tua bellezza rotonda,
dolce come l’onda
che si frange di sera.
Conosco le tue ali d’incenso,
il tuo mondo
delicato come spiga
o melagrana di vetro soffiato.
Canto il tuo mistero,
mistero di musica da lontano,
suoni struggenti,
incatenati alla suddivisione del tempo:
s’inseguono, da presso,
come a ricongiungersi,
si sfiorano, senza toccarsi,
per non raggiungersi mai.
Canto il tuo mistero,
occhi chiusi, bocca serrata,
musica da lontano,
pianoforte malinconico orfano di vita.
(senza titolo)
Accoglimi
al tuo focolare.
Fammi entrare
nella nostra casa,
nel silenzio
di pareti bianche
immacolate,
tra le esplosioni colorate
delle strelizie.
Guariscimi
dalla follia del mondo che
mi ammala,
fa’ che io ripari
sul tuo grembo
di ciclamini e gigli,
battezzami
nel Giordano
dei tuoi occhi.
Temporizza
il mio cuore
sempre in ritardo
per troppo pensiero,
cantami l’amore,
fammi bere
la vita
a larghi sorsi
dalle tue mani di cielo.
(senza titolo)
Come i tuoi occhi è il mare:
immenso smeraldo
traslucido.
Imbarcazioni bianche
stanno placide nella piccola insenatura
del porto,
mentre il vento blandisce le chiglie
e fa girandole di bandiere.
Il sole è venuto
a rallegrare la marina,
specchiandosi sulla superficie liquida
moltiplica le sue occhiate
di perla.
Il mio cuore è straziato
dall’assenza di te.
Planano i gabbiani
dolcemente
attraverso le correnti ascensionali.
Sarebbe bello
spiccare il volo,
seguire le rotte segrete
che arrivano alla linea d’orizzonte e poi oltre
ai luoghi dell’ombra e della notte.
Sarebbe bello
abbandonarsi all’abbraccio atmosferico
fino all’estremo inconosciuto
e liberare (finalmente) il pianto,
– così d’un tratto ecco la pioggia! –
Lacrime, pioggia,
aghi liquidi infitti
nel tuo cappotto di cammello,
vaporizzati
nel contatto erotico di te,
della tua nudità di mandorla,
dissolti nell’istante
e per sempre.
(senza titolo)
Quel che di te mi resta,
le sei partite di Bach,
allemanda, sarabanda,
poi giga, almeno mi pare, ancora stento
a memorizzare lo schema.
Non risuonano più
come quando mi sedevi
accanto e il tuo cuore batteva
forte sotto i seni fioriti.
Mi parlavi della suite e
ti brillavano gli occhi
trasparenti.
Tu vivificavi la musica.
Ora che è il vuoto,
(non c’era tempo per tutte le mie prove
e controprove),
la propagazione del suono
è un fisico paradosso.
Nel vuoto è solo legno
e metallo di vano clavicembalo,
plettri di corno che pizzicano corde tese,
placcature d’osso.
APPARIZIONE
Pregavo,
pregavo che non fossi tu oggi,
perché sei così bella!
Mi hai rapito gli occhi
prima che ti riconoscessi.
Pregavo,
eppure già sapevo fossi tu,
prima di vederti
e di riconoscerti,
prima di oggi.
Ti ho sognata
col volo del pensiero.
Il volo del pensiero
che colma
gli spazi nell’istante,
che salda
il prima e il dopo,
che salta
i gradi della ragione.
Come l’ispirazione
del poeta che non passa dalla tradizione,
così ti ho veduta
prima dei miei stessi occhi.
Ma
non sarebbe poesia
senza la resa mistica del poeta
alla sua musa,
e non sarebbe musica nelle cattedrali
se non pompassero a forza
i mantici
nelle canne.
Come un organo rotto, che non dà suono,
così non ti amo, per non averti,
così ti amo
quando non ti ho.
(senza titolo)
Come sento la tua assenza!
Invisibile e presente
empie la stanza
ermetica, impalpabilmente.
E più manchi
e più è presente.
La tua assenza
suona
muta e solida.
Come il silenzio
nel pentagramma
occupa il tempo e
lo spazio,
la tua assenza è nuova.
È nuova la tua assenza
per mancanza di passato
Ed io manco d’esperienza,
la tua assenza è ora.
La tua assenza è sempre
e non passa.
DISTACCO
Non sia epicedio
il silenzio
del tempo presente,
né pietra di sepolcro.
Sia fremito segreto,
seme
in terra feconda.
PREGHIERA
Dammi d’amare
esattamente
come il cane il padrone,
senza alcuna condizione,
con sfinimento.
Dammi d’amare
con fiducia d’attesa
incessante
eppure con sorpresa,
con trasalimento.
Dammi d’amare
esattamente
come il cane,
senza pretesa,
grato d’una carezza
data con mano distratta.
Non siamo sciocchi, amici,
l’amore non è conquista:
non ci soccorre
volontà più ardente
o cieca bramosia
o strategia
consumata
di scacchista,
non pazienza
o contrizione,
nessuna azione
o scotimento.
L’amore è grazia,
come la Fede
nel Dio Padre invisibile.
13.6.2006 (Festa di S. Antonio da Padova)
Nella cattedrale barocca
profumo d’incenso.
Sul piccolo altare
baluginìo di ori
e ceri in flammule.
Giungono, trapassando i muri,
chiassi di frotte
in convulsa fuga e
il roboante
fragore dei motori,
incrinando
il silenzio.
Ecco il Santo,
così lontano dalle umane lotte,
da noi lo discongiunge il vetro,
ci sparte
il cuore suo di gesso
e sua vita iperuranea.
A tanta indifferenza
consegno le mie pene
malchiuse
in una prece.
Ma ora il silenzio è rotto
dallo schiamazzo
di un infante
che senza reverenza
mi grida in un orecchio.
Mi levo dal banco
e mi ficco
nella via
scialante bandiere,
la figurina del Santo
in tasca.
(senza titolo)
Tu hai la coerenza dell’amore,
hai le parole
che definiscono,
hai una rosa rossa sul petto
e il corpo intatto,
donna fanciulla, hai occhi
illanguiditi,
liquefatti in specchio,
in acqua
d’acquasantiera,
benedetta e benedicente,
tu hai l’ispirazione dell’amore,
superumana.
(senza titolo)
Posa la testa sul cuscino
e riposa
che il dolore allenti
la presa e si distenda
il viso. Si chiudano
i tuoi occhi stanchi per
il molto guardare e per il pianto incessante,
si vadano insinuanti
i capelli tra le coltri.
Dormi e riposa,
nascondi, delicato cristallo,
e conserva per te
la luce che di giorno
spicciola
dai tuoi occhi.
Nel silenzio
respira,
musica di pace risuoni e
ti culli il fremito del cuore,
ti avvolga il calore
del tuo corpo,
ti protegga, che sei indifesa.
Riposi la tua bocca di
corallo e diamante
il tuo sorriso squillante
si cambi in compostezza.
Riposino le tue mani,
le dita lunghe e delicate,
frementi d’ogni singolo
moto del cuore.
Riposino le tue spalle e
le braccia delicate e forti.
Riposi il tuo seno virtuoso.