Maurizio Alberto Molinari - CO2
Collana "Le Schegge d'Oro" - I libri dei Premi - Poesia
14x20,5 - pp. 42 - Euro 6,50
ISBN 978-88-6037-8217

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Pubblicazione realizzata con il contributo de IL CLUB degli autori in quanto la silloge «CO2» è segnalata nel concorso letterario «J. Prévert» 2009


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Prefazione

La silloge di poesie “CO2” di Maurizio Alberto Molinari, seppur suddivisa in tre sezioni, senza dubbio, riconduce ad una visione globale della sua complessa visione lirica che è dirompente e profondamente simbolica.
La poesia di Maurizio Alberto Molinari scruta fin nel profondo le evidenze della realtà e attinge ad un recupero memoriale, che è sinceramente avvertito in alcune liriche, ma l’intero corpo poetico è collegato saldamente da un filo conduttore apertamente dichiarato che è il senso di solitudine accompagnato dalla necessità vitale di riflessione che indaghi fin nell’imo dell’animo umano e dalla constatazione che, mentre il tempo passa velocemente, la vita diventa “speranza” e “nulla più”.
Nella prima sezione dal titolo “Rifletto”, vengono messi in primo piano alcuni ricordi di “lacrime amare” che portano alla considerazione della vita come ad una rimanenza di frammenti ed è faticoso impegnarsi a creare, ricreare e rimuovere le molteplici tessere che compongono il quadro dell’esistenza. Quella stessa “vita da sentire”, la stessa terra di Toscana, terra rossa, di antichi fulgori, saggia di civiltà, quella percezione che fa vibrare l’anima, capace di offrire incanto ed estasi, al contempo, la visione di un mondo percepito come una “palla di vetro”, un mondo muto come l’Io, come il muro di una casa.
Nella simbologia ritrova le continue “spinte” verso la visione lirica della realtà e dell’immaginario come nella seconda sezione dal titolo “Luci” dove, nei solitari impulsi, il mondo quotidiano diventa un “mondo ritrovato”, disegnato da mille colori, che riporta a distanze percorse con entusiasmo: quel vivere ogni giorno come un giorno nuovo, assaporare il piacere e il profumo del tempo, le sue scintille imprevedibili fino a scrivere “La nuova vita/è l’essenza del piacere/vissuto quotidianamente/dimenticando la speranza”.
Il tempo scandisce il ricordo, i pensieri di una “vita giocata amaramente” così come “l’amara consuetudine/di pomeriggi vissuti/in solitudine” e quei giorni “senza parole”, i gesti usuali “senza una parola” quasi un vivere “senza parole” come a constatare, inesorabilmente, che “quando il cuore tace/tutto tace”.
E infine, nella terza sezione dal titolo “D’altri tempi”, quelle stesse luci e riflessi sembrano risplendere a nuovo vigore al solo volere dell’Uomo: e proprio nella personale storia d’un uomo tutto diventa forte emozione, sensazione estrema, attesa accompagnata da sospiri pesanti, pensiero riflesso nella memoria, sentimento inciso tra i ricordi, stupore nel semplice pudore d’amare, fissato nel cuore oltre il dolore.
In una sorta di diario di “emozioni/scolpite nella memoria”, “disegnato sulle rughe”, “dimenticato in lunghe pause” come fosse scritto dal tempo stesso, emergono le inquietudini e le incomprensioni nelle pieghe dell’essere umano, il ricordo di sguardi distanti e lontani, le immagini oniriche che scaturiscono dalla memoria e dai pensieri che si affollano nei sogni che “segnano il dolore sulla pelle” come sottolinea Maurizio Alberto Molinari.
Nei giorni vissuti pienamente, nelle sembianze nascoste così come nei semplici sguardi che osservano la realtà, giunge il tempo di un “momento di serenità”, di un tuffo nel cuore che illumini il profondo significato d’una complessa indagine esistenziale fino a scrivere “Il frutto della fantasia/è un istante fecondo/ricco di magia/o vuoto di sinergia”.

Massimo Barile


CO2

Rifletto…


Milano, 27 Ottobre 1989

RITRATTO

Il mare nel cuore,
in pace, tranquillità, intensità.
Fitta boscaglia, rada boscaglia.
Curve dolci, forti, feline.
Profilo distorto per
l’uomo.
Occhi per sognare.
I segni della rabbia.
Colore per calore.
Dolce fiera da mirare.
Un pensiero, un uomo.
Una vita da sentire.


Milano, 26 Maggio 1990

KARMA

Nel casolare una storia.
È nota e non nuova
eppur fa male.
Di una lacrima amara
il ricordo più vivo.
Di ciò che era vita
non rimane che
un alitante baccello vuoto.
Gentile colomba bianca
io non so se ti accorgi di me.
Racconto di ciò che fosti
senza nulla conoscere
e tu aggiungi una ruga
a quel quadro che ormai
sei divenuta.
Non ci sono risposte perché
tu non vivi con me.
Un giorno forse l’ingiusto
sarà compreso,
o molto più probabilmente
no!


Kithira, 15 Agosto 1990

KITHIRA

Un mistico pittore
disegna ogni giorno
il suo mondo.
Usa tinte e colori
incompiuti.
Il tocco velato
é forte
e imperioso.
Crea e rinnova
con lo scandir del tempo.
Il mio pare fermo
tanto è assoluta
la mia necessità
d’atto.


Milano, 19 Settembre 1990

CADO

Del sonno dei giusti
si parla nel Libro.
La vita ti porta
a sperare
e nulla più.


Milano, 16 Aprile 1991

CO2

False e fumose
mura antiche.
Qui l’ossigeno
è l’inutilità.


Montepulciano, 14 Agosto 1991

TOSCANA EMOZIONE

Terra rossa
di polvere
e antichi fulgori.
Terra saggia
di civiltà
e sacri splendori.
Terra tagliata
da lame
al pensiero perdute.
Cara terra del mio
istante d’agosto,
ti sento e ti chiamo
col tuo vero nome:
dolce onda odorosa.


Milano, 03 Settembre 1991

ANNO 1991

Angoli umani,
spigoli umani,
stupidi umani,
stimoli umani,
avidi umani,
aridi umani,
nullo è il mio tempo
senza
esseri umani.


Milano, 15 Dicembre 1992

CONCERTO

L’anima vibra.
Il suono
un incanto deciso.
L’estasi è forte,
quasi
come la morte.


Montepulciano, 19 Agosto 1995

SIMPATIA

L’istinto non porta
a pensare in questione,
si accontenta
godendo di un’occasione,
piangendo poi magari
della mancata realizzazione.


Montepulciano, 23 Agosto 1995

L’IO MUTO

A volte il mondo
è una palla di vetro,
ne sei fuori tuo malgrado,
nonostante cerchi appigli
sulle sue pareti lisce.
E allora quel mondo
diventa muto,
come le mura di una casa
che tutto sentono
e nulla rendono
eccetto l’ebete suono
stancamente ripetuto.
È in ciò
che comprendi il tuo mondo,
nella sua ottusa caparbietà,
nella sua riottosa identità,
in ciò che ti fa vivere
con il tuo io muto.


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