Volevo solo imbrigliare le nuvole

di

Graziella Parma


Graziella Parma - Volevo solo imbrigliare le nuvole
Collana "Le Schegge d'Oro" - I libri dei Premi - Poesia
14x20,5 - pp. 36 - Euro 8,00
ISBN 978-88-6587-4912

eBook: pp. 32 - 3,99 -  ISBN 978-88-6587-690-9

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In copertina: fotografia dell’autrice


Pubblicazione realizzata con il contributo de IL CLUB degli autori in quanto l’opera è finalista nel concorso letterario Jacques Prévert 2010


Prefazione

Graziella Parma, con la silloge di poesie “Volevo solo imbrigliare le nuvole”, offre le profonde evidenze del suo percorso lirico con tutta la generosità che porta con sé ed alimenta le emozioni con tutto il suo cuore poetico, lasciando scorrere i pensieri ed i frammenti esistenziali, riportando in superficie l’immensa forza che ha sempre dimostrato nella continua lotta della vita, nonostante le perdite e gli immancabili dolori che contraddistinguono il cammino di ognuno di noi.
Ecco allora emergere il bisogno doloroso del vivere, continuo girovagare nei “meandri della mente” e dolente “stringersi nel buio cercando un appiglio”: il cammino è cosparso di “veglie nella notte”quando si avverte che non vi sono spiragli che possano condurre all’amore puro e si raccoglie l’ansia invece del seme dell’amore; quando l’assenza della persona amata stringe il cuore e l’inquietudine attanaglia con la sua presa micidiale, si avverte che tutto ciò, come tempesta squassante, conduce alla solitudine che, da un lato, fa tremare per la paura ma, dall’altro lato, diventa compagna nel dolore, strumento per continuare a vivere.
Nel respiro d’amore, sperato-tradito-perduto, si innalza la figura di una donna che si sente tradita nei suoi desideri, nelle sue speranze, nel suo sogno: la presa d’atto inesorabile vede davanti a sé la fredda impassibilità della persona amata, che si fa estraneo, ombra assorta in un mondo lontano; uomo indifferente nei suoi silenzi, tra assenze e continue partenze, fino a confessare che la persona amata è entrata nell’anima / per lacerarmi a brandelli.
Il continuo processo di disvelamento conduce, finalmente, ad una ricostruzione, ad una rivisitazione dei numerosi frammenti di una vita sfuggita di mano, che dissolve l’inconscia presenza di colui che ha regalato solo un’effimera magia di parole e l’invisibilità del suo amore: attraverso la sua poesia, Lei rigenera la condizione di una donna che si è sempre trovata su sentieri in salita e che si è, sovente, sentita in un angolo, come in attesa di un improbabile risveglio.
Ed ora si impossessa di quel risveglio, si appropria dei frantumi esistenziali ed illumina la sua visione lirica con l’orgoglio e la forza di una donna che inizia il nuovo percorso di vita e, consapevolmente, si mette alla ricerca di qualcuno che possa ascoltare le sue emozioni e sia capace di rispondere al suo immenso bisogno d’amore: la libertà è oltre il simbolico recinto d’un giardino dove si è trovata rinchiusa come farfalla alla quale vengono tarpate le ali.
La volontà di ricominciare inizia con la “nuova aria” di un mattino luminoso: nell’infinita leggerezza delle parole d’una poesia che inseguono il vento dell’amore.
Nulla deve contare ciò che è stato sofferto perché lo sguardo sarà rivolto al futuro ed, inoltre, v’è da ricordare che, anche se quel desiderio così fortemente espresso volevo solo imbrigliare le nuvole, e che regala il titolo alla raccolta di poesie, come Lei stessa afferma, rimane un sogno, si può ben dire che Graziella Parma ha alimentato il suo cuore con il puro sentimento d’amore, autentico ed unico, ed ha cercato di condurlo, nel miglior modo possibile, ad un approdo sereno, al ricercato rifugio nel cuore e nell’anima.

Massimo Barile


Volevo solo imbrigliare le nuvole

Quello che troverai nella pagine seguenti altro non è che un percorso di pensiero.

E proprio da questo percorso affiora la forza e quella immensa, enorme capacità di sopravvivenza al dolore.
Quel dolore che la perdita (sia essa di amore, di affetti, di ideali, di amicizia, di possesso, ma soprattutto di un credo) genera in coloro che hanno amato anche solo una parte di tutto ciò.

Legami di vita… che devono essere vissuti sempre e comunque anche se…
…‘volevo solo allungare la mano
e imbrigliare le nuvole’
rimane un sogno.


sembrava facile
stringersi nel buio cercando un appiglio,
immaginarti la roccia a cui la neve riscalda la pietra
e il vento canta la sua bufera.
Tanti tasselli di pietra senza collante
stanno sgretolando la colonna
le cui fessure sono preda del sibilo del vento
e della neve che lì ghiaccia il suo cuore di vita


pensavo
che quelle mani, dalle lunghe dita nodose
potessero raccogliere i miei respiri,
farne una brezza
e sollevarli ai tuoi desideri.
Ma l’incavo del tuo palmo
ha raccolto le mie ansie,
le mie inquietudini,
le mie insoddisfazioni
e…
stringendo le tue dita
hai potuto sentire
solo il vuoto della mia presenza


la mia ingenuità
cercava la ragione oltre le pieghe del tuo corpo.
Voleva prenderti le mani
ma
toccava la fredda impassibilità del tuo essere


Perché
mi hai portato la luce di una nuova strada?
Perché
mi hai accompagnato fino al cancello di una nuova casa?
Perché
trascinarmi su sentieri in salita
mentre tu fuggivi il mondo?


ti ho dato
tutto ciò che sentivo mancante nella tua carne:
le ore insieme
la veglia nella notte
i pensieri dedicati.
La ricerca di uno specchio nei tuoi occhi
ha riflesso di me
un’anima senza più foglie
…solo rami secchi
pronti a cadere al primo alito di vento


sento il significato
di essere strumento delle tue ambizioni
calore ai tuoi brividi
rifugio ai tuoi pensieri

Ma tu?! Cosa sei per me?

Il tuo sforzo nel compiacermi
non lascia spiragli all’amore


come insetto volante
guardingo fermavi il tuo volo
e
immobile
attendevi la mia disattenzione
per tornare a volare


mi sento tradita
nella speranza
nelle soddisfazioni
nei desideri

ma ancor più

dall’inadeguatezza delle mie scelte
e
dall’impossibilità di un ritorno


mi sei entrato nell’anima
per lacerarmi a brandelli
Li guardo:
ritagli di me svolazzano al vento
come resti di bandiera su un’asta
in un angolo di mondo
perso nell’oblio del mare

ove la luce del faro penetra la notte
e ti accompagna all’alba


il bisogno
quello doloroso del vivere
quello che attanaglia lo stomaco per fame
quello che stringe il cuore per solitudine
quello che fa tremare per paura
Per bisogno sei arrivato a me
…me o un’altra?… indifferente chi io sia…

[continua]


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