Incipit della commedia “LA CENA SERIA DI UN MARITO INGLESE“
(Una stanza – tavolo da un lato – comò con specchio dall’altro lato – due poltrone ai lati di un tavolino con abajour sutto una finestra sul fondo della scena. LEI entra affannata, carica di buste e pacchettini infiocchettati che appoggia sul tavolo, lancia in aria cappello, foulard e scarpe, che LUI raccoglie e pone sul tavolo (salvo le scarpe, che adagia in un angolo). Poi, LUI e LEI invitano i bambini del pubblico a raccogliersi davanti alla scena per partecipare, quando richiesti)
LUI: Honey… bentornata! Amore, ascoltami!… Amore… amore… amore! (portandosi le dita alle labbra, lancia bacetti in aria) Ascoltami, ascoltami, ascoltami! Ti prego, ti prego, ti prego …
LEI: (al pubblico) Quando esordisce così, sono dolori… (a LUI) Eccomi! Sono trafelata, distrutta da una giornata in ufficio, la spesa… il parrucchiere… poi! Ah! Non me ne parlare… con i parrucchieri ho vita difficile…pensa che anche quest’ultimo mi voleva mettere il balsamo sui capelli…
LUI: Amore mio italiano! Il balsamo?! Ma se sei così perfetta da sembrare… imbalsamata!!! Tutankamen è un principiante al tuo confronto…
LEI: Amore mio inglese… Ma che bei complimenti, stasera! Imbalsamata!…Marito mio inglese, ti avverto, se continui così, con questa presa in giro… devi pagare una penitenza salata… come minimo mi devi portare fuori a cena e… povere le tue tasche! (al pubblico) Tirchio com’è, il mio maritino inglese, la smetterà subito di infastidirmi…
LUI: Mio dolce amore italiano… imbalsamata… era, invece, un complimento per dirti che, anche dopo una terribile giornata, sei perfetta come quando esci di casa… (al pubblico) Quando esce di casa, la mattina, con quel cappello piumato, sembra un galletto che va alla guerra!! Ehm! Ehm!
LEI: Che cosa stai dicendo, amore? Non ho capito!
LUI: … Niente, niente… tesoro, niente di importante in confronto a quanto mi stavi raccontando…
LEI: Insomma, sì, ti stavo raccontando che… alla fine di questa terribile giornata, tornata qui, mi è toccata un’altra via crucis… cercare un parcheggio… impresa impossibile… pensa, che sfortuna… trovare il garage già chiuso… e passare tre quarti d’ora in macchina per trovare un posto vicino a casa… e poi… dulcis in fundo… ho litigato con Gino…
LUI: Dulcis… in fundo… Gino!? E chi è questo Gino… dolce fino in… fondo? Excuse me… pardon… perdona la mia ignoranza… (al pubblico) … Meglio diversificare le lingue! Così mi capisce sicuramente… (a LEI) Dunque, my love, mon amour, chi è costui? Illuminami!
LEI: Amore mio, cercherò di illuminarti più di questo abajour! Dicevo, ironicamente, “dulcis in fundo”, per lamentarmi del fatto che, alla fine di questa giornata faticosa, mi è toccato anche discutere con Gino! Altro che dolce alla fine!... Dunque… vuoi sapere chi è… Gino? Tesoro, sono venti anni che abitiamo qui e ancora non sai chi è Gino!
LUI: Amore, non saprei… mi cogli alla sprovvista… con te non si sa mai…
LEI: Ah! Con questa frase, che cosa vorresti dirmi? Fammi capire… Ti ho già detto che sono nervosa e mi fai arrabbiare! Sembra quasi che tu lo faccia a bella posta!
LUI: Santo Cielo! (al pubblico) Santo Cielo – Cielo inglese – naturalmente! My God! Anche nella fede è meglio essere patriottici!… Ah! Ah! (a LEI) Mia dolcezza, non pensavo di irritarti tanto… intendevo semplicemente dire che, delle nostre conoscenze, non ricordo chi si chiami Gino!
