Aforismi

di

Massimo De Santis


Massimo De Santis - Aforismi
Collana "I Papaveri" - I libri di Aforismi
14x20,5 - pp. 152 - Euro 14,00
ISBN 9791259513755

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In copertina fotografia dell’autore


“Dove non arrivano le parole…”

Sugli aforismi di Massimo De Santis

Conosco Massimo De Santis ormai da diversi anni. L’ho conosciuto come poeta – potrei dire un lirico puro – avvezzo come pochi a una poesia d’amore lieta del suo esserci, porsi… (Nasce e vive ad Arce, in provincia di Frosinone). Con esiti sinceramente ammalianti… Ricordo ancora, tra il 2009 e il 2014, certi suoi titoli: Cuore puro, Inseguire il vento, Tramonto Bianco, Due cuori… Libri davvero riusciti, ispirati…

E poi, via via, Massimo è andato avanti, con opere sempre più calibrate e oltretutto fantasiose… Occhi di fuoco, 2018; Donne di cristallo, 2019, che io stesso prefai con sincera letizia espressiva:

“…Ma tutto, è di cristallo, se entra, vive e prega in quel regno, di quell’aura: ‘in una commistione d’amore e d’incredulo / davanti a tanto dilagare’… Tutto prende luce da fuori e la porta dentro, o viceversa, come i miracoli più che alchemici, supremi, della Natura. Dove ogni istante o minimo afflato, si fa Universo…”

Ora quest’approccio e approdo all’arte e al genere degli aforismi, ci dona come una nuova sfaccettatura del suo istinto e della sua scrittura…
Calibrato e potente, Massimo De Santis divaga su e giù per tutti i percorsi e le tramature della vita, con una ricchezza di significati e di esempi, che abbraccia ogni esperienza sensibile ed emotiva – non solo conoscitiva… “La scaturigine”, confessa e giura, “è sempre l’organo per eccellenza dell’emotività emozionale: il cuore.”

Le ferite del cuore
si guariscono con l’amore.

“D’altronde in questi aforismi” – ammette e ribadisce lo stesso De Santis – “c’è un po’ tutto il mio sapere, la mia esperienza, e potrebbe essere limitata, anzi è sicuramente limitata rispetto a chi mastica letteratura da sempre e per professione. Ma sono io in tutte le mie sfaccettature.”
Un tasso dunque di sincerità piena ed esemplare. Di pagina in pagina, questa schiettezza incalza, si instaura, brilla con una sincerità rischiarata e ammirevole… Tutto l’orizzonte e la casistica dell’umano, troppo umano che ci riguarda e ci pertiene, qui riaffiora, emerge, solca e naviga, e quasi riscopre orizzonti!

Sono contento della mia lotta
purché finisca bene.

Intendiamo, che sono qui convocati, quasi precettati, tutti o quasi i casi del vivere, dell’esserci e del sentire – tra spazio e tempo – realtà e sogno avverabile…

Quando cade la notte
non tutti i pensieri vanno a dormire.

Potremmo – dovremmo – riservare grande spazio anche e proprio al c.d. virtuale, ma gli aforismi eccellono anche in questo: nell’assomigliare l’analogia al dato di fatto, l’ipotesi, l’utopia, al bilancio concreto e molto spesso arduo, della Dea Realtà…

La poesia e il gatto sono liberi.

***

Eccoli, dunque, i grandi intendimenti del pensiero stesso, sullo scibile e sull’essere. Ma molto aguzze e taglienti tutte le discettazioni in genere sull’animo umano, diciamo pure, sull’“humanitas” in progress…

L’arte,
ovvero il rifiuto della realtà.

Fra ottimismo e pessimismo, il pendolo è più o meno simmetrico, ondeggia equanime tra la luce e l’ombra, tra la gajezza fervorosa e il crudo, tetro malessere:

Se segui la via giusta riconosci quella sbagliata.

L’Amore, ovviamente, fa la parte del leone, e non c’è istante o nuance romantica che Massimo con convochi, testi o comprovi, con una grande golosità e sapienza di fondo…

Dove non arrivano le parole, arriva il cuore
e dove arriva il cuore non bastano le parole.

***

L’ironia, poi, aleggia e si propaga: ed è vitamina del pensiero, così come spezia deliziosa dell’azione… Innesca infatti una serie formidabile di rilevamenti, deduzioni, ri-pensamenti, perlustrazioni… In piena e agile critica a un Presente che dissipa la Contemporaneità come in un gioco maldestro…

Oggi si vive in uno stato di anestesia emotiva

Il furore sarcastico usuale dell’aforisma (come e forse più ancora di quello dell’epigramma), con De Santis vive e s’interroga morbido, a tratti giunge e opera tenero, dolcissimo (ma mai, sia ben chiaro, sdolcinato!).

Un dolore scaccia l’altro
un Amore, no

Visione del mondo – si diceva una volta. Del resto è vicenda essenziale, noto e motto culminante, del poeta e della poesia. Unicuique suum… “A ciascuno il suo”, sì, per ciascuno a suo modo (adagio ciceroniano, ma avvezzo a tutti i bilanci della classicità).
Attenzione: la visione del mondo è uno sguardo a tutto campo, che va dal di dentro dell’Io fino a tutto l’orizzonte.

Felicità è la via, non l’arrivo.

Ma forse è proprio e davvero così, che la poesia vince – rimembra e si rielabora, si pone e s’impone…

Se davvero vuoi essere felice, perdona tutti.
Non per loro, per te!

***

Una prova, insomma, definitivamente matura, riflessiva e caparbia. E De Santis, che con Donne di cristallo aveva davvero trovato un suo must

T’illumini di una rara luce,
teatro delle tue passioni

qui ritrova e instaura un teatro di riflessioni, accensioni, obnubilamenti, preterizioni… davvero encomiabili, taglienti e salaci assieme…

Esserci è a prescindere dal come
e dal quando
ma soprattutto dal perché.

