Voli nelle memorie

di

Luca Falchi


Luca Falchi - Voli nelle memorie
Collana "Le Schegge d'Oro" - I libri dei Premi - Poesia
14x20,5 - pp. 44 - Euro 7,30
ISBN 978-88-6037-8873

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In copertina: Il golfo di Rapallo fotografia di Luca Falchi


Prefazione

La silloge di poesie “Voli nelle Memorie” di Luca Falchi, attraverso un flusso memoriale, riporta alle esperienze esistenziali dell’Autore con un continuo scandaglio del mondo interiore, del profondo senso della vita, della concezione e percezione dell’amore fino ai momenti di sofferenza che conducono a zone complesse e celate: i suoi occhi “rubano/immagini veloci/di una vita breve” ed emerge la sua volontà di “gridare” ciò che sente anche a coloro che non ascoltano, a coloro che fingono di essere sordi e, ancor più, di “urlare la rabbia” perché tutti sentano che “sei vivo dentro”.
Lo sguardo poetico di Luca Falchi è costantemente alla ricerca di un quid esistenziale che tende a sfuggire all’Uomo nonché si immerge nel groviglio dei pensieri “dispersi” e delle sensazioni celate nei silenzi di luoghi amati che hanno visto il trascorrere dei giorni della vita.
La stessa vita che è profondamente vissuta, indagata nei minimi particolari, riportata nelle parole di alcune poesie con una vena malinconica che è comunque il prodromo di una nuova visione dell’esistere.
Come già si avvertiva nelle precedenti sillogi di poesie “Amando” e “Gabbie e amori perduti”, la sua lirica si dispiega senza costrizioni, mai si lascia condizionare dalle false apparenze e cerca sempre di seguire il sottile filo sotterraneo che riconduca alla meta.
Le sue liriche creano una tessitura che si fa energia capace di assorbire le negatività.
Le scintille emozionali si accompagnano ai ricordi “ancora vivi” del tempo passato: la consapevolezza che ora vi sono “solo tristi sguardi/a ricordare/ciò che siamo stati” e, alla fine, i frammenti della memoria “illuminano gli occhi”.
Le lacrime versate “non sono scese invano” anche se emerge, sovente, la difficoltà di seguire il “giusto cammino”: a volte, assale la voglia di “volare nei sogni” dove “nessuno possa raggiungere” quasi a liberarsi da tutto ciò che può comportare un impedimento al proprio flusso emozionale.
Il sommesso recupero memoriale riconduce al giardino dal quale il poeta vedeva “volare i gabbiani”, alle “strade assolate”, al profumo dei tigli che inebriava e, allo stesso modo, riporta al senso della perdita delle persone care, delle persone amiche, in una sofferenza provocata dall’amore perduto, dalla vita che passa inesorabile.
E poi, nella poesia di Luca Falchi, v’è il profondo bisogno di esprimere il bisogno d’amore “sentire gli occhi di lei dentro i propri occhi”, ascoltare il respiro che si confonde con il proprio.
Ecco allora la concezione dell’amore come di un fiume che scorre e si “insinua nelle fenditure” e “tutto trasporta con sé”: la percezione dell’amore come di una energia che oltrepassa gli ostacoli, che illumina la vita, che incendia il cuore anche se deve fare i conti con la lontananza della persona amata.
È fondamentale non lasciarsi sfuggire neanche un solo attimo di questa vita: assaporare l’amore che “non conosce confini”, che fa palpitare il cuore, che strugge per l’assenza della persona amata e conduce ad aspettare il suo ritorno, a saper cogliere “anche quel poco che viene offerto”.
Luca Falchi è sempre preciso ed efficace nel riportare immagini che fissino fedelmente il suo sentire, che evochino le emozioni vissute, che rendano ancora “vivi” gli sguardi intensi, i sorrisi, le sofferenze per l’amore perduto quasi a “guardarsi dentro” senza temere nulla fino ad illuminare le profondità più nascoste, fino a constatare che “rimane solo il ricordo”.
Le parole si fanno poesia come a risolvere il turbinio di sensazioni e pensieri, di sogni e di speranze: il possibile smarrimento nel simbolico labirinto interiore diventa spinta propulsiva verso l’esterno, verso una nuova visione che abbandona il canto perduto nel tempo e innalza il desiderio della vita per l’ennesima possibilità di vivere pienamente ciò che è “vivo” nel cuore.

Massimo Barile


Voli nelle memorie


A Diego ed Elia


Parte prima: ricordi e addii
(2006 – 2007)


Ti ricordo così…

Tu, dietro la finestra,
un maglione rosso acceso
e quello sguardo di madre
verso un figlio tanto amato,
che forse non vedrà più.

