Parte undicesima: ancora poesia.
(2012)
Ancora poesia
Finché il cielo
sarà sopra noi,
a stupirci
per la sua immensità,
a lasciarci senza fiato
nelle notti stellate,
sarà ancora poesia.
Le ombre della sera
Le vedo
infilare l’orizzonte,
con quella camminata
lenta e stanca,
per aver graffiato
la giornata passata.
Le vedo
scomparire lungo i viali,
nel ritorno verso casa,
leggere e silenziose,
le ombre della sera.
Il silenzio dello sguardo
Ai più
sembra che tu
non dica niente,
nel silenzio dello sguardo,
ma gli occhi
parlano da soli.
La pace dentro
Portami i sogni
di quand’ero bambino,
che quelli di ora
non mi piacciono più,
sempre più brevi
nella notte
sempre più lunga.
Dammi il sorriso
di quel fanciullo,
spavaldo e sereno,
con i piedi
nell’acqua del mare.
Il giovinetto è cresciuto,
ma dagli ancora
quel respiro umido
del mare la sera,
per farlo sentire
in pace dentro.
Solo crederci
Manda avanti il cuore
se le gambe tremano,
perché a volte
non serve correre,
ma solo crederci!
Affidatevi a Dio
Il viaggio è cominciato,
signori si parte,
non chiedetemi per dove
che non lo so nemmeno io,
ma il cammino sarà lungo,
affidatevi a Dio.
La strada che scorre,
non sembra in salita,
ma anche la pianura
ha le sue insidie a parer mio,
tenetevi stretti,
affidatevi a Dio.
Quanto sudore
avrà rigato
la vostra fronte,
ma se col vostro rigoglio
non tutto passerà,
affidatevi a Dio.
Quando arriverete,
la via sarà sembrata
forse troppo breve,
e se l’ora che volge al desio
vi rattristerà, non preoccupatevi,
affidatevi a Dio.
La limpida sorgente
Cavalli bianchi
a briglie sciolte
corrono
nella verde prateria,
come il mio cuore
non trovano ostacoli
e l’amore è libero
di dissetarsi
alla limpida sorgente,
che sei tu
amore mio.
Il mio porto
Porto,
che sempre mi accogli
dopo una giornata
passata tra i flutti,
ora placidi e cristallini,
ora marosi e scuri,
vengo a riposare
la mia stanca mente
e nel tuo riparo
ritrovo la forza
per il viaggio
del giorno dopo
e così sarà sempre
fino a quando
questa nave,
fiaccata dalle tempeste,
a te affiderà
la stanca carcassa.
Acqua
Acqua del mare,
che bagna le sponde
e poi si ritrae,
schiumosa e rumorosa
si trascina l’arena,
come la vita
ogni giorno
si prende qualcosa.
Acqua del fiume,
che scorre
veloce e tumultuosa,
come l’esistenza
di tutti noi.
Acqua di sorgente,
dolce e fresca,
ancora incontaminata,
come il fanciullo
che dorme sereno
tra le braccia della mamma.
Mamma
Mi sveglio e vedo te,
mamma,
che con il tuo abbraccio
mi dai subito serenità
ed io, con il mio sorriso,
ti esprimo l’amore
infinito di una figlia
verso chi le ha dato la vita.
Vivo e ci sei tu,
mamma,
che mi cammini a fianco
perché il mio passo
è ancora stentato
ed io ti seguo,
ovunque tu vada,
per starti vicina
e non perderti mai.
Mi addormento e ci sei tu,
mamma,
che con il tuo bacio
mi fai riposare placidamente
ed io posso sognare
di farfalle e uccelli in cielo,
di fiori in mezzo ai prati,
perché la realtà
ancora non la conosco.
[continua]