Ad Ivrea
Evanescenti appaiono i ricordi dell’infanzia
come i bagliori dell’alba d’un giorno soggiogato
dalla foschia
dove la Dora scorre torbida sotto il dominio
dell’antico castello
ed i toni del grigio sovrastano il paesaggio
canavesano;
fluiscono l’emozioni nel pensar a te che riposi
sull’altura di Oropa
e, nell’attesa vana di quei passi familiari che non
giungeranno
immagino la Serra come una barriera che mi
separa dall’infinito.
Il dolore del passato
Straziante è nel ricordo quel lontano giorno a
primavera,
come una lisca conficcata nella carotide del passato
mi solca l’animo, inorridito dalla tua precoce
perdita
in ogni attimo vitale, nel trangugiare l’errore mio
dell’esistenza.
In un sol’attimo
Volubile,
in una data da destinarsi
viaggia l’essenza del ricordo,
dai segni tangibili del tempo
attinge l’eco dell’emozioni pure
per adagiarsi amante del passato
o, perpetuarsi sposa del futuro
e, non comprender mai l’esigenza dell’enigma del
presente.
Viandante del tempo
Docile essenza, quasi mia, sull’alter-ego ti posasti,
dalla marea eterna del ricordo giungesti al presente
e, nel dogma pressante del vivere
di te fu subito un solo, semplice, voluto nome.
Eppur, leggiadra, l’epoca fu tua,
di quel guerriero al qual alzasti, voluttuosamente,
la corazza
di quella monaca che fosti
per poi mai più indossare il sacro velo;
e, tutto fu di noi un solo sommerso, continuo,
accennato amore
nel ricercarci involontario, reciproco ed equivoco
del destino.
Riflesso
Goccia su goccia s’è fatto torbido il torrente delle
emozioni
in un sera in cui la bora sconvolge gli alberi del
litorale desertico
e la pioggia incessante inveisce contro i segni d’un
Marzo prematuro;
opaco è il mio respiro sulla vetrata di casa,
velato nel ricordo il tuo sparuto viso di anziano,
eppur la sensazione intima nel più stupito eco
interiore
ti riporta a me vivido come se allora fosse adesso
per avvertir nell’io che il tempo è solo un’opinabile
concetto.
Attimo fuggevole
Fuggevole è l’attimo
nell’intonaco del tempo
è un granello di polvere dell’eterno
sospinto dal vento perenne dei desideri
verso la marea continua della vita.
In un brivido esistenziale
cedo brevemente al richiamo dell’ombra
per non più esistere tra i raggi del sole,
per non più piangere il travaglio del divenire
ed adagiare la mia anima, per poco, sulla sponda dello sconosciuto.
Divenire
Sola, nel silenzio
accompagno l’anima e la consolo
nell’enigma eterno del divenir del tempo
per trattenere sulle labbra un sorriso amaro
all’incontrarsi, lascivo, della luna a un nuovo giorno.
Al tramonto
Toni argentei ed iridescenti della sera incontran
l’onda
d’un mare stanco d’una giornata afosa d’agosto,
nello sparir del caldo giorno, quando il rosso è proprietà unica del sole,
con la pelle intrisa di gocce di sudore m’abbandono
ai sacri gesti del tramonto
per perpetuar, a viva voce, l’ascolto delle molteplici
appariscenze dell’imbrunire.
Chiaroscuro
Ombra del desiderio
attesi l’attimo furtivo
per incontrarti nel viale del tramonto,
per colloquiar con te notturne emozioni,
per inseguir la luce che termina nel buio.
Poi capii che nel chiaroscuro v’è il significato mero
dell’esistenza
e, vagabondai per soggiacere ai piaceri umbratili
del ricordo,
per scolpirmi falena nell’aurea della memoria,
per soggiogarmi al tuo etereo, eterno cero,
e, sola e, sottovoce, compresi gli intrinsechi misteri
del crepuscolo.
Per non dimenticare
Inerme, sul lato destro del fianco
lasciasti la schiavitù fisica all’era del ricordo,
tra molti fosti scelto d’azzardo
per il m omento più intimo dell’oblio,
nessuno a cui confessare un rimorso o una
preghiera,
né lettera da inviare ai tuoi più acerrimi aguzzini,
solo un fumo acre ad Auschwitz all’approssimarsi
della sera
e, la percezione intrinseca d’esser un nuovo,
involontario eroe.
Di sola cenere è la parvenza umana al divino,
il nulla s’approssima all’io nella mancanza
d’umanità,
quando l’ombra avvilisce il sole nel convocare il
buio
gli echi della notte risuonano delle voci del silenzio
per mai più dimenticare.
Di sole stelle
Nuove umbratili emozioni ci assiston
all’approssimarsi della sera
mentre si dialoga con l’oscurità il diletto dello
spirito
e, nei toni sgargianti d’un unico, eterno, immenso
amore
si civetta con i sogni qualche intima risposta,
nell’esigenza vera dell’oblio,
quando di sole stelle si colloquian i più reconditi
desii
per progettar su di isole deserte un ritrovato credo.
Riverberi
Vagano l’emozioni da questa spiaggia di sabbia
opalescente
per perdermi nel silenzio delle profondità dell’io
solitario
in una distesa che digrada dal turchese al blu
ceruleo
ed approdare col sentire a nuove, estatiche sponde
dove si ode in lontananza l’intima voce dell’Oceano.
Come sospinta dal flusso incessante della corrente
del pensiero
emergo dai ricordi per spegnere la mente per un
poco
e, nel chiarore immaginifico di un giorno senza data
giungo per un attimo al bagliore di quel che
realmente sono
per poi abbandonarmi nuovamente ad inseguire il
tutto in uno sguardo.