COME QUESTA TERRA
(ALLA MIA DOLCE MAURA)
Come questa terra
profumata e antica
è la tua mano amica
che al vento liève
i miei capelli scioglie
Piccole erbe vibrano
all’alitar dei vènti
... come gli animi nostri
che all’unisono vanno
... oltre Orizzonte
Corre il cervo…
Corre il cervo delle mie paure
lungo notti senza sponde …
Fuggi, cervo delle mie pene,
travalica ombre e assenti chiarori!
Rifugiati, cervo delle mie ansie,
presso i roseti dell’alba …
mentre la notte sui monti ti rincorre …
Poesia Finalista nel Concorso Letterario Internazionale “Il Club degli Autori 2001-2002”
Mare
Spuma di vènto
s’insinua in dolcezza
in bianche conchiglie vuote.
Corre lesta nelle spire
musica soffiando
di note eterne.
Metro: Quinario, senario, ottonario (prima strofa).
Ottonario, senario, quinario (seconda strofa).
Questo susseguirsi di versi conferisce alla poesia forma esagonale.
Poesia Finalista nel Concorso Letterario Internazionale “Il Club degli Autori 2001-2002”
Il volto
Nel fondo delle pupille
c‘è il volto di chi amo.
Lo accarezzo
ogni volta
che
chiudendo gli occhi
lo penso …
Questa poesia ha ottenuto il 6° Premio nel Concorso Letterario Internazionale “Les Lyriques” indetto dalla rivista letteraria “Prospektiva” edita dalla Casa Editrice “Prospektiva” di Siena
È anche risultata finalista nel Concorso Letterario Internazionale “Il Club degli Autori 2001-2002”
Come albero divelto
Come albero divelto
dal suo prato,
me ne sto
in un canto gettata,
in attesa
che le mie folte chiome,
mute ormai
di cince e rosignoli,
si riempiano
dei corvi
della sera.
Poesia 5a classificata nel Concorso Internazionale di Poesia “Il Club degli Autori 1999-2000”
A sera, costruivamo Aquiloni
(A chi se ne vuole andare …)
Non correre via …
Non fuggire i giorni
insieme vissuti …
sono parte di noi.
Giorni vedovi
di amiche parole,
ore avare
di suoni conosciuti,
compagni ti sarebbero …
Strade bianche e solitarie
non ti si addicono!
Non correre
verso aspre colline,
aride
come seni vizzi …
Il tuo cuore
ha bisogno
d’abbigliarsi d’amore
e caldi palmi vuole
che da oscure notti
lo preservino.
Ricordi?
A sera, insieme,
costruivamo aquiloni
da far volteggiare
al mattino,
pazzi di grida …
Aquiloni grandi
dagli occhi lucenti
che sopra noi
volavano e volavano …
dall’alto ci guardavano
correre nelle risa …
e nel sole …
Così si giungeva a sera,
con cuore baldo e liève
sognando
ancor più grandi aquiloni
smisurati,
sconfinati,
trofei da esibire
nei colori
del seguente mattino.
Ogni giorno, così,
si inventava la vita
costruendo
enormi sogni la sera
che vividi alti volavano
dalle albe ai tramonti …
E il sentiero
per la ricerca di nidi
solo in grandi occasioni
si imboccava
quando gocce di sale
spuntavano
amare e segrete
tra ciglio e ciglio …
Ecco allora
che il colle dei pini
a noi si parava dinanzi…
Con foga
veniva scalato
di zolla in zolla
saltando,
schivando sassi
e erbe in ciuffi
fino al sentiero agognato
dei nidi …
Quanti ricordi …
non vedi?
Rimani …
Rammenta …
che “essere soli”
è non aver accanto
occhi amici
in cui potersi ogni giorno
specchiare …
Poesia 3a classificata nel V Premio Nazionale di Poesia e Narrativa “Spazio Donna 2003” di Napoli
Vorrei vestirmi di vento…
Vorrei vestirmi di vento
per vagare nel bosco
dei tuoi pensieri …
ed impigliarmi ai rami …
Tra le dita rinserravo…
(A mia madre)
Tra le dita rinserravo uno smeraldo
era l’animo tuo coi suoi fulgori.
Poi la tempesta venne a depredarmi
e rimasi dita vuote verso il cielo.
Ma il ricordo della tua luce materna
quel tuo animo finemente cesellato
dà ancora forza alle mie stanche stagioni
... e il volto illumina nei giorni di burrasca …
Poesia 5a classificata nel Concorso Internazionale di Poesia “Il Club degli Autori 1999-2000”
Parole gelate sulla soglia…
Coltivo la tua essenza
in lenzuoli scuri
di pietra funeraria.
Le ali porporine
dei pensieri tuoi
aleggiano ancora
per la stanza antica
dove la tua dolce mano amica
forte stringeva la mia.
Le sponde tue
sembravano
mai potessero
esser toccate
da gramigna e amarezza.
Oh, ingenua mia certezza!
Ma non esiste eterno.
Così il tuo rigoglio
si tramutò in scarsezza,
l’abbondanza tua d’affetto
in siccità.
Ed il mio cuore
conobbe
cieli vuoti e fermi
così pure
venti di tempesta
e solitari anni.
Dai rampicanti alle pareti
e dal soffitto d’ulivi
i bianchi colombi
e le tortore scomparvero …
così come dal mio cuore
le timide gazzelle
e i caprioli …
L’animo mio conobbe
in tal cruda maniera
i passeri affamati
dell’Inverno …
e il ventre magro
della giovenca ossuta
divenne ben presto
suo quotidiano desco.
Non più mèssi
ondeggianti
o dolci plenilùni
... ma freddi Inverni
di carezze e gesti …
di parole gelate sulla soglia …
Poesia 3a classificata nel V Premio Nazionale di Poesia e Narrativa” Spazio Donna 2003” di Napoli