A mio marito,
sei con me e in me per sempre
Lascia che sia così
Lascia che tutto passi e porti via,
anche il sottile velo di malinconia.
Lascia che l’acqua cerchi il mare
e l’ape cerchi il fiore.
Lascia che il navigante solchi i
mari in tempesta e porti in
salvo la sua nave.
Lascia che sia così
che tutto passi, tutto si lascia
l’uomo è una nullità nell’immensità.
Lassù il burattinaio muove i fili,
a suo piacimento.
Ognuno di noi è legato ad un
sottile filo, si può spezzare, e… addio alla vita.
Lascia che il vento accarezzi i pini
marittimi, increspi il mare di onde
bianche, schiumose.
Lascia che la neve scenda lieve
coprendo di un bianco mantello
le alte cime.
Lascia che il primo vagito di un bimbo
sia un inno alla vita e,
porti tanta gioia, a chi dopo aver
sofferto, gli ha dato la vita.
Lascia che il vecchio stanco, sofferente
implori pace negli ultimi suoi giorni.
Lascia che si rispetti chi è solo, solo
fra tanta gente.
Lascia che non regni la solita
indifferenza che spesso dà sofferenza.
Lascia che la rugiada si posi sui
prati, sui fiori, e al sorgere del sole,
Madre Natura la trasformi in
tanti Diamanti e pietre preziose multicolore.
Lascia che tutto passi
che tutto sia.
Tu continua, cammina per la tua via,
tanto anche se non vuoi, lo sai
quel che sta scritto lassù,
non cambierà mai.
Notte di Natale
Notte Beata, notte placida
notte di incantevole, stupefacente
bellezza.
Brillan le stelle
risplende la cometa di luce viva, tremula
nell’aura c’è il palpito
di un grande mistero
là nella umile, misera capanna
è nato il Bambino Gesù.
Il Re del cielo
giace sul fieno nella mangiatoia
tra il bue e l’asinello
cori di Angeli
dalle ali trasparenti
con voci celestiali
annunciano il lieto evento
cantando lodi e osanna.
Accorrono i pastori
svegliati dai tanti bagliori
che inginocchiati adorano Gesù.
E nella Notte Santa
gioisce tutto il creato
lodando Dio per quanto ci ha dato.
Autunno
Autunno, piovoso, uggioso, noioso.
Il vento soffia gelido, cadono le
ultime foglie che il vento
raccoglie portandole sui miei passi
le rondini sono partite
in cerca di sole, di calore
la nebbia opacizza tutto ciò che è reale.
Il sole si alza tardi
va a letto presto
regalando splendidi tramonti,
e mari infuocati
lassù nel cielo perlato volano
stormi di gabbiani
in cerca di spiagge deserte per poi posarsi
in cerca di cibo
tra le onde biancastre del mare.
Il bosco è ingiallito
i sentieri coperti di foglie morte
tutto riposa, anche il ruscello non canta più.
Quanta pace,
interrotta solo a tratti
dal gracchiare del corvo, della ghiandaia,
dal grugnire del cinghiale.
Lassù tutto è in attesa del risveglio
che avverrà quando lo Zefiro soffierà
e l’aria odorerà di viole.
E così fu
…e così tutto si è compiuto
hai chiuso gli occhi
un ultimo saluto
per te, non ci sarà più vento né sole
a rallegrarti il cuore.
Né gioia, né dolore
solo pace eterna…
hai lasciato
dietro di te tanto vuoto
tanto dolore
la notte è scesa nera
nel mio cuore
divora la mia vita
che senza di te è finita.
Redipuglia
Lassù tra le alte montagne
teatro di guerra, di sangue sparso,
di giovani vite stroncate.
Per volere del nemico crudele
con tanta sete di potere
là giacciono i nostri caduti
per la Patria.
Fra cimeli, bandiere intrise di sangue
resti di armi da guerra,
da combattimento,
riposano i nostri eroi,
i nostri Alpini, i nostri Fanti.
Gradinate immense in marmo
da percorrere,
migliaia di loculi con inciso un
nome, una data
e una scritta: presente – presente
è quasi
come se il militare
rispondesse ancora all’ultimo appello.
Dio se è vero che ci sei,
fa che non ci siano più pianti, né guerre
mai più sofferenze,
fa che regni per tutti e dovunque
la pace
dona un sorriso a tutta la gente.
Sventola il tricolore
si intenerisce il cuore.
Alti cipressi fanno da sentinelle
a queste vite stroncate, maltrattate.
Le note del Silenzio
si diffondono lontano
l’emozione è forte
mentre dal cuore
nasce una preghiera
e lassù scende la sera.
Non giudicarmi
Tu vedi la natura
dai mille colori
le piante,
i prati,
i fiori,
i rossi tramonti
e gli azzurri orizzonti.
