Nella semioscurità della stanza
appare nitida l’immagine
del ricordo.
A coloro che ho amato
A coloro che mi amano
A Pino e Lorenzo
Nella stanza di Maria
Nella stanza di Maria
il respiro si fa diapason di emozioni
desideri, non importa di cosa
ma, vibrazione unica di calore umano.
Gli occhi persi nei quadri alle pareti
il canto delle cocorite cattura
una catarsi di tempo complice
oggi, delle memorie di tutta una vita.
Venti caldi e tele sfilacciate…
Torna, nel suono dei tamburi
torna nel ritmo del xilofono
l’immagine mai dimenticata
tra venti caldi e tele sfilacciate
nelle trame bruciate d’incolti passaggi.
Ambienti uguali e distorti
echeggiano di suoni violenti
che stringono in lacci laceri
creazioni danzanti nel passato.
Memorie d’estate
Ho versato il tè
dalla caraffa sbrecciata.
(odio il tè)
Tu sbucci una mela
e scivola nel piatto
la spirale verde
della sua anima.
L’afa mi distrugge
in questo mare
solitudine unica.
Torna il rito antico
delle memorie consegnate
alle immagini dell’estate.
Dove sono emigrati i sogni?
Dell’amore e della morte
Ora ti riconosco Amore
dai contorni sbiaditi
dai ricordi memori
mai resa mai tesa
all’ardore del momento
fuggivo indomita
credendo che fosse bene
ma non lo era. Solo
i rimpianti rimangono
di non aver colto le rose
che nella morte
hanno affondato le spine
come fragilità di carne
corrosa, adesso stemperi
l’amaro distillato dal dolce
nettare rifiutato dell’amore.
Dell’Amore e della Morte
Tutto ci appartiene
E tutto svanisce.
Nella notte che viene
Viene danzando la notte
e l’ebbrézza dei tuoi baci
segna giri di perle
attorno ai miei seni.
Amore che m’ami
amami sempre con forza;
apri i vortici del mio cuore
e fai scorrere lente le ore
del tempo che crea ansie.
Fonte della mia vita
disseta il mio corpo
libera il tuo canto
e fuggi con me
nella notte che viene.
Donna luna
Si cerca nell’ombra
il sogno di una carezza
rubata al giorno.
Sí tanta luna vergine
attesa di stelle
nel firmamento giace.
Nell’onda che sale
E stravolge in maree
forme sconfitte
dall’ansia del giorno.
A sera, bianca signora
improvvisamente ti concedi
un respiro di vento
nella primavera
che avanza a lambire
i tuoi sogni.
Noi dell’amore
Noi, dell’amore andiamo parlando sottovoce
sui fianchi bianchi, attraverso le mani carezzevoli,
i baci raccolti sulle labbra umide, dischiuse,
attese anàfore del desiderio.
Mentre gli orologi della città segnano
Il tempo e l’età di questo amore.
Passaggio
D’incauta attesa veglio la notte silente
rotta da fruscii di seta.
Avvolge il tuo corpo giovane
un sudario di antica morte
d’eroe indomito.
Circe non svela al viandante
le porte aperte che sigillate in antico
sbarrano i passi incerti.
L’ardente amante che sospira alla luna
di notti eterne e questa carne pronta
allo scambio, brucia falò al sorgere del sole.
Acqua di mare azzurro
in onde alla riva s’adagia.
La sabbia umida accetta il dono.
È vicina la primavera
Ancora tarda l’inverno a morire
nei freddi anfratti della mia città.
L’immagine si ferma sui berretti di lana
le sciarpe variopinte.
Il pensiero vola per altri lidi
e il ricordo di altre stagioni.
Ma il freddo si stempera
al tiepido sole della primavera
che avanza timida.
E la prima viola che appare
in un giardino di periferia
mi riporta alla nostra casa.
Profumo di stelle nel cielo
segna la sera che si apre cauta
nell’ombra della notte.
Il nudo ramo custodisce
il suo segreto di gemme
in boccio a divenire.
Questo desiderio…
Il tempo viaggia nell’infinito
di questa stanza tanto attesa.
L’ora si concede ad attimi
stretta fra le tue braccia.
Le tue mani forti
accarezzano i bianchi seni.
Parole audaci
aleggiano nell’aria.
Mi fai dono di sensazioni
che premono dentro di me.
Urlo – estasi che fugge – da me, da te, ovunque
si plachi questo desiderio.
È vicina la primavera
Ancora tarda l’inverno a morire
nei freddi anfratti della mia città.
L’immagine si ferma sui berretti di lana
le sciarpe variopinte.
Il pensiero vola per altri lidi
e il ricordo di altre stagioni.
Ma il freddo si stempera
al tiepido sole della primavera
che avanza timida.
E la prima viola che appare
in un giardino di periferia
mi riporta alla nostra casa.
Profumo di stelle nel cielo
segna la sera che si apre cauta
nell’ombra della notte.
Il nudo ramo custodisce
il suo segreto di gemme
in boccio a divenire.
Questo desiderio…
Il tempo viaggia nell’infinito
di questa stanza tanto attesa.
L’ora si concede ad attimi
stretta fra le tue braccia.
Le tue mani forti
accarezzano i bianchi seni.
Parole audaci
aleggiano nell’aria.
Mi fai dono di sensazioni
che premono dentro di me.
Urlo – estasi che fugge – da me, da te, ovunque
si plachi questo desiderio.
Altre mimose
Altre mimose fioriscono
nel tuo giardino.
La mia casa
ascolta il silenzio.
L’amore stringe
in lacci il cuore.
la pioggia gioca
fra pensieri inerti.
Sento vibrare in me
i ricordi ma,
per nuove strade
conduco i miei passi.