Il mare di notte
Il mare, di notte, non c’è
si confonde col cielo, si confonde col buio
anche quando è sereno e brillano le stelle
se non c’è la luna, è un unico manto blu
Le onde nascono dal buio e si rincorrono,
sembrano lingue di draghi le loro creste,
si avvicinano alla riva come per abbracciare la terra
questa terra fatta di sabbia e conchiglie
che accarezzo con le mani ed è fredda
ed è vuota la spiaggia e silenziosa
sento solo il rumore del mare e il suo profumo
perché di notte, il mare, non c’è
E adesso che è qui davanti nella sua grandezza
lo confondo col cielo, come nella sabbia
confondo i miei passi,
e come il cielo si perde nel mare
io mi perdo nel buio della notte,
dove spesso le cose cambiano e sono diverse,
anche se domani saranno sempre le stesse,
come il mare che, di notte, non c’è
UN GIORNO DI PIOGGIA
Un giorno di pioggia
vieni a portarmi via,
ad asciugare i pensieri
nel calore di un camino,
a stendere i ricordi
tra i fili del tempo,
a sfogliare tra le mani
i desideri profondi,
fino quasi a toccarli,
e per dissetare l’anima
ci ubriacheremo di sogni
finché sarà domani,
in ore vuote di tempo
disegneremo sui vetri
fantasie di vapore
e stanchi di felicità
riposeremo gli anni
sopra petali di rose
SABBIA
Sabbia
pelle del mondo
scivoli via
dalla mia pelle,
nell’eterna clessidra del tempo
ti ritrovo nelle tasche
per poi perdermi
con i passi, su te
e mentre attraverso il mondo
tu attraversi me
tra le dita, nei capelli
tra conchiglie di mare
e sassi di terra
ritrovo i miei passi
Sabbia
dune nel vento
bianche di luna
sotto le stelle,
nei deserti infiniti del mondo
disegni nuove rotte
ai viandanti
che lasciano, su te
impronte leggere, carovane
arse dal sole,
nei racconti di tempeste
illusioni di miraggi,
tra quei passi di terra
ritrovo i miei passi
TI SCRIVO
Ti scrivo,
non ho altro da offrirti
che queste parole,
mentre mi fermo
a raccontare il mondo
fuori il mondo vive,
rintocchi di campane,
incroci di sorrisi,
bellezze sfumate dal tempo
e non so fino a quando
avrò ancora il tempo
di raccontare il mondo,
se sarà solo pioggia
caduta a bagnare la terra
o acqua di mare
a lavare pontili deserti,
o intrecci di ali
nel cielo, alla fine del giorno
o sarà la dolcezza
di un bacio, una carezza leggera
nel buio di una notte infinita
come questa notte, bella,
in cui ti scrivo
COLLANA
Ho una collana
di mandorle e fragilità,
di dolci e tenere carezze
da indossare nei giorni di festa
una collana
di miele e ricordi,
di giovani e semplici colori
da riempire i mattini d’inverno
Ho una collana
di zucchero, sale e cannella,
di ore e di tempo perduti
da portare nelle attese infinite
una piccola collana
di semi e speranze,
di sogni e profumi che il vento
soffierà nelle sere d’estate
Ho una collana
di argilla e parole,
di boccioli e nidi fra i rami
da raccogliere nelle mie piccole mani
L’EMOZIONE DI VIVERE
Adesso che i tuoi occhi
non possono ancora vedere
la strada che ti aspetta,
né le tue mani sentire il freddo
dell’inverno che sta arrivando
o le tue orecchie udire
i rumori del mondo,
voglio provare a descriverti
l’emozione di vivere,
quello che provo dentro,
ed è difficile per me farlo adesso,
adesso che le tue dita non conoscono ancora
cosa voglia dire perdersi fra le note
o lasciarsi spettinare dal vento i tuoi capelli,
adesso che le tue parole
non hanno ancora un suono
né strada i tuoi passi,
adesso che non conosci ancora
la differenza tra il sole e la luna
né perché si rincorrono sempre,
adesso puoi vivere con me questa emozione
ma non la puoi ancora capire
perché imparerai a farlo con le tue forze,
imparerai a sentire con il cuore
la gioia di vivere, di avere un amico,
di correre e dondolare su un’altalena
senza avere paura di cadere
e mille volte inciamperai
ma troverai la forza di continuare,
continuare a lasciarti consumare
dalla grande emozione di vivere
là dove è il tuo posto, dove saranno i tuoi passi,
dove ti aspetta quella fetta di amore
che solo le tue mani sapranno costruire,
le tue mani
che ora posso solo immaginare di stringere
LE MIE PAROLE
Immagini inciampate nella mente,
echi di suoni lontani
leggeri come il fruscio della seta,
ricami di erba di prato,
intagli nel legno
morbido e duro dei miei anni
Volano in alto, più su del vento
attraversando l’infinito mare,
sanno ridere e sognare,
sanno piangere ed arrivare
oltre il buio della notte,
più in là del tuono
Frammenti di stelle,
così piccole nelle mie tasche
risuonano come monete,
battiti di cuore, pelle di tamburo,
tratti di matita sfumati, acquarelli,
attimi di eterno, infinite
Scarpe comode, per viaggiare oltre il dolore,
quando il silenzio non ha più voce
e i passi si siedono
a riposare gli anni,
sabbia di clessidra,
che scivola oltre il tempo
POZZANGHERE
E la terra
si sporca di cielo
tra le pozzanghere
che asciugano al sole,
squarci di spazi
inesistenti,
specchi del mondo
che riflettono altrove,
fragile infinito
dove pesto ombre di nuvole
Opera 1^ classificata al Concorso Letterario «Il Club degli autori 2016/2017 Trofeo Umberto Montefameglio»