Magnifica vertigine

di

Giovanni Di Stefano


Giovanni Di Stefano - Magnifica vertigine
Collana "I Gigli" - I libri di Poesia
14x20,5 - pp. 34 - Euro 7,00
ISBN 978-88-6587-3168

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Foto dell’autore in quarta di copertina di Giovanni Di Mauro


Prefazione

Ansia d’eternità e di presente futuribile nella Magnifica vertigine di Giovanni Di Stefano, riferendomi a quel suo ardente desiderio di identificarsi con il bello dell’oggetto contemplato per essere libero ed incorrotto, al di là del tempo e della natura di uomo. Il concetto di eternità come bellezza non inteso da un punto di vista irrazionale, perché ad esso aspira un giovane uomo che tende ad elevare i propri sentimenti quotidiani, trovando nel riscontro della nullità delle cose terrene l’impulso verso quel bello; un concetto, quindi, che non si fonda su un’astrazione ma sorge da una limpida ed attenta visione della realtà. Un’esigenza, nell’ansia d’“eternità, un giorno senza te”, che non nasce nel poeta da un’impressione momentanea ma da un esteso e laborioso itinerario, espresso in modo intenso seguendo un’evoluzione cosciente della propria personalità: “Adesso vivo, cercando il sole, cercando me”. Le accezioni spirituali si evidenziano in tutta la loro consistenza in questa raccolta, felice epilogo di un’epoca di poesia giovanile per “Giovannino” Di Stefano il cui scopo di vita e della propria poetica diviene d’ora in poi quello di cantare se stesso e l’essenza del mondo interiore, fino a trovare il modo di oggettivarsi e di liberarsi dalla limitatezza della mediocrità umana. Immagini incisive e documenti di nuda esperienza di vita in cui riscopre se stesso ed il verso diventa la densa chiave espressiva di una carica fisica ed emotiva a determinarne l’ispirazione. Un luogo, uno scenario mutato, la sua sensibile curiosità lo conducono come un bambino ad una purezza ritrovata e si trasfigurano in poesia e sincera condivisione in un silenzio ormai riempito, stagione fruttuosa dell’esistenza umana. A corollario per il poeta, la sua piccola “isola” di sogno siciliana abbarbicata ai fianchi dell’Etna; musa mitica ed espressiva, sfolgorante e generosa: “La mia terra è qui, paziente e fiduciosa, madre di speranze appena nate…”. La città d’origine, il microcosmo che gira intorno al poeta è uno stato d’animo, un mondo reale ed immaginario nel contempo, una leggenda senza fine. Non si può immaginare il mondo senza Trecastagni. Sotto il suo cielo intriso di sole spensierato o di pioggia acre lui fissa i pensieri permeati di goethiano pathos sullo sfondo di un paesaggio dal fascino unico, e in un continuo divenire mescola passato e presente cercando un futuro atteso. Uno strumento per accogliere memorie, luoghi ed emozioni e registrare la sua voce di protagonista per l’eternità. Nei versi di Magnifica vertigine l’amore vive nella sua accezione più ampia e multiforme: dal ricordo al desiderio, dalla compassione al rimpianto, dal sogno alla speranza: “…Mordo ogni giorno, lasciando il segno dei canini… Amo le mie gioie, soli di primavera sui calendari d’inverno. Amo le mie battaglie, spade fendenti sui sentimenti e sulle sconfitte”.

Ornella Ponzio


Ornella Ponzio, catanese vive a Trecastagni.
Giornalista e conduttrice è stata direttore di testate e periodici e ha lavorato nelle redazioni giornalistiche di tv e delle maggiori radio siciliane. Ha realizzato documentari e speciali; ha seguito l’attacco e la crisi dell’ 11 settembre per La Sicilia, quotidiano per il quale collabora da oltre un decennio. Anglista, esperta in Comunicazione indirizzo sociale ed istituzionale; Master in tecniche e legislazione del Turismo, a Milano; ha studiato a Londra e Parigi; a breve conseguirà anche la laurea in Relazioni internazionali. Ha insegnato giornalismo nelle scuole statali ed è docente abilitata di Italiano L2.


Magnifica vertigine


Sono tempi duri per poeti e sognatori,
ma è proprio quando la vita è buia
che dobbiamo riempirla di colori


Guardami…

Dentro di te,
sono la vita
che attende di vedere la vita,
la mia, una faccia sconosciuta.
Nove mesi e poi
ti accorgi magari che non sono io quello che vuoi.
Guardami,
il mio viaggio si ferma sulla soglia della tua coscienza,
hai deciso di consegnarmi
a chissà quale speranza.
Mamma!!! Non so più chi sei,
non posso più fidarmi di te,
si fa sempre più forte il sospetto
mentre mi avvicini al cassonetto.
Non senti il mio pianto???
Non senti mancare una parte di te??
Lo so, di problemi ce ne sono tanti,
ma avrai un sorriso in più per vivere anche tu
quando spunteranno i primi denti.
Mamma!!! Te lo grido forte,
è l’amore più grande il nostro,
dammi una possibilità,
ti mostrerò la faccia migliore
di questa cruda realtà.
Voglio vivere,
conoscere il mondo,
amare tutto ciò che un giorno
non potrà tornare.
Non uccidermi, non ucciderti,
voglio nutrirmi di te,
voglio assaporare la terra,
vivere di tutto ciò che ci dà
e di tutte le cose belle un giorno
scriverne canzoni,
guardami in faccia
quando mi abbandoni…

