Tregua
Piove luce melodiosa
dopo un vento spazzanuvole
dalla cupola celeste
come un brano di Debussy
sui tasti bianchi e neri
della terra
a lenire il cuore di ognuno
con promesse di buoni giorni
a venire
oltre l’occaso color bronzo
che solo ieri
pareva l’anima irretire.
L’armonica
In una mano d’altri tempi
e labbra astute
potessi ancora udire il suono
dell’armonica di mio padre
che tanto gli fu amica
tra i reticolati in prigionia
nei giorni tristi del suo esistere.
Di quel suono non scolarizzato
appreso solo per passione alla vita
e per questo (forse)
ancora più bello.
Ora è li
riposta lucidissima
in un cassetto a me caro
nella sua custodia di velluto rosso
che mi guarda fissa
col suo groppo in gola.
Bello è il tuo sguardo
Bello è il tuo sguardo
che sconfigge il mio disordine
e s’annida nell’anima
in tenera sordina
con promesse di vita
d’incantamento e di stupori
dominando la scena
come un dio d’Amore.
Oltre la cancellata
S’arrampica come un sogno
a primavera
l’intreccio profumato
di una rosa – rossa come l’amore
che tutta l’avviluppa
e la conquista –
ad abbellire con grazia
strepitosa
l’algido viso della luna
che tutta triste
a notte fonda
dietro il ricamo di una nube
se ne sta sola.