Ch’a nullo amato

di

Marian Ciprian Zisu


Marian Ciprian Zisu - Ch’a nullo amato
Collana "I Gigli" - I libri di Poesia
14x20,5 - pp. 52 - Euro 8,00
ISBN 9791259511690

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In copertina: «Venus famous painting line one art isolated vector illustration» © CharlieNati – stock.adobe.com


PREFAZIONE

La poesia di Marian Ciprian Zisu è fortemente sentita, percepita nel profondo dell’animo, avvertita nelle più labili percezioni dell’esistere, costantemente alimentata da una versificazione penetrante, capace di cogliere e fissare pienamente le intenzioni liriche del poeta.
Nella presente raccolta di poesie le rivelazioni si miscelano con le immagini intense e le suggestioni dell’animo, alimentano la visione poetica e generano un corpus lirico che rappresenta l’espressione fedele dell’universo emozionale del poeta.
Alcuni versi meritano sicuramente d’essere riportati: “Nel sogno camminammo sul ciglio della sorte…”, e ancora, “gelida scende la pioggia sui vivi e sui morti”, come a sottolineare sommessamente la limitante condizione dell’essere umano, come a rimarcare la sua finitudine, che si accompagnano ad una visione poetica fortemente emozionante eppure disincantata, capace di astrarsi in una dimensione superiore, così come di reiterare i riferimenti alla tradizione classica.
Le trentatré poesie della silloge di Marian Ciprian Zisu sono dedicate al sentimento d’Amore, percepito nella sua concezione più profonda e autentica; sentito nelle varie declinazioni, dal sublime sentimento fino all’estasi d’amore, mai dimenticando l’alone di mistero insondabile che ammanta l’Amore.
Ecco allora che ritroviamo poesie dedicate alla dea dell’amore, all’Arte e al Mito, ma anche all’amore sofferente e lacerante nel periodo della guerra; alla concezione dell’amore puro ed intoccabile, e, poco dopo, all’amore unico, indelebile ed assoluto, che conduce all’ultraterreno, all’amore per la Luna, e a quello che si perde nella “notte dei tempi”.
Durante il processo lirico l’universo emozionale del poeta pare rivelarsi nelle visioni poetiche profondamente sentite nel cuore: nel simbolico recupero poetico dell’antica città di “Ilio” ardono i ricordi e gli inganni del tempo e del destino; la tempesta sentimentale ed il flusso dirompente dei sogni sconquassa e deflagra, fino a condurre ad una sorta di rifugio dell’animo, ad un ricercato luogo solitario: “Sono stato adottato /dal Sogno/ e dalla Solitudine”, e ancora, “Il mio esilio dalla vita a cui rinuncio/tale corona di un regno/ad un’altura infinita mi conduce/ dove la musica muta in silenzio”.
In alcune liriche ritroviamo l’amore vissuto nelle sue fasi evolutive: l’amore in attesa, vibrante ed esaltante, celato nei silenzi, nei migliori ricordi e nei “sogni preferiti”, e addirittura disperso nell’assenza; la simbolica “fugace presenza” che vede il poeta nascosto “dietro le palpebre” della donna amata; infine, le molteplici manifestazioni dell’esistenza che sovente portano dolore e sofferenza, eppure v’è sempre la volontà di cercare l’amore, di estrapolarlo da ogni istante della vita, fino a confessare: “Quando del mondo la fine verrà,/io voglio essere aggrappato ai tuoi baci”.
La “solitaria tristezza” del poeta, consapevole della sua condizione di finitudine, ammanta alcune visioni liriche, tra bagliori e incanti d’amore, tra “polvere del passato e luci del futuro”, mentre la declinante vita si illumina per un nuovo sogno, per un “mistero dolce” e, da tali evidenze liriche, come a porre un sigillo alla visione poetica, lo sguardo della donna amata diventa il “porto” sicuro che il poeta desidera raggiungere.
Il senso del Tempo ed il desiderio dell’Amore oltrepassano lo “scrigno segreto” ed il dissidio tra smarrimento e fuga: le enigmatiche visioni e le trasparenze liriche si miscelano in una substantia poetica che rappresenta, nel miglior modo, l’animus del poeta.

