In copertina: «Panorama Colico» fotografia dell’autrice
Opera finalista nel concorso letterario Jacques Prévert 2019
Prefazione
Nella silloge di poesie, “Musica nel cuore”, Liliana Rocco offre in dono le sue parole d’amore, tra vibrazioni e “palpiti soffusi”, armonia lirica e dolce malinconia, che ammantano la sua visione poetica e la innalzano ad una dimensione superiore, oltre le dispersioni dell’umano esistere, per rivivere il tempo in cui l’ardore dell’amore soffiava “linfa” nel sangue e tutto era “fiamma”: ne sono esempio il ricordo dei fremiti dell’attesa, la necessità vitale di perdersi negli “abbracci” con la persona amata, come a “diventare una cosa sola”, in una fusione di due anime.
Il giacimento emozionale riporta alla luce gli “incanti” e i sogni, i respiri e le magie, risvegliando il sentimento profondo, vero ed autentico, unico ed assoluto, seguendo un ritmo lirico che diventa travolgente.
La sua Parola è forte ed incisiva, penetra nell’animo ed incendia il cuore: il “nostro amore” così unico, “spavaldo e sincero”, “fragile e violento”, “desiderato e sognato”, impetuoso come marea e ammaliante come armonia celestiale, ora è solo un amore perduto, un “fiore trafitto, spezzato” finito nella polvere e, forse, ormai “sepolto fra le pieghe della memoria”.
Il tempo fugge nel vortice dei giorni vissuti e dissolve le promesse e la passione, i sentimenti e gli ardori del cuore, e non rimane che l’amara consapevolezza dell’amore perduto.
La tempesta sentimentale ha travolto ogni cosa e resta vaga immagine di un uomo freddo ed indifferente, incapace di capire che l’anima di lei si logorava e, come donna, viveva un “folle desiderio”, in preda al suo delirio d’amore: ecco la lenta caduta nell’abisso di “follia nell’anima” e i versi “nudo dolore mi avvolge / come freddo sudario” ne sono il sigillo lirico.
***
Il desiderio di Liliana Rocco è che la poesia scenda su di lei, la avvolga per fare in modo che la sua anima “approdi / alle rive del sogno / sulle ali del silenzio”: in questa ricercata “profonda solitudine” il pensiero porta alla luce il ricordo, disperso nel tempo della nostalgia dei “giorni felici”, mentre le immagini svaniscono e tutto si perde nel silenzio del cuore.
Lei è totalmente avvolta dalla “dolce malinconia” e continua ad interrogarsi perché il tempo che trascorre non porti via la sua sofferenza, il travaglio ed il patimento: lei vorrebbe placare gli affanni, lasciar vagare i ricordi come “stelle cadenti”, lasciarsi fluttuare nelle tenerezze dell’amore e trovare la quiete dell’anima, ma si sente come smarrita tra “lampi di speranza”, in preda ad un lento abbandono dentro l’oceano emozionale, come in attesa d’annegare “nell’immensità del silenzio”.
Ecco allora che la Poesia diventa un “mosaico delle sue emozioni”, profondamente sentite e vissute, costantemente avvertite nelle manifestazioni del vivere, tenacemente preservate dentro il suo cuore: nella trama esistenziale, tra malinconia e nostalgia, il sofferto vivere diventa allora dimensione evanescente nella quale la poetessa è protesa a ricercare lo “scrigno segreto/di luci ed ombre”, dove custodire i suoi “sogni”.
In tale dimensione la poetessa rinasce attraverso la sua Parola lirica e la vita stessa diventa offerta, “atto d’amore”, di una donna che eleva un “grido di speranza”, come a nutrirsi delle illusioni, alimentarsi delle percezioni del mondo sentimentale, lottando con il “vento dei ricordi” che tenta di attanagliare il cuore.
Ora è il tempo di inebriarsi del profumo dell’amato “silenzio”, vivere di sensazioni, “semplicemente amando”, per librare il cuore oltre i “muri d’incertezze”, placando ogni sofferenza, respirando il seducente profumo della gioia di amare che diventa meraviglioso “inno alla vita”.
Massimo Barile