Questo il mio ultimo ricordo
di te a casa.

Quel giorno me ne andai
guardandoti a lungo
e l’immagine è impressa
per sempre nella mia mente.

La tua figura
sempre più offuscata,
mentre mi allontanavo
e sui nostri occhi
scendeva un triste velo.


E poi…

Accordi di pianoforte
il ricordo di te,
giovane ragazza
che per la prima volta
riempisti il mio cuore.

Castagne al fuoco,
sorrisi e sguardi innocenti
in quel novembre,
quando iniziò l’Amore.

Per gioco,
quasi senza crederci,
passarono inverno,
primavera ed estate.

E poi …
la mia scelta,
di lasciare tutto e tutti,
ci allontanò nel momento
in cui iniziavo a confidare in te,
ma quella notte alla stazione
l’autunno si portò via
sogni e speranze,
su quel treno senza ritorno.


Bora

Caldo,
il vento dell’est
nell’estate carsica.

Gelido,
nel lungo inverno,
sferza la faccia.

Bora,
soffi da sempre
su questa terra,
segnata dalla tua forza.


Non perderti…

Non perderti
nell’oblio di sentimenti
non totalmente corrisposti,
ma sappi cogliere
anche quel poco
che ti viene offerto
da questo mondo
che non dispensa Amore.


Non chiedermi amore

Ti do la mia allegria,
la sicurezza delle mia braccia,
lo sguardo intenso dei miei occhi,
il sorriso indiscreto della mia bocca.

Non chiedermi amore.

Ti offro le mie mani da stringere,
il mio corpo d’abbracciare,
frasi dolci su di un foglio,
un fischiettio spensierato.

Non chiedermi amore.

Ti dedico una canzone,
il mio viso da carezzare,
i miei capelli da lisciare,
un rimpianto da dimenticare.

Non chiedermi amore…
se già non lo è!


Sulla diga

Cammino sulla diga,
mare mosso innanzi a me
e una lacrima il viso mi riga
per il gelido vento che preme.

I miei passi contrastano
con la forza della bora,
gabbiani sulla spiaggia girano
e il campanile batte l’ora.

Passeggio silenzioso
guardando ciò che ho di fronte,
il mio sguardo pensieroso
fissa l’orizzonte.

Un sole rosso fuoco
si tuffa nella laguna,
in questo incredibile gioco
di colori, si affaccia la luna.

Questi sono i tuoi tramonti,
paese natio,
che tanto per me conti
come la madre per il suo “fio”.


Parole al vento

Parole al vento
un giorno gettasti
dal ponte sul fiume,
le vidi cadere leggere,
trasportate lontano,
le rincorsi con lo sguardo
fino a quando si persero
in quell’acqua gelida,
di quell’inverno precoce
che ghiacciò il nostro amore.


Mai finirà

La distanza che separa
la mente dal cuore
è la lontananza amara
di queste stanche ore,
che separano te, o cara,
da chi ti nega l’amore.

Fili sottili a me ti legano,
ma niente sarò ormai, la tua vita scorrerà lontano
portando con se ricordi gai
e l’immagine di due che si amano
svanirà pian piano, come sai.

Lacrime rigano i nostri visi,
che uniti in un ardore
non dispensano più sorrisi,
l’anima è pervasa da questo dolore,
un giorno saremo divisi
ma mai finirà questo amore.


Una lacrima

Dal cielo una lacrima
si getta nel fiume,
che attraversa questa vita.
Ci sediamo sulla riva
e lo lasciamo scorrere:
troppo facile!
Allora ci tuffiamo
per farci trasportare dalla corrente
e senza paura
affrontiamo le sue rapide.
Solo allora
capiamo di aver vissuto
in mezzo a questa vita
e quella lacrima non è scesa invano.


Te sopra me

Ho ancora bisogno
di ascoltare il tuo respiro
che si confonde con il mio.

Ho ancora bisogno
di sentire i tuoi occhi
sopra i miei.

Ho ancora bisogno… di te.
La vita

Il viaggio di una vita
inizia che non lo sai.

Lungo la strada,
dove ti fermi e riparti,
più volte ti smarrisci
e anche se è difficile
riprendere il giusto cammino
la tua caparbietà ti aiuta.

Salite, discese, corse sfrenate,
anche pause di riflessione,
cieli azzurri e prati verdi,
tempeste di pioggia e aridi deserti
fanno da sfondo
a tutto ciò che ti circonda.

Finirà questo viaggio,
allora sì lo saprai.


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