Opere di

Giuseppe Macauda


Alba a Marina

Quando i riflessi rosei
affiorano dai tetti,
e la brezza lieve sfiora
le mie pesanti palpebre,
non sento più la rabbia delle onde,
ma le puntuali tortore
che, sulle acacie delle dune,
annunciano la desiderata alba.
L’ansia si placa,
e il cuore mio s’apre
al nuovo giorno,
che profuma, ancora,
di salsedine e gelsomini.


Cromie di maggio

Il mare verde dell’altopiano
ondeggia lento
sotto lo scirocco precoce.
Nell’aria diffonde
L’effluvio aromatico
delle erbe da fieno,
un tempo nascosto
dai racconti di sudore
sotto raggi infuocati.
Gocce di sangue
sono i fiori di sulla
tra le cromie vive
dei campi a maggese
e le vene bianche
dei cardi mariani,
antenne spinose
di belati feriti
e d’antichi lamenti
sussurrati al tramonto
nei rosari campestri.


L’equilibrio eterno

Piena sorride la luna
tra i carrubi secolari
nella notte tiepida
dell’equinozio irriverente.
Lo scirocco stanco
diffonde l’ultima sinfonia
delle cicale ostinate,
mentre nel fosso lontano
già riprende il coro rauco
delle rane insolenti.
Gialli coriandoli di foglie
e tappeti bianchi di ruchetta
fanno gli onori all’altra vita,
che intonando nuove armonie
dipinge con colori diversi
l’equilibrio eterno.
Solo per noi l’estate muore.


Le finestre chiuse

Immobile
fisso da mezz’ora
quel portone sordo,
che al mio arrivo
non s’apre più.
Voi non ci siete mai.
Volevo raccontarvi
qualcosa di noi.
E poi speravo
in un abbraccio d’addio.
Vengo spesso qui,
ma rimango poco.
Le foto non parlano,
i letti sono freddi
e c’è troppo buio.
Forse perché tenete
le finestre sempre chiuse.


Alexanderplatz

Spazi grandi,
sospiri nascosti,
aria leggera.
Sotto la torre
che sfida il cielo,
sorridono i lampioni
senza ronda
della piazza dello zar.
Brindano i ragazzi
con le bionde in mano,
mentre gli anziani
accennano passi
di gioia a ritmo di jazz.
È nuovo il sole
di Berlino est.
Lontano,
in fondo al cuore,
le orme sbiadite
degli anfibi rossi
sopra la neve.


La speranza

Il sole debole
accarezza d’arancio
gli ultimi tetti,
lentamente svanisce
portando via gocce
salate di fatica
e brandelli di sogni.
Domani
la luce rimasta
illuminerà il mosaico
del cuore incompleto.
Col giorno
non muore la speranza.



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