La pallida luna
che si specchia nel mare.
Odi il suon delle campane
hai portato i tuoi figli all’altare
hai gioito con tutti i tuoi cari.
Io non vedo colori
non odoro i fiori
sento ancora i lenti, tocchi, grevi
della campana
l’ultimo saluto ai miei cari
in un tempo ormai lontano.
La morte è un gran mistero
ti lascia un dolore
ti trafigge il cuore
trascorrono i miei giorni
come in un film
in bianco e nero.
Vorrei volare ma non posso
resto qui
ferma ad aspettare
il silenzio che si fa attorno
che mi parla… di te
non so scordare
combatto con le lacrime
non le voglio.
Non mi giudicare, non condannarmi
tu che non conosci la solitudine
non temi il buio dell’anima
hai chi ti sta accanto con amore
non puoi capire la mia angoscia
che a volte mi lascia senza fiato.
I pensieri neri come la pece
mi rodono nella mente
cerco di scacciarli inutilmente
e quando è notte fonda
vanno e vengono
come l’onda.
Sensi di colpa inesistenti
il sonno se ne va
rimangono i tormenti.
Sogno una mano amica
che mi aiuti
a ritrovare la vita.
Ma è qualcosa più grande di me.
La vecchiaia
Avanza lentamente
colpisce il corpo
poi la mente
è una lenta malattia
porta il cuore all’agonia
il corpo curvo sul bastone
non ha più nessuna emozione.
Stanche le vecchie membra
torna fanciullo il cuore
tutto è fatica tutto è dolore
anche i ricordi che han cambiato
la vita,
sono coperti da un velo tragico
dalla tristezza infinita.
Ogni pensiero è un affanno
e… pian piano arriva un altro anno
forse l’ultimo?
E chi lo sa.
Anche l’uomo non è immortale
vive la sua stagione
armato di potere
o di povertà che sia
tutto poi finisce
e se ne va via.
Il carrozzone della vita se ne va
continua inesorabilmente
la sua corsa verso la via
senza rimpianti
senza nostalgie.
San Valentino
Fa freddo,
la neve copre i campi ed i monti
che fanno da cornice al piccolo paese di montagna.
Le piante
sono spoglie, la natura dorme,
un corvo gracchiando svolazza qua e là in cerca di cibo.
Soffia
un vento gelido,
fa freddo anche nel piccolo cimitero.
Seduta
sul gradino di una cappella una donna…
piange.
Il capo reclinato
e le braccia abbandonate in grembo,
piange tutta la sua… disperazione.
È
in quella cappella che ha gli affetti più cari.
Ora è sola.
È
una donna
affaticata, macerata, scorticata.
Lei stessa
si scortica, si tormenta giorno dopo giorno,
perché la sofferenza sia più grande, non si dà pace.
Nevica,
la donna si alza, sistema i fiori,
dà un ultimo saluto ai suoi cari, al suo Angelo che troppo presto l’ha lasciata.
S’incammina
barcollando a testa bassa verso l’uscita,
verso l’ignoto.
Dopo
quella dolorosa visita,
non le importa più nulla di tutto ciò che accadrà intorno a lei.
Fa tanto freddo
ma lei non lo sente,
nel suo cuore c’è il gelo da tanto, troppo tempo.
Forse un giorno
non troppo lontano ritornerà anche
lei per riposare per sempre accanto al suo unico grande amore.
Ora sì!
La tragedia si è consumata.
È arrivato il tempo per vivere sola.
24 Aprile 2009
La primavera
Leggiadra
fanciulla di rara bellezza
vestita da lunghi veli multicolori,
da dove si intravede un corpo perfetto
arriva… danzando, porta felicità, gioia.
I
lunghi capelli biondi
le incorniciano il volto bellissimo,
un ovale perfetto; la pelle color pesca,
gli occhi grandi… azzurro fiordaliso.
Cammina leggera
a piedi nudi sulla tenera erbetta,
quasi sospesa nell’aria, lasciando dietro
di sé una olezzante… tepida
scia.
Porta con sé
tutti i suoi doni e sono molti:
viole, primule, mammole, rondini brune,
nidi e farfalle, tante margheritine
candide e gialle.
Al
suo passaggio
la Natura le rende omaggio inchinandosi.
Il risveglio del lungo sonno invernale
è arrivato.
Anche l’uomo l’aspetta.
L’accoglie felice così come aspetta la sua donna,
dopo un lungo viaggio, per darle
tutto il suo cuore ed il
suo amore.
È
una ridda di sensazioni, di emozioni.
L’uomo è più che mai coinvolto, deve sottostare alle leggi della Natura,
può quindi godere questo spettacolo che si ripete
da migliaia di anni.
Dopo
un lungo inverno,
tutto si risveglia, ricomincia a vivere.
Bentornata… Primavera!!!