Di tante parole lascerai cadere
quelle che non scendono
nell’intimo cuore…
Solitario scoglio
Nella notte bianca
Nero dormi e silenzioso
Mentre tace l’onda
Il sole infuocato
I lidi tuoi varcando
In un sospiro
Ti disse
Dormi….
E candida sorella
La luna
Silenziosa venne
A vegliar di questi lidi
Il sonno
Come te
Solitario scoglio
Dormir vorrei nell’onda
Della vita mia
Che mai tace
Dopo i marosi, ecco la quiete…
Lottasti tanto per restar così
Solitario ma intero
Nella tua sostanza
Soffristi
Per lasciare all’onda
L’inutile scorza
Queste profonde nicchie
Ove distesa l’onda ora riposa
Sono ferite aperte
E di fatica e di affanno parla
Questo tuo silenzio, o scoglio
Ma quiete ai lidi miei non giunge
E risvegli non voluti
Turbano il sonno
Eppure forse del tutto non tace
L’onda
Forse anche tu, o scoglio
Del tutto non dormi…
Se intorno alitando
Nel tremolio dell’onda
Lenti si perdono
I sospiri tuoi
Resta
Meraviglioso sole
Nel cielo mio
Non tramontare mai
Ma resta
E splendi sempre
Come a meriggio
Tutto marcisce all’ombra…
Non sboccia mai il fiore
Il frutto acerbo resta
Se ti allontani un poco
Pace soave
Mi morde il cuore
Una tristezza inquieta
Che tutto amaro rende
Se la parola fine
In sé comprende
Resta Signore
E la tua mano ancora sopra me
Distendi
Perché
Tra le finite cose
Meno sola io sia
In me riposa
In me che il tuo riposo
Ansiosamente cerco
Resta e dimmi che son io
Tra le finite cose
Son forse il soffio lieve
Che spirando si china
Sull’erba appena nata…
Il moscerino
Errante chissà dove…
Il gemito del cuore
In tua attesa…
Il lampo del sorriso che nasconde
Il pianto appena…
La dolorosa
Contrazione
Di sofferenti
Umane membra…
Lo sguardo
Del povero
Affamato d’amore…
Sì tutto questo forse
Son io
Ma Tu Signore taci
L’immenso
Mio doloroso nulla
Nel tutto tuo
Tu mi comprendi
E sol della tua gioia
Mi parli
Nascosta in te
Io son colei
Che soltanto tu sai
Assetata di te
Sole meraviglioso
Del raggio tuo
Perché
Il mio vestito bianco
Sia luminoso
Del tocco
Tuo lieve
Perché la mia tristezza
Si muti in gioia
Resta mio sole…
Per la mia sete
Di luce
Risplendi sempre…
Nel profondo
Ora so che tutto posso chiederti
Perché ti amo…
E tu mi ami
Se io potessi udire il canto
Che dall’eternità
Tu mi hai dedicato,
Udire la tua voce,
Sinfonia del cuore,
Se io potessi veder il tuo volto
E stare al tuo fianco
Per sostenerci insieme…se io potessi
Sarei felice
Ma anche se tu taci e
Cammino nelle tenebre
Io so che tu sei al mio fianco
Anche se non ti vedo
E la felicità
Che cosa è?
Che cosa è
La sofferenza?
Onde che passano
Sul nostro cuore…
Talora lo innalzano
Talora lo sommergono…
Ma nel profondo
Nel profondo del cuore
Sei tu Amore
Poeti veri
Terre nuove verranno
E cieli nuovi
Allora
Le voci vere
Di tutti i tempi
Insieme canteranno la Tua gloria
Ci stupirà il canto
Di coloro che parole non ebbero
Su questa terra
Per la melodia segreta
Poeti veri loro
Tutta la vita
Si esercitarono
Ad ascoltare…
…Ora sono eterna melodia
Elegia
Dimenticati i giorni lunghi e brevi
Come il vento, la morte appiana i lidi
E scrive incomprensibili segni
Al soffio lieve
Trema il cuore
Che non sa
Come foglia sospesa
E si abbandona…
Ecco tua madre ancora ti accoglie
Sulle sue ginocchia e ti culla
Come la prima volta
In fasce
E tutto
Daccapo ricomincia…
Nel perpetuo moto del suo canto
Perduta è ormai la tua memoria
Breve stagione
Piccola foglia
Aperta
Agli aliti del vento
Ascolti
Inaudite storie
E la tua breve
Stagione
Vi incastoni:
Giovane perla
Su cerchio antico
Ancora
Ancora un sorriso
Il cuore può donare
Alle nostre labbra:
Prezioso sorriso
Che fiorisce anche d’inverno.
Ancora una gioia
Possiamo rapire
All’altra riva.
Ancora una luce
Su questo fiume.
Alla riva di morte
Ancora giunge un canto d’amore
Che dolce invita:
Le sue note, candide ali,
Per il cuore che indugia
Ora tace il canto su questo fiume
E l’acqua che mutevole scorre
Tra le sue rive
Sembra uguale, ma è sempre nuova
Nel suo letto profondo
Riposa
Il canto
Uomo della terra
Torni ogni giorno alla tua fatica
E sempre l’alba è piena di speranze
Soltanto all’imbrunire torni a casa
E tanto stanco sei che dopo cena
Già dormi sulla sedia
Anche se il televisore è acceso
Forse tu sei felice
Perché un po’ del tuo cuore è rimasto
A vegliare laggiù
Nei campi l’opera delle tue mani
Ivi alita ancora
Lo spirito dei padri
Gli antichi lari
Però
Sono sempre più soli