Ringrazio coloro che mi hanno letta,
coloro che hanno creduto in me,
che tra approvazioni e contrapposizioni
mi hanno pernesso di crescere
e andare avanti…
Ringrazio Anna per ciò
che ha scritto per me e per Roberto,
ancora ringrazio
chi mi ha amata senza riserve
con i miei pregi e i miei difetti…
Mary
Ringrazio Mary,
un raggio di sole tra i versi della nostra poesia,
conoscerla mi arricchisce, ogni giorno.
Ringrazio Anna
per i suoi pensieri, per il suo: “Bravi!”,
per la forza che la muove, ogni giorno.
Ringrazio chi non mi conosce,
questo è il mio modo per dire: “Eccomi!”,
camminiamo insieme!
Ringrazio il cielo, per i grandi e piccoli
doni, per i grandi e piccoli amori e dolori
di ogni giorno.
Roberto
Poesia di Maria Teresa Vivino
A te mia adorata
Guardando dalla mia finestra,
io ti vedo e ti ascolto.
Fredda e immobile,
tu giaci in piedi dinanzi a me
come una reale in posa
impaziente che il suo dipinto
sia compiuto…
D’inverno vesti un abito bianco
E d’estate dai mille colori.
Ascolto le tue grida silenziose,
quando il vento ti passa
tra i tuoi crespi capelli
e quando la pioggia accarezza
dolcemente il tuo dolce viso…
Come una madre mi hai colta e
Protetta,
ed ora che sono cresciuta
tra le tue braccia,
ti guardo sperando in tuo sorriso.
Bardonecchia, quando il tuo dipinto
Sarà compiuto,
io per Te sarò solo un ricordo.
28/10/2005
Poesia di Roberto Gennaro
La vita mia
(9 giugno 2008)
Nell’istantaneo sfumar d’ali
l’assonante palpito di cuore
trasporta la mia anima, e il vento
vibra i pensieri.
In un unico accento
ritrovo cocci d’amore
nato, e già spento,
spazio di notte cadente
sul principio dell’alba silente.
Ieri è già domani, il presente,
fugace messaggero di sogni lontani
si consegna al ricordo,
come pietra di strada,
foglia appassita di un viale sordo.
Già sento un’onda contrita
sfondare la pelle a babordo.
Consacro i miei sogni alle stelle
e m’appresto alla vita,
sulle note di un semplice accordo.
Poesia di Maria Teresa Vivino
Un mondo di tutti
Questo è il mondo di oggi,
un mondo di tutti e di nessuno.
Si combatte per tutto,
e non si ottiene niente.
Ospiti nelle proprie case,
padroni in quelle altrui…
Gioco di tutti, vittoria di pochi…
Cammino per le strade;…
Le strade di nessuno.
E medito camminando per la via,
che è la vita
se tutto quello che ci circonda è di tutti
e di nessuno,
dobbiamo fare in modo che almeno noi
apparteniamo a qualcuno,
solo a noi stessi…
Perché se il corpo può essere dominato,
ciò che c’è dentro,
no non possiamo svenderlo…
Una la vita, uno il mondo,
Il mondo di tutti
Ottobre 2005
Poesia di Roberto Gennaro
I vecchi pescatori
(8 giugno 2008)
Vorrei imparare le vostre parole dure,
che intrise di croste di sale
annodano reti fedeli,
sicure, figlie di preci e pensieri.
Senza Dio, avete un Santo
a proteggere i cuori più cari
nati dal mare, e mogli d’incanto
a custodire vissuti focolari
giammai ammansiti dalla furia del vento.
Vorrei salpare e onorare il pescato
nelle voci di un antico concerto,
sirene callose, refolo fiato
venir da gole incendiate dal sole.
Poesia di Maria Teresa Vivino
Natale
Festa gioiosa
E calorosa
Alberi, decori e ghirlande
Cibi, colori e bevande
Freddo e disperazione
Catastrofe e uccisione
Mille volti scomparsi
Non c’è tempo per amarsi
Due realtà, ed una sola celebrità!
