Polvere di vento - silloge distopica dall’oggi al domani

di

Maurizio Libbi


Maurizio Libbi - Polvere di vento - silloge distopica dall’oggi al domani
Collana "I Gigli" - I libri di Poesia
14x20,5 - pp. 86 - Euro 9,00
ISBN 9791259513007

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48 poesie che esaminano il percorso “distopico””
del pensiero e del fare dell’essere umano.
Appare in evidenza la sua incapacità di apprendere
dalle vicende del passato e di elaborarne gli
insegnamenti.
Il risultato è il continuo ripetersi degli errori morali
e materiali, il proliferare dell’arroganza e
dell’incomprensione.
Eppure, chissà, il giorno nascerà nuovamente,
perduto forse tra i sassi
avvolto nel nulla,
ma di nuovo presente


Prefazione

Maurizio Libbi propone una visione poetica criptica e, durante il processo lirico, si assiste ad una simbolica immersione nelle multiformi sembianze liriche che sospingono il pensiero verso una purificazione che redime il senso dell’umano vivere.

Massimo Barile


Polvere di vento - silloge distopica dall’oggi al domani


– oggi –
semi di sasso
arroganze



semi di sasso

tra i veli le livree inumane
le primule estive sorridono affrante

sia sole
sia vento
che ritorni la vita

sogghignano i numi alle porte di casa
e ironici spargono tra macerie annerite
i semi di sasso

immondi
nel loro sapere sovrano

gravi le nubi
accolgono sagge
il futuro passato


oblio di mille spiagge

carrozze incantate e rubini di fiori
accarezzavano il volto
dello sconcio domani

gran stridore di elmi
che brillavano al sole

minuto
il respiro di un mare si perse nel cielo
divino
il capo chinato all’uscio del tempo

mandrie e destrieri
ormeggiati sul prato

pause di ghiaccio minacciavano inquiete
il lento rotare delle ore

tra le spighe covavano tristi le aurore
oblio di mille spiagge
osannate negli effluvi di gloria


novelli diogene

esalazioni velate di pungenti destini
ghermivano ogive di fallici eroi
con vane promesse irritavano il canto
degli squallidi dei spergiuranti

disperate le foglie dei faggi
si sciolsero nelle acide acque

nel rumore di ottocento bombarde
volava stordito il tiepido vento

le primule piansero brina
nei borghi costretti nel buio

novelli diogene cercavano l’uomo
trovarono solo delle ceneri ardenti

e mille cupi lamenti

poi porsero il capo
che fu loro mozzato


ritornano i mostri

sensazioni di manomesse ragioni
offerte alle fiere di idee
rifiuti d’inane ironia
sarcasmi di parchi di giada
illusioni precoci e immature

e di nuovo ritornano i mostri
dal verbo di bombe mature


sogni inumani

soffiavano i mantici ancora
i mille colori diffusi
solo sogni infantili e crudeli
di grassi predoni affamati

nella notte ululanti agonie
sotto i veli

le ultime ore


eccidio

accatastate le membra nel vuoto immorale
sotterrate le anime nella terra infuocata

le lingue fluenti dei grandi pensanti
son l’unico scopo del mondo di poi

sulle distese dei forti
albeggia il presente

un eccidio feroce
per l’agognato potere

[continua]


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