30 luglio 2009


Come tanto tempo fa

Era tanto tempo fa
quando in silenzio se ne andava
il morire di un’età.
Il casolare è muto come allora,
le rondini fanno il nido ancora,
le biciclette sono sempre li,
nascoste tra i cespugli,
proprio come il mondo
nasconde i suoi imbrogli.
Dove c’era un limone
adesso c’è un olivo,
cresce, si fortifica,
ma i suoi frutti
non li raccoglie nessuno.
Era tanto tempo fa,
non faceva male il vento,
le antenne della tv cambiano la scena,
i sorrisi dei vicini
non ci sono più,
volati ormai ad un’altra gioventù.
Come tanto tempo fa, però,
il profumo dei panni stesi al sole
tramortisce i silenzi,
in questi bui giorni
dove non ci accorgiamo mai
che la morte invecchia insieme a noi.
Sono qui,
proprio come tanto tempo fa
a respirare tra il verde
la mia America,
ogni giorno qui
è sempre domenica.


Mamma

Siamo cresciuti in questi anni
e le lacrime trovano il suo posto.
Il mio viso cerca ancora rifugio nel tuo petto,
a te che non ti curi del mio aspetto,
di quel dolore per cui nacque l’amore
io mi cibo,
del tuo corpo che cambia,
del tuo passo che a volte inciampa,
di quei barlumi bianchi
che si accendono sui tuoi capelli,
mi nutro di te.
Mi commuove la tua incertezza,
la fragilità che trasmetti,
non chiedi mai un gesto d’amore
ma in fondo al cuore te lo aspetti.
Mamma,
questa estate non finirà,
avrò sempre il coraggio di essere figlio,
dimostreremo insieme
che mettere al mondo una vita
non è mai uno sbaglio.
Mamma,
non ho mai chiesto ai miei sogni di realizzarsi,
ma quando cadono,
col tuo aiuto,
di rialzarsi.

25 ottobre 2010


Gioventù speranza

Gioventù speranza,
muori sotto i colpi
di un freddo gelido,
il sabato sera ti schianti contro un muro
e perdi le tracce del futuro.
Come il grigio di lacrime impolverate
vanno lente le tue giornate,
ma tu sempre presente,
tanto fresca, tanto incosciente.
O gioventù amara
che la morte sfidi ignara,
sotto quella maschera imponente
nascondi un viso assai tremante.
Gioventù speranza,
tu corri verso la via larga
che ti riempie di fierezza,
ma quella che salva
è la via della tristezza.
Potresti conquistare il mondo
con un solo battito d’ali,
sei una terra fertile
su cui si può piantare tutto,
ma spesso in nome di falsi ideali
non porti frutto.
Spalanca le tue porte
ad una vita pulita,
quella vita che troppe volte
hai visto violentata,
che sia lei a donarti quel respiro in più
per fuggire dal buio di una stanza,
che illumini la nostra gioventù,
la gioventù speranza.

23 maggio 2005


L’eternità

Mi manchi,
come alla rondine
il suo cielo,
come la luce
ad un vicolo cieco.
Io sono qui,
sono un’aquila
a cui il bracconiere
ha rubato il suo ultimo
disperato volo,
lasciando in silenzio quel cielo
carico di emozioni.
Mi manchi,
quando si ama
non si è mai soli,
non esistono i ricordi,
solo battiti che defibrillano sul cuore
per dare sangue ai sentimenti,
sorrisi a pieni denti.
Vorrei stasera che quella luna
specchiasse il mio sorriso
come fa lei col mare
e potertelo donare,
un raggio filtrante
da quella finestra silente.
Mi manchi,
finalmente ho capito
cos’è l’eternità,
l’eternità
è un giorno senza te.

2 aprile 2011


La mia terra

Aspetterò che la pioggia
fecondi la mia terra,
perché non sia vano
lo sforzo fatto,
che la felicità non sia come il tempo
di un caffè ristretto.
Aspetterò che il sole lucidi
i frutti di questa mia terra,
giornate aride a scavare solchi,
sognando alberi rigogliosi
e folti boschi,
dove i temporali non possono scalfire
i piccoli germogli
che ho cresciuto come figli.
Aspetterò alla porta
che l’anima mia si disseti,
che l’uomo veda oltre
il grigio delle sue pareti,
aspetterò un nuovo bacio
da stampare sui vetri.
La mia terra è qui,
lei è paziente, fiduciosa,
sa meglio di me
qual è il tempo
per far nascere una rosa,
è madre,
incanta, percuote,
fa da balia alle speranze appena nate.
Aspetterò che la pioggia
fecondi la mia terra,
perché non sia vano
tutto il tempo trascorso con la zappa in mano,
per raccogliere quei frutti
che il mare vuol disperdere tra le onde,
perché possa asciugare finalmente
il sudore nero dalla fronte.