Dio è nato eccolo qua
23/12/2005
Poesie di Roberto Gennaro
Oggi, addio
(8 giugno 2008)
Canta il gabbiano l’ultima ora,
si salpano reti nel golfo.
I pesci annegano in un sorso
di aria greve che il cielo colora.
S’incendia e si uccide anche il sole
calato all’ombra del faro.
Da lontano il barrir delle onde
si unisce al grido d’amore
che muore nelle anime torte,
strizzate e spogliate di sale.
In ascolto
(14 giugno 2008)
Silenziare le onde che fendono il mare
stupendo i gabbiani.
Zittire stelle marine e capesante di mari lontani
con note di perla, suoni d’amore.
Consumare una gerla di arselle
bevendo vissuto liquore
e correr stonati dal vento.
Ma l’orologio corre le ore,
non sto più nella pelle,
sogno mio,
eppur non ti sento.
Poesia di Maria Teresa Vivino
Baciami almeno una volta
Baciami almeno una volta
dice il pettirosso al corvo,
che vola basso e porta la pioggia.
Baciami almeno una volta,
prima che il mio debole cuore
spicchi il volo nell’aire argentato.
Baciami almeno una volta,
lasciami il tuo sapore nero
sulle labbra e dimmi che mi vuoi bene
almeno una volta.
Baciami almeno una volta,
dice il canguro alla giraffa
e supplica che si abbassi,
per una volta alla sua altezza.
Baciami almeno una volta,
dice il pesce rosso alla piccola
ranocchia.
Corrimi dietro ancora,
dice il corvo al pettirosso,
non meriti il mio amore.
Il pettirosso vuole il suo bacio
L’unico bacio eterno che davvero
Desidera e che da sempre rincorre.
Corrimi dietro ancora,
dice la giraffa al canguro
e poi il pesce rosso alla ranocchia.
Il bacio tanto desiderato
è perduto
come il suo ricordo bruciato.
Il corvo grida al cielo
baciami almeno una volta
e il pettirosso fedele al suo amore
perduto.
E lo bacia,
con il suo bacio più letale
che uccide il corvo
e ne ruba l’anima.
Oh corvo, sciagurato
che vuoi portare via l’amore
ad un povero pettirosso
che ti ha rubato l’anima.
Oh sciagurato pettirosso
hai tradito l’amore del tuo
per l’amore di un corvo.
Sciagurato l’amore non ricambiato
e poi maledetto.
Il pettirosso ha avuto il suo bacio
e grida all’amore
baciami almeno una volta!
…2006…
Poesia di Roberto Gennaro
Alla fine dei sette mari
(Genova – 9 luglio 2008)
Vidi galassie di stelle
raccoglier lacrime dal mare.
I cavalloni fradici di addio
sbatterono contro il mio sperare,
arrossato nel tramonto
come pelle sferzata dal vento.
Incontro al momento del tuffo
dal sole uno sbuffo d’amore
tese la vela, e il mio galeone
pirata virò verso la tua isola.
Sogno mio, tu ancora aspetti Godot
scrivendo sulla sabbia, frivola
lavagna di temporanea eternità,
il nome mio, corsaro vestito da Pierrot
che naviga gli oceani senza più obiettivi
ubriaco dei barili dei suoi mille chissà.
Poesia di Maria Teresa Vivino
Preistoria
La preistoria è un feto di una donna
Il pianto di un bambino.
…primavera 2007…
Poesie di Roberto Gennaro
La lingua del buio
(26 luglio 2008)
Riluce
l’ipnotico abbaglio del faro.
Sfiora i sensi,
schiarisce l’ombra
di un misterioso dialetto marinaro.
Interrompere il flusso
(26 luglio 2008)
Armonia, sale d’onde
mai frante.
Il vento diffonde
il mio canto, concerto sia,
qui, nel buio a sé stante,
in mezzo all’Ave Maria.