LEI: Sei davvero stralunato stasera… certo, per te non è una novità… sempre distratto, preso dai tuoi astrusi libri di filosofia… Gino… chi è Gino? E’ il droghiere, no? Ah! Dimenticavo che, in vita tua, non sei mai entrato una volta né nel negozio di Gino né in quello di qualsivoglia droghiere!
LUI: Sorvoliamo… amore! Il droghiere non fa parte delle mie frequentazioni abituali… (ammicca al pubblico) Ci mancherebbe altro che debba passare il mio tempo a comprare pane e burro… (a LEI) Ma, sentiamo, dunque, questa tua, senz’altro giustificata, rimostranza… Sono – come vedi, mia cara – quanto mai disponibile ad ascoltarti… dunque… che cosa ti ha fatto il droghiere?… Perché…. se ti ha combinato qualcosa… ci penso io!
LEI: Tu! Ah, no! Meglio di no! Il fatto è che Gino mi ha fatto pagare i tortellini molto di più che appena due settimane fa, senza che vi sia alcun motivo plausibile, visto che sono della stessa marca! Però, per favore, non ti intromettere in questa faccenda, perché, le rare volte che ti sei dato la pena di difendermi, mi hai fatto litigare con tutti!
LUI: Stai forse scherzando? …Ti avrei fatto litigare con tutti… amore, mi sorge funesto il dubbio che tu, stasera, sia precocemente impazzita… non è colpa mia se le persone non sanno apprezzare l’humour inglese… se tu me lo consentissi, me la caverei con qualche battutina mordace … sarebbe come spruzzare una specie di insetticida verbale… stroncherei il malcapitato… come… come… il ramo d’un albero in un parco… parco inglese…il famoso….Hyde Park… naturalmente|
LEI: Sì, certo, lo stroncheresti… ma… dalle risate!
LUI: Honey, honey, amore!… Calma… ascoltami… insomma! Vorrei, sempre che tu sia d’accordo, sospendere il discorso su parrucchieri, droghieri, balsami e simili futilità, salvo i tortellini che mi interessano… per ovvi motivi, per riprendere il filo… del nostro più serio discorso…
LEI: Certo, a te dei miei problemi non importa nulla… per te sono solo futilità! Per te, sono serie soltanto le tue cose… salvo l’argomento tortellini!… Va bene, ho capito, non c’è niente di nuovo in questa casa! Non mi resta altro da fare che rassegnarmi! Comunque, mentre tu… riprendi il filo, mi metto comoda… (sprofonda nella poltrona) Dunque… che mi racconti di bello? Ti concedo due minuti mentre mi rilasso prima di mettere la cena… i tortellini…. in tavola… su, sfodera il tuo migliore humour inglese e dimmi se oggi è successo qualcosa di divertente …
LUI: Ah! Amore, ti prometto che, se mi darai ascolto in questa circostanza, il mio humour sarà inglese doc… mia cara… devo darti una notizia seria… terribilmente seria… sei pronta a… riprendere… il filo?
LEI: Dio mio!! Dopo tutto quel che mi è capitato oggi, è questo il tuo modo di affrontare una povera moglie stanca e sfinita? Tu, invece… tranquillo a casa, tutto il santo giorno, con i tuoi libri… al limite… avrai sbadigliato di noia mentre io… io impazzivo davanti al computer… impazzito anche lui, naturalmente! Poi, carica di pacchi e pacchetti correvo per la città, litigavo con parrucchieri e droghieri e, alla fine, stremata, cercavo un parcheggio impossibile… davvero non ti capisco… sono distrutta… e tu… sembra non trovi niente di meglio da fare che mettermi ansia parlando di notizie serie… adesso… adesso comincio a preoccuparmi sul serio… (si stropiccia gli occhi piagnucolando) Dunque, che cosa è successo? Dimmi!
LUI: (si siede sull’altra poltrona) Scusami, tesoro, scusami, non volevo assolutamente allarmarti…