11 febbraio 2007


Dall’altra faccia del sole

Accarezzo la nuda terra e tu non puoi più tornare.
La ninna nanna che stringevi al petto
dei miei sorrisi è una tenue luce.
Il mio cuore è sempre vivo alla tua presenza,
giace in me il tempo in cui
ornavi di rose bianche i miei silenzi,
rifugio sicuro dell’anima tu eri,
oasi d’amore nell’ardua cavalcata nel deserto.
Il cielo sembra troppo immenso per poterti trovare,
la vita è una maschera che tocca alla morte di svelare,
i miei occhi non vorrebbero più piangere
perché sanno che ci sei ancora,
ma quanta solitudine mi nega
il destino di stelle che tu sai per me.
Chiacchiere e baci sulle pozzanghere degli amori falliti,
degli sguardi proibiti,
l’assenza è la più grande delle malattie,
anche solo un giorno ti vorrei,
poter cantare insieme volando come gli stormi migranti,
sentire la tua voce tornata bambina
sedere di nuovo accanto a me.
Respirarti vorrei nei grandi prati verdi dell’amore,
vederti felice e così poter credere alla vita,
adesso che puoi vegliarmi
dall’altra faccia del sole.

12 gennaio 2012


Fratelli d’Italia

Nati qui,
tante facce diverse ma una sola medaglia,
il tricolore.
Popolo di storia
che ha portato in sé le guerre,
padri volati via lontano a cercar fortuna,
verso una terra che di lì a poco
avrebbe messo piede sulla luna.
Siamo italiani,
nessuna coda di paglia,
un grande corteo di mani unite
da nord a sud,
un unico sorriso per un cielo più azzurro.
Guai a chi dividerti vorrà,
perché essere italiani è già una dignità.
Tre grandi cuori ci uniscono,
verde, bianco, rosso,
terra d’amore che soffre
ma che si rialzerà passo dopo passo.
Fratelli d’Italia,
proprio noi,
tutti uguali,
ognuno nelle sue regioni,
tutti insieme a formare uno stivale di emozioni.
Nati qui,
dove la speranza non va mai in vacanza,
figli di un sole per tutti uguale,
scandito dalle note di un solo inno nazionale,
perché ciò che siamo oggi
è frutto di ieri,
gloria
all’inno di Mameli!!!

13 gennaio 2011


D’ora in poi

Siamo qui,
la voglia di vivere è ancora tanta,
l’età non conta,
è solo un numero, sessanta.
Vola via quella gioventù che non può tornare,
possiamo recuperarla con il cuore,
nel nostro quotidiano riprendiamoci il senso,
quello per cui viviamo,
torniamo indietro,
a tutto quell’amore dimenticato,
le ansie e le fatiche della vita
lo hanno impolverato.
Non hai mai alzato un dito,
non sono mai entrato nel tuo silenzio
e scusa se non ti ho capito,
è difficile fare i genitori
e se a volte hai voltato le spalle
è perché volevi che i tuoi figli
fossero migliori.
D’ora in poi
non saremo più come io ti voglio
e come tu mi vuoi,
questo traguardo non può fermare
questo tempo maledetto,
ma ogni strappo sull’anima
lo ricuciremo con l’affetto.
Ho poco da offrirti papà,
niente successi da renderti orgoglioso,
niente trofei,
ho soltanto un amore immenso
da regalare agli occhi tuoi,
per vivere questa vita,
e magari starò io davanti a te
per sorreggerti quando starai per arrenderti,
proprio come facevi tu con me
quando ero un bambino,
non sapevo che la vita
avesse vie così tortuose,
ma stare in braccio a te
faceva sbocciare l’universo intorno
come fa il sole con le rose.
Sai papà,
non è questione di DNA,
di lineamenti,
l’amore accarezza
le nostre fragilità,
questi sono i sentimenti!!!!!
D’ora in poi,
ancora più uniti
vivremo questo presente
e tutto quello che verrà,
l’anima mia è qui per te,
grazie papà.

21 aprile 2011


Cercando il sole

Cercando il sole,
cercando me…
si fa pace con se stessi
e non si vive più di stupidi riflessi.
Niente più passa inosservato,
nulla frutto del caso,
vita che scorre nelle vene,
negli occhi, nel cuore,
niente più lacrime
che sfociano in un mare di silenzio,
adesso vivo
cercando il sole.
In tasca i rimpianti,
bagagli di una gioventù che pesa,
ma ho messo la sveglia a tutti i sogni spenti,
a quei versi non ancora scritti
su cui posare i miei accenti.
Cercando il sole
alzo le mani verso il cielo,
a tutti quelli che ho visto andare,
a tutta quella miseria
che mi sforzo di aggredire.
Cercando il sole,
cercando me…
ho visto tanto in questi anni,
ipocrisie nascoste dietro falsi sorrisi,
uomini veri che vengono derisi,
ho capito che la violenza
è solo figlia degli arresi.
Cercando il sole
ho un anno in più
per chiedere perdono,
ho un anno in più
per saper dire “ti amo”.

27 settembre 2010


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