Poesia di Maria Teresa Vivino
…Sulle mura…
Quando non avrò fogli
Su cui scrivere
Utilizzerò le gambe
E quando non le avrò
Più
Scriverò sulle mura
Delle mie prigioni.
…2008…
Poesie di Roberto Gennaro
Sul bordo della via
(26 luglio 2008)
Se fosse mia moglie,
la vedrei allattare al seno
il nostro primo figlio.
In un bisbiglio, la ninna nanna
cullerebbe i suoi sogni
verso l’arcobaleno.
Ma è solo una donna,
un altro cromosoma gemello
come tanti, in mezzo alla strada.
Le pago l’amore, un ruscello
di dita mi accarezzano piano.
Il piacere sfuma lentamente,
la cicca è presto consumata,
l’istantaneo presente
acquista una vita passata.
Lucciola dell’est,
il tuo vento vola,
del tuo ricordo di bambina
resta solo una nevicata
che copre il silenzio
e la vita consola.
Poesia di Maria Teresa Vivino
Scusa
Cos’è una scusa?
È solo una parola
In fondo…
Una dolce parola che dalle orecchie
Penetra in profondità e giunge fino al cuore…
Chiedere scusa a volte ti fa piangere
A volte ti fa ridere…
Scusa non è solo una semplice parola,
ma un cerotto invisibile con disinfettante che
purifica la ferita che faceva male
scusa in fondo è l’ultimo dolore da provare
prima di dimenticare e mettere la parola fine…
Scusa è il disinfettante che ti fa ancora bruciare
maggiormente la ferita prima di cucirla…
Scusa per me è stata una grossa emozione che mi ha
fatto piangere e ridere…
Scusa è ciò che aspettavo da tanto tempo…
Una semplice parola può cambiare la vita…
Può cambiare il mondo…
Scusa è la sorella della PACE…
Scusa è la fine della guerra…
Scusa è l’inizio di una nuova ERA…
…inverno 2007…
Poesie di Roberto Gennaro
Così sia
(27 luglio 2008)
Andar per mare,
camuffarsi da onda
e cavalcare cavalli impazziti.
Contemplare la luna
quand’è il turno di ronda,
passare nella cruna
del vento che stropiccia
occhi sfiniti.
Spegnere la miccia del tramonto,
tenere il mondo in liquide mani
e, con niente, vivere solo il presente
senza pensare a domani.
Stelle di un cielo lontano
(28 luglio 2008)
Nubi scure ormeggiano la baia.
Due paia di occhi si ammirano,
gemelli di segno e di cielo.
Si raccontano l’amore, il pensiero
fatto sguardo sogna poesia.
Luccicano le lacrime
della vita mia.
Poesia di Maria Teresa Vivino
Caro nonno
Caro nonno,
so di non aver pianto per te
da quando non ci sei più…
È che a volte quello che provi dentro
È talmente forte
Che non riesci quasi a tirarlo fuori…
So che dove sei adesso
Starai sicuramente meglio di come stavi qui
E questo mi consola…
Quante volte hai finto di dormire
Per poter almeno per un attimo
Liberarti di quella domanda
Che tutti ti ponevano
Incessantemente: come stai?
Una semplice domanda
Che, in genere rincuora l’animo,
a te che stavi male lo trafiggeva…
Ora da dove sei
Mi aiuti,
perché quando ti chiedo qualcosa
dove si realizza o vi è una svolta.
Ti voglio bene!
Nonno
…2007…
Poesia di Roberto Gennaro
La lingua di Elia
(28 luglio 2008)
Non c’è vento a narrare la sete,
in spiaggia un deserto inumano
fa l’amore con il cielo.
Uno sguardo profano li spia
registrando ogni impulso di reni,
i baci e le carezze che scappano via
incedono su un sentiero di stelle.
È l’amore che insegna il domani,
appiccicato come gli scogli alle arselle.
Solo noi, profeti del tempo in cui viviamo,
solo noi, non lo sappiamo.