Grazia Fassio Surace - Liriche e filastrocche
Collana "I Gigli" - I libri di Poesia 14x20,5 - pp. 176 - Euro 12,00 ISBN 978-88-6587-3427 Clicca qui per acquistare questo libro In copertina “Andare…” dipinto dell’Autrice Questa raccolta segue e completa “Bianco e Nero”. Ancora mi porgo indifesa, senza veli. Ritratto d’artista Imprenditrice, poetessa e pittrice, in una dimensione triplice di attività operativa, ma in una unicità organica della personalità, ispirata alla prassi armonica di azione e pensiero: Grazia Fassio Surace è la stessa identica persona dietro la sua scrivania di dirigente aziendale come lo è al suo scrittoio di poetessa ovvero al cavalletto di pittrice. Come in Voltaire, anche in lei l’abilità nei negozi economici è lo specchio della sua facondia letteraria. La facoltà descrittiva e sognante della sua pittura, paesaggistica e di tradizione formale, è l’equivalente del suo dettato poetico, limpido e piano, ma anche degradante verso una sponda simbolista di sogno ovvero di dilatazione eversiva della realtà. Nel salotto di casa c’è un tappeto volante, tra le lampade dello studio c’è quella di Aladino, una pianta di fagioli può crescere fino a bucare le nuvole e raggiungere il paese degli orchi: fra queste pagine, dunque, si fa esercizio di ordinaria stravaganza espressiva. Sandro Gros-Pietro su “Vernice” n. 28 e 42 Liriche e filastroccheNon viaggio mai senza i miei sogni Qualcuno sulla pagina del mare Mario Luzi
Il rumore del mare è immenso. Il rumore del mare è bianco.
La luna piena mi concilia,
L’estate nuda
Giorni ci sono che veste di sole giorni ci sono che veste di buio giorni ci sono che non si veste affatto Folle verme? Fantasma? Chi nel marasma ha ucciso?
Ritorno a casa
Vedi quel glicine che all’albero s’attorciglia Non lasciarmi in pasto ai vermi nella terra scura.
Cosa rammento di quel pomeriggio In borsa l’abbronzante per la gita Lo scorgo e il sorriso muore così senza coscienza Arriva il mio uomo spaventato la corsa all’ospedale ma non vedo Ora che va e son quasi guarita La stessa ora all’incirca in auto Intanto il tempo inutilmente
Su un cielo teso come vele Etere di luce.
Mi scrive l’amica poetessa l’occasione per diventare universale non narrare il tuo personale, insiste, anche il lettore rimane curioso o spulciamo storie tra le righe, il guardarmi intorno curiosa Contatore visite dal 04-07-2013: 4059. |
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