Ai miei figli
Federico e Stefano, con tutto il cuore e tutto l’amore…
Marina
BAMBINA
Non ti fermare
Non puoi
Non c’è tempo
Non piangere
Non avere paura
Non è tempo
Cammina dritta
Non voltarti
Non guardare avanti
Non vivere
Sopravvivi
GELSOMINO
Ecco, lo sento.
Sento il profumo del gelsomino.
Mi travolge il ricordo,
ricordo le estati passate quando ero felice,
ricordo la mia vita,
quella di allora.
Ignara di tutto,
ignara del futuro,
ignara dell’oggi.
Sono qui, seduta nel mio giardino come allora,
tutto è cambiato,
io sono cambiata,
ma il profumo…
il profumo del gelsomino è sempre lo stesso,
come se il tempo si fosse fermato.
Amo l’estate,
amo questo profumo che mi ricorda di essere viva,
che mi spinge ad emozionarmi di nuovo,
che mi spinge ad aprire il cuore,
che mi spinge a volere l’amore.
EMOZIONE
Vorrei descrivere un’emozione,
vorrei poter fermare quell’attimo in cui lo capisci,
quell’attimo in cui capisci che i profumi sono diversi,
gli odori sono diversi,
tu sei diverso,
i tuoi occhi sono diversi,
diventano vivi,
assorbono la luce di quel momento infinito e struggente.
Il tuo cuore è leggero ed allo stesso tempo
batte così veloce che quasi non lo senti più.
Non hai più fame,
non hai più sete,
vivi solo di quelle sensazioni che saziano il tuo spirito.
Il tuo corpo si fonde nell’emozione,
si scioglie, intrigante e prorompente,
nella mischia degli odori e dei sapori.
Vuole essere parte del miracolo,
sì, del miracolo di un’emozione…
CIELO
Sollevo lo sguardo al cielo,
infinitamente sereno,
pensieri turbolenti come nuvole impazzite
lo attraversano.
Sono io,
piccola creatura,
impotente,
di fronte a tale grandezza.
Sono io,
con i pugni stretti,
impaurita, quasi senza difesa…
Sono io,
questa coscienza mi dà vita,
grido forte la consapevolezza di essere me stessa,
di accettarmi per quello che sono, nel bene, nel male.
Sono io,
io e il cielo che è dentro di me.
RABBIA
Corri su fili d’acciaio
Corri in mezzo al cuore
Corri dove nessuno ti può raggiungere
Corri nelle vene della mia anima
Cocente delusione
Corri perché io non possa trovarti
Altrimenti ti stringerò
Assaporerò l’amaro del tuo veleno
Forse ne morirò
CAMBIAMENTO
Lento il cambiamento dentro di noi,
come un veleno sottile non uccide.
Corpo e spirito giostrano il loro torneo,
chi vincerà abbraccerà l’anima,
la trascinerà con sé
strettamente avvolta.
Miracolo dell’uomo il cambiamento,
prodigio dell’intelletto,
prestigio dell’inconscio.
Lento, costante, impercettibile il cambiamento,
mistero e stupore lo avvolgono,
nascondendolo agli occhi umani.
Il cambiamento, amico, nemico,
artefice, vittima, vero, falso,
ardito, moderato,
ci trascina con sé, per sempre.
CAMMINO
Cammino in silenzio,
calpesto le ore, le giornate.
Cammino in silenzio,
non so dove andare,
non trovo la strada, quella che mi porterà da te.
Cammino in silenzio,
non ho più voce e vorrei gridare,
non so e vorrei sapere,
non oso e vorrei osare.
Cammino in silenzio,
sono sola…
Cammino in silenzio,
d’improvviso sento il respiro, il mio,
mi attraversa, mi calma, mi dà forza.
Sono sola, ma sono viva…
Sono ancora viva e respiro,
l’aria entra nei miei polmoni, nelle mie vene,
fresca, leggera, fino al cuore.
Lentamente mi fermo.
Adesso aspetterò, che tu venga da me.
NOI
Noi,
bambini irrisolti.
Noi,
travolti dalla vita.
Noi,
paurosi di fronte alle grandi emozioni.
Noi,
fragili nel nostro rigore.
Noi,
vulnerabili di fronte ad un’emozione.
Noi,
che non ci siamo mai concessi all’amore.
Noi,
incapaci di reagire, inguaribili romantici.
Io,
molto più giovane, nascosta dietro la mia rabbia.
Tu,
più vecchio, nascosto dentro i tuoi sbagli.
Noi,
stasera insieme, prestigio di un mago bizzarro…
PERCHÈ
Perché dilaniata nell’amore
Nel dolore
Nel volere
Nel non volere
Nel non sapere
Nell’essere
Nel presente
Nel passato
Perché dilaniata dal dubbio di sbagliare
Nel dubbio di vivere
MADRE
Guardo mia madre,
il volto segnato dalle rughe,
ormai è anziana.
Nei suoi occhi c’è ancora quel guizzo vitale,
quella scintilla che ha animato la sua vita,
quella scintilla che ho sempre invidiato.
Guardo le sue mani, segnate dal tempo,
che mi accarezzano ancora,
quasi a farsi perdonare l’infanzia mancata.
La mia infanzia mancata.
Sento la sua voce,
quella che mi leggeva belle storie,
storie di famiglie felici,
storie dove un padre ed una madre crescono i loro figli.
La bambina che c’è in me è ancora lì,
seduta nel grande letto,
ad aspettare la sua storia.
So che devo prenderla per mano,
farla crescere,
proteggerla,
ma non ci riesco.
Lei è più forte di me,
lei non si muove,
reclama la sua infanzia mancata.
[continua]