Massimiliano Del Duca


Introduzione dell’autore

Ho sempre pensato che la fine del mondo, allo stesso modo della fine del singolo, possa concedere il proprio addio con pochi attimi materializzati in qualche cosa di concreto: ricordi, immagini, volti o parole. Nel caso della fine dell’umanità, mi piace pensare che il famoso verso di Dante sull’amore sia l’ultima forma di materia legata all’uomo che esisterà prima della fine di tutto:
Amor, ch’a nullo amato amar perdona.
Nonostante l’interpretazione più plausibile presente in tutti i libri di testo, questa frase nasconde a mio avviso ancora tante sfaccettature del mistero chiamato amore. Le poesie di questa silloge non potevano che essere trentatré, omaggiando con una piccola scia di un modesto epigono il più grande poeta di tutti i tempi.
Nella raccolta ho voluto mettere insieme dei testi che portassero un po’ di luce sotto forma di lirica in segno di gratitudine a questo sublime sentimento abbracciando sue varie manifestazioni universalmente vissute, dalla dedica alla dea dell’amore (Ad est), all’amore puro e semplice (Iride, Nove battiti di ciglia, Mille frecce di Paride), l’amore ai tempi della guerra (Un’ombra a Bucha, Lontano dal bene e dal male), l’amore che ricorda la condizione della donna in Afghanistan (La ragazza con l’orecchino di perla), l’amore e il mito (Ilio, Un giorno avrei ucciso la speranza, Citerone), l’amore come ricordo unico e indelebile – in memoria di Saman Abbas (Fino al Supremo Giardino), l’amore ultraterreno (Ricordi), l’amore per la Luna (A notte fonda), l’amore come assenza (Tutto ciò che ho di te, Un altro mare, Soledad), l’amore che viaggia attraverso i secoli (La notte dei tempi), l’amore e l’arte (Giocando con la luce) o l’amore come inno (Ricominciare).
Ci si chiede se nel mondo contemporaneo l’amore sia mutato, sia diventato insolito o se la sua espressione del passato sia irraggiungibile. Io penso che semplicemente sia infinito. L’uomo, nella sua dimensione effimera, può far materializzare nella vita, nell’arte e nel pensiero solo il riflesso di alcuni suoi frammenti.

Marian Ciprian Zisu


A questa silloge sono stati conferiti alcuni riconoscimenti:
– Primo posto al Premio di poesia della Repubblica dei poeti (Salento) per la lirica Un’ombra a Bucha (2022),
– Terzo posto al Premio letterario Pegasus – Milano International per la poesia Un giorno avrei ucciso la speranza (2021),
– Terzo posto al Premio internazionale Isola d’Elba per l’intera raccolta (2022),
– Menzione speciale al Premio internazionale Isola d’Elba per la lirica La ragazza con l’orecchino di perla (2022),
– Diploma di merito al Premio internazionale Il Giro d’Italia delle Poesie in cornice (Melegnano) per la poesia Tutto ciò che ho di te (2022),
– Segnalazione di merito al Concorso letterario Lettere al Sempione (Roma) per la lirica Citerone (2021),
– Segnalazione di merito al Premio letterario nazionale Costa Edizioni (Montesilvano) per la poesia Soledad (2022).


Ch’a nullo amato


Gli uomini
sono esseri ingegnosi,
gli uomini sanno amare
senza essere amati

Nâzim Hikmet


UN’OMBRA A BUCHA

La notte più volte uccisa da lampi umani
porta a termine, muta, il suo dovere agli orologiai
e consegna attonita il mantello al giorno infingardo
la cui luce ha perso per sempre lo sguardo.

Furtiva cammina Antigone per le strade abbandonate.
Si ferma, si china, tocca l’invitta ferita,
poi una carezza, un bacio
sulla fronte ancora rimasta pulita.

Le rovine della città odorano di futuro,
infausto colore,
ieri è una parola sepolta
nei libri di antico valore.

Rondini restano ferme aggrappate ai rami scampati
e in volo non osano librarsi
per paura di mostrare speranze
ai fuggiti che sono tornati.

L’ombra di Antigone si sposta in processione
da un fratello ad un altro
e ai corpi esanimi impartisce
eternità di compassione.

Gelida scende la sua pioggia sui vivi e sui morti
e con la terra stringe un patto
che a noi non è dato sapere.
Dono per quelli che saranno sepolti.


LA RAGAZZA CON L’ORECCHINO DI PERLA

La ragazza con l’orecchino di perla
riede a notte, dall’abitudine consolata
e sovrappone i suoi passi
all’ombra amica della solitudine
verso una plaga mutata dai tempi,
verso una casa cercata dai venti
che più non è.

Resta un ulivo sui cui rami
una bambina agganciava sogni
e un fiume che dopo gli spari
cominciò a chiamare papà.

La ragazza con l’orecchino di perla
ha lobi immacolati,
la perla non sa,
qualcuno le ha detto
che è come tenere in mano la luna,
ma se il buio consola,
il freddo tempra
un’anima avvoltolata in un burqa
che imbianca i capelli,
assottiglia le ossa
e dimentica di cancellare i pensieri
di una bambina che amava
calpestare le ombre
ora che agli angoli di strada ogni barba spaura,
ora che la speranza è un inganno di natura
e se due mani vermiglie ti mostrano la luce del futuro,
due mani armate ti spingono indietro da un muro
toccato dalle mani dei nessuno
che ritornano all’arca
lasciata naufragare
dagli indifferenti
nel tempo
e nel suo dolce mare.