L’aforisma, si sa, abbraccia e configura l’eccellenza ripensata e meditata della poesia. (Voce di latino tardo, d’origine greca, significa “cosa separata”. Come a dire una definizione, che riassume il risultato di precedenti osservazioni…).
La poesia, ecco, che si indaga, s’interroga mentre va pensandosi, vagliandosi… Anche nella tradizione eminentemente moderna, ha lasciato il segno, tracciato un solco. Penso ovviamente a Karl Kraus (celebri i suoi Detti e contraddetti, del 1909), ma anche a Pound, poi ad Auden… In Italia agli ultimi testi di Montale, molto ironici e taglienti… E non dimentichiamo il buon Pessoa… sublime poeta “fingitore”… Tutti insomma maestri, in questi segreti o pubblici rispecchiamenti.
De Santis, che nel 2022 era già ben arrivato a un libro/approdo, a una raccolta come Poesia terapia, insieme silloge poetica e ottima, temprata pausa di ri-pensamento oggettivo e soggettivo (“Poesia terapia, per stare bene. È perché proprio quando nel nostro corpo ci sono delle tensioni che non riusciamo ad individuare, attraverso la poesia le esorcizziamo e le rendiamo innocue…).

Entrai in luoghi oscuri e scoscesi
entrai nei miei sogni.

…ora si rasserena con questa vasta, cadenzata raccolta di aforismi e di riflessioni. Ce n’è per tutti, e dunque ognuno di noi saprà scegliersi le sue sentenze, i suoi adagi, le proprie illuminazioni. Rimettendole poi di nuovo tutte nel groppo, nel mazzo, come si fa con le carta, per rigirarle ancora e infine estrarle, evocarle… A piacimento e a perdimento – unico metodo che poi in fondo ci permetta e ci conduca alla vera liberazione, alla salvazione.

E quando tutto manca non manca niente,
basta ammazzare i desideri.

C’è una guerra del corpo e c’è una guerra della mente l’una aumenta l’altra.

Compito del mondo è deviare lo spirito.

Lo giurava, ricordo, proprio Ungaretti, il nostro moderno Padre Poetico. “Soltanto la poesia, la poesia sola può recuperare l’uomo”.
Ed anche qui, si parva licet, ad ogni nuova pagina o nuovo verso rispecchiato, il poeta/uomo recupera se stesso, e l’uomo/artista salva un po’, insieme alla sua piccola anima, la deriva, l’orizzonte e il dono buono del Mondo.

Plinio Perilli


A margine

Brevi e sentenziose parole la cui origine è lontana, oppure lo è solo apparentemente, in ogni caso non dovute al caso, anche se la casualità ne è una componente. Persino l’intenzionalità era evasiva ma il fenomeno che ha scaturito il sillabario è stato del tutto inaspettato e colto appena in tempo per non perdere tutto. Una bomba di parole, per dirla in termini metereologici, tanto per adattarci ad un linguaggio divenuto ormai patrimonio dell’umanità: non c’è più nulla di normale o regolare, le nuove regole dettate dai media c’impongono la fantasticità di qualsiasi evento, di qualsiasi genere esso sia, a discapito della consuetudinarietà.
La sapienzialità è oggettiva e non soggettiva, il sapere è fonte comune degli studiosi che hanno dedicato la loro vita alla ricerca e all’analisi, la consequenzialità che ne scaturisce, allo sprovveduto può apparire come soggettiva: non c’è più niente di errato in questa considerazione. La scaturigine è sempre l’organo per eccellenza dell’emotività emozionale: il cuore. Tutto ciò che è stipato nei meandri inesplorabili della mente, fuoriesce come lava di vulcano a sorpresa, inaspettata, copiosa. Ho raccolto, come la contadina raccoglie le patate e ne riempie il cesto di vimini, le sillabe scaturite dal binomio mente-cuore e le ho infustellate qui, su carta-pergamena, (sia chiaro, solo nei miei pensieri!), sperando di far cosa gradita a chi si azzarda alla scoscesa lettura per trarne qualche vantaggio.
All’avventore, auguro buona lettura, ma soprattutto buona riflessione.

Massimo De Santis


Aforismi


Ogni giorno ha il suo bivio.

***

Esserci è a prescindere dal come
e dal quando
ma soprattutto dal perché.

***

Non ho ancora compreso se vivo come penso
se penso di vivere come penso
o se era meglio vivere senza pensare.

***

Se non ti lasci vivere stai solo
morendo lentamente.

***

Non combattere con le ombre
al primo vagito di luce
ti accorgi che hai perso solo tempo.

***

Se la mia felicità non arriva a quella tua
non significa che io sono meno felice
ma che sono felice in modo diverso.

***

Alle bassezze umane passaci sopra
altrimenti ti ostruiscono la strada.

***

Non ti fermare fino a che non sei arrivato
anche se non sai quando.

***

Amare significa sporcarsi totalmente
con la marmellata.

***

Un giorno passa una macchina
da allora non passi più tu.

***

C’è un po’ di Dio in tutte le cose
o forse c’è tutto
non c’è nemmeno il forse.

***

I poeti non potranno mai conquistare
il mondo
l’hanno già superato.

***

Ritorno a me ogni sera dopo l’incolume atto
della forza numinosa dove scorre la vita.

***

Bisogna vuotare il secchio per poterlo
riempire di nuove idee
anche se sempre si cade nella retorica.

***

Una volta vuotato il secchio mi rendo conto
che il nuovo che vi verso non è poi così nuovo
è solo retorica.

***

Perché distruggere anziché amare?
Non lo capirò mai.

[continua]


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