Terra di fuoco
	
	Guerre
l’odio trascende,
lo squalo ti azzanna,
terra fantasma.
Il confine è marasma,
lotta di umano,
ferma l’arcano,
uomo che pecchi,
il sangue che cade,
peggiora le piaghe,
ogni ferita,
distrugge le dita.
	
	
		Cristalli
	
	Cristalli
senza luce,
opachi,
forse fossili,
smarriti
in terre abbandonate,
mai più brillar
li vedo,
atavico richiamo,
forse in un mondo brullo,
dove la luce
è tenue.
	
	
		Sacra Sindone
	
	Ancor
mi par di riguardarti,
mentre figura tua,
al sommo era devota,
il lino che giaceva
sulla tua teca,
era giammai
di marmo
e di scultura
lì poi scolpito,
ma in eloquenza,
lì di sofferenza
probatoria,
di sangue lì versato,
che di lenzuol
ne è testimonianza
e 
di vision divina,
com anche
corpo tuo,
ivi ferito era,
il sangue che perdeva,
di oro si tingeva.
	
	
		Un dì com un altro
	
	Un dì com un altro
nasceva in fretta,
acerbi spazi di alba infinita
chiedevan vita,
tutto taceva.
Rami con foglie vive,
volevan l’autunno,
per sì calarsi, in tappeti simili,
a puzzle di trucioli,
ove pensieri,
trovavan logica,
di espression eterea.
	
	
		M’adagio
	
	M’adagio
sul sentier
verso quei colli miei,
che diedero i natali
a insigni di quell’epoca,
vedea poi da quell’alto 
emergere le torri,
di terra amata mia,
pensier che mi ritorni,
non mi fuggir, ti prego,
quel territorio,
stringo, a me
nel cuor è gioia.
	
	
		Sfere
	
	Vedere delle sfere,
che di cristallo sono,
e posson esser ricevute
anche in dono,
girarle con la mano,
e trovar effetto strano.
Ma,
la sfera
è anche terra vera,
ed è grande pianeta,
dove ogni di’ è una meta.
	
	
		Nuotatrice
	
	Ti guardo
nell’onda marina
	riemergi.
	Fasci dorati di luce,
	richiami.
	Qual sol tua beltà
	Attira?
	Responso in quel mar
che disperde.
	Ridona fierezza
a te integra,
	scompari.
	Ma l’onda divina
Riappare.
Sei in estasi. Rimani.
	
	
		Riflessione
	
	Dilungo il mio pensier
	verso certezze tante,
	come di un fior
	or ogni petalo
	lo faccio dedalo
	per scoprir molto,
	com in un solco
	cerco forse un volto.
	
	
		Rio
	
	Rimembri or
quei dì passati,
ove quel rio
rompeva la quiete.
	Ma quel rumor
non assordante
della natura,
era armonioso.
	Il rio
bagnava i sassi,
che attendevan
di esser dipinti,
come sospinti,
dalla corrente,
si veemente.
	
	
		Desio
	
	Desio di amar quel volto,
	che ti apparse in sogno.
	Desio di raggiunger mete,
	dove quiete,
	calma tuo viver agitato.
	Desio che trovi realizzata,
	speranza si cercata,
	e mai oblio,
	debba offuscar memoria.
	
	
		Volare
	
	Volteggiar nell’aria come deltaplani
come imitar degli aeroplani
ricader poi verso il terreno
e creder di aver visto un alieno
cercar ancora di mettersi in volo
e nell’azzurro del ciel veder un usignolo
pensar che volar e si spettacolar
ma ritornar in superficie
e veder altre vite
e non precipitar nel vuoto
è uopo
si profondo e tal
che l’uom deve sperar.