2008-2009
Ti cerco
Percorro sul mio cavallo di ferro,
strisce ferite di asfalto,
mentre camminano umani automi,
tra secchi giardini di pietra.
Vedo nei campi, caduchi ceri di carne,
consumarsi in opre senza calore,
mentre sul mare, strani legni,
ci portano umanità sfigurate e illuse.
Vago con la mente, già in cerca d’oltre,
tra le oscure galassie del quotidiano,
mentre urli di terribili sussulti,
distruggono nidi, corpi e cuori.
Rivolgo a Te la mia domanda,
dalla corazza della mia anima,
mentre Ti cerco, in questi segni
che sembrano, crudeli, incerti e muti.
Parole
Luci incontaminate,
soleggianti meteore,
in storie di pugni umani,
solchi di vita cancellati,
grida di dolore, non immagini,
non retorica di parole,
di uomini senza futuro,
ma abbracci senza scelta,
stretti ai confini del deserto.
Anonime note
Affacciato alla finestra
in questo tempo, di evidenti segni
guardo, giochi d’epoca decadenti,
esotici rifugi in apparenti regni.
Guardo, distorte forme umane
private dell’anima dell’essenza
marmoree freddezze, mutate in lucenti,
trasformazioni senza sapienza.
Guardo, tutti impegnati
nell’elusione del finale,
fuori da questo tempo,
ma voglia di far male.
Guardo, rotti metronomi
immersi nei frastuoni,
dispersi in anonime note,
stonate anime di suoni.
Guardo, storie vissute
in false ammiccanti libertà,
anime in cerca di aria pura,
di ciò che il loro cuore non dà.
Guardo, ricercate atmosfere
credute altamente sublimi,
sussurri come culmini di armonie,
ma è solo desiderio di essere primi.
Gocce e tsunami
Azioni tenaci
di gocce pazienti,
in un mondo che divide
uomini, razze e ambienti.
Onde irrefrenabili
di Tsunami violenti,
sussulti fuori controllo,
uomini, nel naufragio, impotenti.
Esclusioni di dignità,
in anonime umanità erranti,
in antri di città affollate,
senza un lavoro, nella povertà.
Gocce umane di fratelli,
progetti, diversi, di amore,
fluidi da accompagnare,
risorse della sete del cuore.
Desideri di essere accettati,
mascherati voli, di emancipazione,
tormentate ricerche di affetto,
rapide amicizie, improvvisati aiuti.
Tsunami inumani di indecenza,
voragini nascoste nel profondo,
vie traverse per sopravvivere,
in lavoro nero, e delinquenza.
Miscugli intrecciati di umanità,
lenti percorsi e ventose folate,
speranze e dolori alternati,
genti in ricerca e vite variegate.
Olocausti
Mercanteggianti follie,
versi di un’anima
che non vuole morire,
in una sete inaridita e sopita,
spinta dall’amore.
Ombre oscure di percorsi,
salti ad ostacoli,
inversioni di comando,
astruse interpretazioni,
verso l’incomunicabilità.
Arieggianti colori di vita,
orizzonti nuovi negati,
sul cammino del dialogo,
olocausti di una interpretazione
scenica del proprio sapere.
Segni incapaci di retrocedere,
per dare luogo,
per dare spazio,
per dare tempo,
alla parola dell’altro.
Il Grande
Perdersi
nel piccolo quotidiano,
mentre
il Grande
è a due passi,
e noi
non lo vediamo.
Fragili pergamene
Canneti e paludi
nelle false atmosfere,
passi nell’acqua,
immersi alle ginocchia,
sprofondamenti progressivi
nella rottura del frammento,
letture oscure,
da fragili pergamene,
intrise di sangue.
Mute spremute
Aranci senza sugo,
mute spremute,
di cuori nel deserto.
Gridi di solitudine,
in solidarietà nascoste,
negli antri delle regole.
Slanci di libertà,
senza colorazioni,
incontro al perdono.
Uve mature pigiate,
nel torchio del potere,
con uomini a perdere.
Luci audaci
Come falce di luna calante,
che miete il nostro orgoglio,
in una notte d’argento,
i nostri passi risuonano nell’aria
e parlano al vento.
Contro alle cupole di vergogna,
che fioriscono nelle città umane,
là dove il fuoco ha creato i suoi spazi,
dove il cemento ricopre l’anima,
e i muri gridano senza pietre d’angolo.
Lì dove l’uomo vive il residuo,
di ancestrali sentimenti,
immerso nel mondo,
come condannato del destino.
Noi, come cercatori di senso
nella costretta tenebra,
incontro a luci audaci,
nella sfida di questo tempo.