LONTANO DAL BENE E DAL MALE

Dell’alba
non sono state oggi le carezze, amore,
a risvegliarci.

Stamane
ci siamo vestiti in fretta sotto il chiarore
di un tramonto da rivelarsi.

Abbiamo camminato
di vita assonnati
per viali sconosciuti
e i nostri passi sotto i pergolati
delle foreste ad inseguire lo stormire
degli echi perduti
battendo il ritmo
della canzone della sorte
lasciando indietro
esili note,
briciole di vetro
e fili invisibili.

Ci hanno portato in un luogo dalla memoria celato.
Abbiamo iniziato a scavare, tutti insieme,
per costruire un vuoto dalle vite colmato
e a ogni spinta del piede, amore,
ti ho pensato,
per raccontarti cose mai immaginate
di un tempo che tutto travolge
e tutto seppellisce nel passato.
Ci gridano di lasciare a terra le pale,
e di metterci in fila lungo un frale
destino ai bordi della vita,
ma io ti guardo, amore,
e vedo i tuoi grandi occhi favillare
come due pianeti che in letizia
risorgono in un ignoto sistema solare.

Lentamente si avvicinano i soldati
con lo stesso timore che avrò per giungere da te,
amore,
quando leggiadra metterai
il tuo vestito nuovo dolcemente
e io avrò paura di abbracciarti.

C’è silenzio, prima dell’ordine,
come prima di una pioggia che stenta ad arrivare.
Guardo le nuvole
in marcia sul celeste viale
al ritmo delle onde del mare.
I nostri respiri
salutano a turno il Tempo
in attesa del segnale,
mentre io ti aspetto,
mia sconosciuta,
lontano dal bene e dal male.


ILIO

Non è mai esistita Ilio in realtà.
La storia che ci hanno raccontato non è altro che la nostra.
Il desiderio seguitiamo a rapire
per portarlo a notte tra le nostre mura
e mostrarlo agli amici come nostra proprietà.
Ci ostiniamo nella difesa dell’assurdo
mandando fuori dalle mura
la parte più eroica di noi
a combattere il nemico infallibile.
E trascinati dai cavalli del destino
finiamo per bruciare,
tizzoni di noi stessi,
puniti per aver creduto alla Bellezza.

Ardono le mura
sotto i colpi degli evi,
ardono i ricordi,
ardono gl’inganni
e quando tutto
sarà cenere,
sarà il silenzio
a ritirarsi furtivo
in cerca di Elena.


ILLUSIONI

omaggio a Emily Dickinson

Cercai la Bellezza.
Scavando,
trovai sua sorella:
la Verità.
Non era sola.
Avvinta,
giaceva insieme a lei
la Sofferenza.
Dissero che
la muta stanza
lasciò
per seminare nuove illusioni.


AD EST

La vidi ad est
di un rosato risveglio,
quando le braccia stiracchiate del mattino
allungano vecchie promesse
ai mortali dormienti.

Lanciava occhiate d’argento
a una luna rassegnata,
a me stregò
senza nemmeno provarci.

Mostrami, Stella del mattino,
la tua parola straniera
per poterla dimenticare
lungo una vita.

Il tuo roteare, Afrodite,
illude gli astri spasimanti
e corre senza sosta
in direzione di un segreto
un giorno confessato.

Mostrati, o Venere, anche domani
alla mia vita che assottiglia le certezze
e dal mio vuoto
insegnami ad offuscare l’alba.

La mia luce flebile è solo un debito
da rendere all’ignoto.


RICOMINCIARE

Il nostro amore prima d’incontrarci.
Il nostro amore in attesa di noi
agli angoli dei vicoli lontani,
sopra i ponti deserti quando annotta l’inverno,
sulle panchine fredde occupate dalle foglie accartocciate.
Il nostro amore che scivola sui violini
e tra le corde di chitarra
vibra con i nostri sguardi.
Il nostro amore che muove i campanili
per dire a tutti che è festa.
Il nostro amore che si nasconde nei silenzi
quando il buio ci separa.
Il nostro amore che urla mentre litighiamo.
Il nostro amore nel tuo pancione
e nei tuoi vestiti larghi.
Il nostro amore sul punto di lasciarci
che ci accorda una possibilità ancora.
Il nostro amore nelle code alzate dei gatti.
Il nostro amore nelle rughe e nelle occhiaie.
Il nostro amore nei capelli bianchi.
Il nostro amore
senza di noi.
Ad aspettarci.
E ricominciare.

[continua]


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